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    annika
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    Messaggio Da annika Dom Ott 13, 2019 8:55 pm

    Frau Blucher ha scritto:E' solo un pezzettino, ma dopo 3 mesi, meglio un pezzettino che niente sogghigno

     

    Magnus non è di buon umore, l’idea di Catarina è irrealizzabile, l’ha detto a lei, l’ha ripetuto a Ragnor, l’ha sputato in faccia al Signor Lightwood! Mai e poi mai! Non lo convinceranno, non c’è possibilità alcuna! No e poi no!
    E poi sarei io l’intransigente, testardo, inamovibile shadowhunter! Pensa Alec mentre fa ritorno all’Istituto. Testone di uno stregone! L’idea di Catarina è brillante, ogni nascosto sa che Magnus Bane sparisce per un giorno all’anno, non se ne conoscono le ragioni, ma succede da sempre, non ha fatto alcuna eccezione nel corso dei secoli, un mutamento in questo aspetto della sua vita creerebbe di sicuro quesiti e darebbe risposte a noi vantaggiose. Magnus Bane in compagnia di uno shadowhunters, a cena in un ristorante romantico, il giorno del suo consueto ritiro dal mondo. Brillante! L’idea di Catarina è brillante, ma quell’ostinato, cocciuto, tignoso, bellissimo, sexy, dagli occhi d’oro pieni di tristezza.. Alexander Gideon Lightwood, non divagare! Bisogna che qualcuno lo convinca!
    Ragnor entra trafelato direttamente dal portale nel salotto dell’amico Magnus. “Hanno assassinato il Sommo Stregone di Oxford, era a Londra per il matrimonio della sorella, sono riusciti a sopraffarlo, sai quanto fosse potente, se sono arrivati a lui, nessuno è al sicuro, Magnus, ti prego, non c’è alternativa, dobbiamo scoprire i cospiratori e porre fine a questa infausta alleanza.”
    “Sei sicuro che sia opera loro? Alystair non era certo molto amato, potrebbe essere stato uno dei numerosi nemici che si è fatto nel corso dei secoli.”
    Ma mentre lo dice, lo stesso Magnus dubita delle proprie parole, ci è voluta di sicuro una combinazione di stregoneria e tattica militare per aver ragione di siffatta potenza magica.
    Fine settima parte.
    Domandina: Alystair era uno Stregone,ti sei ispirata ad Alistair Crowleyl'occultista inglese? sogghigno sogghigno sogghigno
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    LEGGERLO E' BELLO....SCRIVERLO E' MEGLIO! - Pagina 5 Empty Re: LEGGERLO E' BELLO....SCRIVERLO E' MEGLIO!

    Messaggio Da Frau Blucher Gio Nov 07, 2019 10:20 am

    annika ha scritto:
    Frau Blucher ha scritto:E' solo un pezzettino, ma dopo 3 mesi, meglio un pezzettino che niente sogghigno

     

    Magnus non è di buon umore, l’idea di Catarina è irrealizzabile, l’ha detto a lei, l’ha ripetuto a Ragnor, l’ha sputato in faccia al Signor Lightwood! Mai e poi mai! Non lo convinceranno, non c’è possibilità alcuna! No e poi no!
    E poi sarei io l’intransigente, testardo, inamovibile shadowhunter! Pensa Alec mentre fa ritorno all’Istituto. Testone di uno stregone! L’idea di Catarina è brillante, ogni nascosto sa che Magnus Bane sparisce per un giorno all’anno, non se ne conoscono le ragioni, ma succede da sempre, non ha fatto alcuna eccezione nel corso dei secoli, un mutamento in questo aspetto della sua vita creerebbe di sicuro quesiti e darebbe risposte a noi vantaggiose. Magnus Bane in compagnia di uno shadowhunters, a cena in un ristorante romantico, il giorno del suo consueto ritiro dal mondo. Brillante! L’idea di Catarina è brillante, ma quell’ostinato, cocciuto, tignoso, bellissimo, sexy, dagli occhi d’oro pieni di tristezza.. Alexander Gideon Lightwood, non divagare! Bisogna che qualcuno lo convinca!
    Ragnor entra trafelato direttamente dal portale nel salotto dell’amico Magnus. “Hanno assassinato il Sommo Stregone di Oxford, era a Londra per il matrimonio della sorella, sono riusciti a sopraffarlo, sai quanto fosse potente, se sono arrivati a lui, nessuno è al sicuro, Magnus, ti prego, non c’è alternativa, dobbiamo scoprire i cospiratori e porre fine a questa infausta alleanza.”
    “Sei sicuro che sia opera loro? Alystair non era certo molto amato, potrebbe essere stato uno dei numerosi nemici che si è fatto nel corso dei secoli.”
    Ma mentre lo dice, lo stesso Magnus dubita delle proprie parole, ci è voluta di sicuro una combinazione di stregoneria e tattica militare per aver ragione di siffatta potenza magica.
    Fine settima parte.
    Domandina: Alystair era uno Stregone,ti sei ispirata ad Alistair Crowleyl'occultista inglese? sogghigno sogghigno sogghigno
    Forse inconsciamente, appena mi si è palesato in mente, il nome è venuto da se soddisfazioni


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    Messaggio Da DOKURORIDER Dom Lug 26, 2020 8:46 am

    Titolo Fan Fiction: NON E' UN PAESE PER DEMONI....E AFFINI
    Nome/Nickname autore: DOKURORIDER
    Fandom: Supernatural
    Timeline: Tra la fine della nona stagione e l'inizio della decima.
    Sommario: Di tutto un po' tranne Bromance.
    Spoiler: Se avete visto tutta la nona stagione non dovreste avere problemi.
    Disclaimer: I personaggi della serie Supernatural non mi appartengono, ma a dirla tutta, nemmeno ad Andrew Dabb e lui ne fa quel che gli pare, che sono da meno io!?
    Note: Ci sono un sacco di omaggi, si nuota negli omaggi, alcuni si capiscono bene, altri meno e il linguaggio, in certi punti, è abbastanza colorito.

    NON E' UN PAESE PER DEMONI....E AFFINI

    Dopo la trasformazione in Demone, Dean fu teletrasportato nel covo del Re degli Inferi che, tutto sembrava tranne la reggia di un Re! Un buchiciattolo labirintico tutto sporco e scuro dove dei Demoni viaggiavano un po' di qua e un po' di là, ma a Crowley andava bene così e chi era Dean per giudicare i gusti altrui? Ecco chi era! Un Demone, la sensazione fu improvvisa e furente e la smania di uccidere si impossessò di lui, afferrò il primo Demone che gli capitava e gli staccò un braccio, un secondo ebbe il ventre squarciato, un terzo venne decapitato a mani nude e via così.
    Crowley, stravaccato sul trono, guardava il redivivo Winchester muoversi con furia animalesca, lì per lì gli ricordò un vecchio cartone....Il Diavolo della Tasmania che vorticava a velocità luce e sbranava tutto quello che gli si parava davanti...ma c'era un limite a tutto, rischiava di assottigliare le sue legioni se permetteva tutto ciò.
    "BASTAAAAAA!" Gridò, tutti si fermarono all'istante, sia i Demoni che scappavano come matti da tutte le parti, sia quelli che tremavano dietro il trono del loro signore e che piangevano e pregavano di avere salva la "Vita"! Ed infine si fermò pure Dean, la schiena piegata in una posizione ferina, con la bocca aperta nell'atto di respirare a grandi polmoni tenendo un braccio di Demone con la mano sinistra e una gamba con la destra.
    Crowley si rivolse al nuovo arrivato "Capisco che aver passato una trentina d'anni a cacciare Demoni e simili ti abbia messo sulla difensiva, ma potresti per favore smetterla di trucidare tutti i miei servi?". Dean, mentre sputava un pezzo di carne dalla bocca, rispose "EH, sì! Mi sà che mi sono lasciato un po' trasportare" e riprese una posizione umana mentre Crowley con passo felino gli si avvicinava "Senti, sei nuovo e ti devi ambientare allo stato di Demone, che ne dici di prenderti un po' di tempo per metabolizzare?", Dean fece cenno di sì e il Re degli Inferi lo accompagnò verso quello che sembrava un garage "Allora Dean, qui ci sono delle macchine, prendine una e fatti un giro, quando avrai capito che sei diventato qualcun altro, che sei diventato QUALCOS'ALTRO ..." a Dean venne quasi da ridere "...torna qua e vedremo cosa possiamo combinare insieme".
    "Voglio una moto!" esclamò Dean. "Sono stanco di macchine, voglio sentire il vento fra i capelli e cose simili" Crowley fissò il Winchester con la mascella spalancata "Una motocicletta, sicuro? Sempre in macchina sei stato...ti ho offerto una macchina per questo"
    "Voglio una moto...voglio una moto...voglio una moto" Il nuovo Demone cominciò a battere i piedi per terra roteando il braccio della vittima di prima con fare minaccioso. "E va bene, prenditi questa motocicletta!" ringhiò Crowley e gli mostrò una due ruote un poco particolare...AVEVA UN ARIA DEMONIACA....C'AVEVA IL MANUBRIO A FORMA DI UN ENORME TESCHIO CON LE CORNA! E le ruote avevano degli spuntoni "Ah, no! Io non la prendo questa" Disse Dean "Mi prenderebbero in giro ovunque andassi!" Si rivolse verso Crowley ma lui gli era alle spalle con una tuta di pelle nera piena di borchie e spuntoni nella mano destra e un casco integrale abbinato sia alla tuta sia al manubrio nella mano sinistra, e mentre glieli mostrava disse "Sicurezza innanzitutto! Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza....sempre!".
    A Dean caddero letteralmente le braccia, il vento nei capelli, il senso di libertà, come cavolo poteva sentirli imbracato in quella che sembrava una camicia di forza imbottita per Demoni?! ...
    Crowley se ne accorse "O così o torni in macchina" "Va bene" grugni il Winchester mentre il Re commentava "Serve più a te che a me, è meglio se per ora non ti fai riconoscere, ne dagli umani ne dai Demoni, la notizia che sei saltato oltre la barricata non è ancora trapelata, meglio andarci cauti".
    E così Dean Winchester, bardato di tutto punto, con la tuta nera con sfumature blu notte, con il casco a teschio, la moto a teschio e la fedele Prima Lama al fianco partì per il suo primo viaggio di "vacanza" in solitaria. Crowley lo osservò e pensò "Speriamo non ammazzi nessuno...o almeno che sia qualcuno che mi procuri una bella anima dannata....Devono sentirsi così le aquile quando vedono andar via i loro piccini" NON GLI SCESE UNA LACRIMA SULLA GUANCIA, ma c'eravamo vicini.
    Era passato un po' di tempo da quando Dean era partito, LA STRADA FINO ADESSO era stata tranquilla e abbastanza monotona, lunghi alberi costeggiavano i bordi ma la sensazione di libertà era grande, in più momenti Dean aveva pensato al passato e al momento attuale e tutti i pensieri convergevano su Sam "Chissà come sta Sam? Sam sarà preoccupato? Sam cercherà una soluzione per salvarmi? Sam si sarà dato il balsamo per capelli? Sam...Sam...Sam" alla cinquantesima volta il Winchester esclamò "SAM, MA CHE PALLE!!!!" e accellerò cantando a squarciagola, per quanto il casco integrale glielo permettesse "Get your motor runnin',head out on the highway,lookin' for adventure,and whatever comes our way,Yeah Darlin' go make it happen,Take the world in a love embrace,Fire all of your guns at once,And explode into space....BORN TO BE WILD...BORN TO BE WIIIIIILD...SONO IL RE DEL MONDO...BORN TO BE WILD" Si alzò in piedi sulla moto a braccia aperte cercando di sentire il gasamento che doveva dare ma ..........ARGHHHHH.....Dean fece una frenata improvvisa, poco ci mancò che cadde.
    Un'anatra, con al seguito una fila di anatroccoli, stava attraversando la strada, stava per metterli sotto tutti quanti, ma in extremis il NATO PER ESSERE SELVAGGIO riuscì ad evitarli....il sollievo fu grande e riprese a viaggiare, improvvisamente sentì uno strano suono....SPLATCH! SPLATCH, Splatchino, Splatchino, si voltò immediatamente, le anatre erano ridotte poltiglia, merito di un altro centauro che passava e che ora lo affiancava. Dean da sotto il casco strinse gli occhi a fessura come a dire "Se ti fermi, ti faccio nero" ma l'altro, amichevolmente lo indicò e disse "Squadra Crowley vero?" Lui sbigottito rispose "Demone anche tu?"
    "No, no, Arpia...con le piume, le zampe artigliate e tutto il corredo", Dean rimase stupito, l'arpia era a bordo di una moto come lui, aveva una tuta pressapoco come la sua e sembrava soffrire la sua stessa mancanza d'aria, tutto ciò lo portò a chiedere "E che diavolo ci fai conciata così?"
    "Ordinanza di Crowley, non si da nell'occhio e ci si comporta più umanamente possibile", Dean la riguardò e pensò "Chissà quanto patisce questa pennuta, tutta imbracata da testa a piedi", lei doveva essersi accorta di qualcosa perché, con fare amichevole, gli disse "Ci ho fatto il callo, mi basta uccidere qualcosa per la strada..." a Dean vennero in mente i poveri anatroccoli "...che mi sento meglio....YAAARGHHH"...urlò forte e ripartì a velocità folle sorpassandolo.
    Al grido di SICUREZZA INNANZITUTTO i due si lasciarono.
    Dean, che ormai ci aveva fatto l'abitudine, alzò le sopracciglia, si fermò, tornò indietro e seppellì i resti delle anatre...poco da fare, doveva farne ancora di strada per essere un Demone con i controcazzi! Nel ripartire notò un gruppo di Zombie che, lento lento, avanzava nel bosco, erano inseguiti da un tipo vestito da sceriffo con la barba lunga e da un ragazzino con un cappello da sceriffo...tutti e due provavano ad ammazzare i Non Viventi, chi con la pistola, chi con un coltello....
    Strano questo mondo che ora vedeva con occhi diversi.
    Nella ridente cittadina di Lucy's Cleaver una povera ragazza veniva inseguita da un brutto gruppo di paesani con la cresta alla moicana, i brutti bruti avevano in mano dei secchi pieni di non si sà cosa, ma la ragazza correva disperatamente per evitarli, all'improvviso si sentì un rombo di motori che si placava, era Dean, arrivato giusto in tempo in città per osservare la scena.
    La giovane si diresse verso di lui gridando "Aiuto, aiuto, dovete aiutarmi, mi vogliono...mi vogliono..." Dean la interruppe, dopo dieci ore in quella cazzo di tuta si aprì il giubbotto ed emanando un aura malefica (O era sudore?), per sicurezza, disse "Mi riconosci, sai chi sono io?", lei, interdetta rispose "veramente è la prima volta che vedo un centauro conciato così! Dovrei conoscervi mio salvatore?"
    "Ehm, no! Non dovresti conoscermi, ma aspetta, cosa sta succedendo?" il gruppo di contadini si fece avanti con aria ghignante "Eh Eh Eh...Eh..eh..eh.." tutti insieme lanciarono verso di loro il contenuto dei secchi. Dean si aspettava la solita doccia di acqua santa o roba simile ma rimase stupito quando lo imbrattarono di SANGUE DI MAIALE!
    "Ma che cazzo state facendo? Ma vi siete ammattiti tutti? Oh imbecilli", la ragazza, zuppa come lui, ribattè "Ecco, anche oggi è finita così....oh, ci fosse una volta che mi salvo!" Dean incazzato come non mai si tolse il casco che era imbrattato all'inverosimile di sangue di maiale e vide che la ragazza non era tanto normale......
    Viaggiava nuda e AVEVA TENTACOLI DA POLPO da tutte le parti, sarebbe stata anche il suo tipo, ma tutti quei tentacoli!!!
    "Ehm, signorina, non per farmi gli affari vostri, ma è umana lei?" Lei cercando di pulirsi come poteva lo guardò in malo modo "E ti sembro normale con tutte queste protuberanze?"
    "Ha una malattia rara?" fece Dean, lei sempre più arrabbiata "Già, sono solo un paio di foruncoli...adesso vado a casa e mi do l'anti acne!!".
    I cittadini, sempre più "sadici" si stavano avvicinando di nuovo ed avevano altri secchi, Dean se ne accorse e prendendo la ragazza le chiese dov'è che abitava, "Poco fuori città", la moto riprese a rombare e i due partirono a tutta velocità mentre la folla continuava ad avanzare al suono di Eh..eh..eh...eh...eh...eh...
    Seminata la gente del posto, la situazione sembrava più tranquilla, a parte il fatto che la tizia continuava a tastarlo da tutte le parti con i suoi enormi tentacoli, Dean per cercare di rompere il ghiaccio le chiese come si chiamasse. "Polpus...mi hanno chiamato così le suore".
    Il Winchester non si era mai sentito così in imbarazzo, ma che cavolo di suore frequentava questa poveretta!?! Polpus, Polpus, Polpus...nemmeno tra mille anni avrebbe chiamato una povera ragazza Polpus. Alla fine di un viaggio tutto stretto, stretto (Per merito di lei) i due arrivarono alla chiesa che ospitava Polpus.
    "E così, vivi qui? E' un convento?"
    "Sconsacrato"
    "Va bene, non sono nella posizione di giudicare, ma perché è tutto dipinto di rosso marcio?" chiese Dean con un aria mista tra lo schifato e il curioso.
    "Sono i cittadini, invece delle feste di paese loro hanno il Lancio di Sangue di Maiale sulla chiesa sconsacrata"..URP pensò Dean, non dovevano passarsela bene quaggiù, con un groppo in gola chiese "Ogni quanto succede?"
    "All'incirca trecento volte l'anno, dipende se è Domenica o se piove o se c'è la neve".
    Basta, Dean pensò che non voleva saperne più niente di questo gruppo di svitati che si erano fatti un overdose di "Carrie, lo sguardo di Satana", avrebbe lasciato la ragazza lì e sarebbe ripartito per la sua "Vacanza" che tante gioie gli stava dando...sigh sigh, ma non c'era verso, la ignuda Polpus lo aveva agguantato con i suoi tentacoli e lo trascinava a forza (E che forza, due Tir insieme gli facevano un baffo) verso il portone, i due entrarono mentre Dean pensava con le lacrime agli occhi "Ma è da quando frequento Crowley che ho solo queste conoscenze?"
    L'interno della chiesa era un disastro, cadeva a pezzi, tutto sporco e buio, sembrava giusto giusto il covo di un Crowley qualunque, ma la ragazza glielo presentò come una reggia "Questa è la mia casa, qui è dove vivo, qui è dove ho passato la mia giovinezza...."
    "E qui hai avuto le tue prime...ehm i tuoi primi tentacoli suppongo"
    Si sentì aprire una cigolante porta (E figurati se era oliata!!) e comparve una suora, a detta di Polpus, Dean la osservò attentamente...sembrava avesse finito da poco di fare una strip dance nel club privé. Vestita di nero con uno spacco da urlo, la "suora" aveva tutte le forme al posto giusto e dei capelli ricci di un color ramato, si muoveva come se fosse la regina di Saba e Salomè messe insieme.
    "Non male, non male come pinguino"
    Polpus corse verso la suora chiamandola "Suor Angela...Suor Angela"... Lei l'abbracciò forte forte, Dean fece lo stesso, corse verso la suora chiamandola "Suor Angela...Suor Angela"...Lei gli rifilò uno sberlone che gli fece girare la testa per due minuti.
    A seguire Suor Angela si presentò una altra suora, decisamente moooooooooolto più brutta, anche lei di capelli rossi ma decisamente più bassa e tozza, portava un carrello con del cibo spazzatura niente male, Hamburger in quantità industriale, molta torta di mele, bibite di ogni genere e...Birra che, Dean si accorse, la Suor racchia non disdegnava affatto....
    Polpus corse verso la suora chiamandola "Suor Anne....Suor Anne"....Lei gli infilò un panino in bocca, Dean fece lo stesso, corse verso la suora chiamandola "Suor Anne....Suor Anne"....Lei cerco di colpirlo ma lui prima schivò, poi la colpì di destro e afferro la torta.
    Infine si presentò il Diacono, un uomo grassottello, pelato, sudaticcio e con gli occhi bovini, che masticava non si sa cosa.
    Polpus corse verso il Diacono, ma Dean la fermò prontamente "E' meglio se questo lo lasci stare ragazza mia", Polpus sgranò gli occhi e disse "Ma è il Diacono Blades!"...
    "Sì, sì...per me può chiamarsi come si vuole ma non gli correrei certo incontro"
    L'atmosfera si era fatta piuttosto pesante, specialmente dopo che Dean si accorse che c'era un mendicante da un lato che gracchiava "Cosa vuoi comprare straniero?" e faceva vedere Bazooka, lanciarazzi, mitragliette e compagnia bella, ma fosse stato solo quello ci si sarebbe potuti passare sopra....erano le 17.00 e suonarono le campane...uno strano rumore...SPLASH, SPLASH, SPLASH...Dean estrasse la prima lama "Cosa diavolo è?"....Suor Anne rispose "Oh, sono solo i contadini col sangue di maiale che imbrattano la chiesa"...Dean deglutì e ripose la lama "Ma in città, quanti porcili ci sono? Stanno a tirar sangue tutti i giorni Suor Anna?", Lei non la prese bene "Anne...con la E!!! Capperi!", al Winchester vennero gli occhi neri e con un Uppercut stese la Suora.
    "Calma, calma" disse Blades "vedo che la nostra piccola Polpus è tornata a casa....zuppa come sempre." Dean, ormai fuori di testa, a forza di vederne di tutti colori ribatté "Se la poveretta non viaggiasse tutta nuda con i tentacoli al vento, se gli deste almeno un impermeabilino, se invece di fargli mangiare quelle schifezze...." Di questo si pentì subito dopo averlo detto "Se invece di mandarla da sola ci andaste almeno tu e la Suora brutta...grr...grr", Suor Anne si girò a cercare chi era la suora brutta, ma non capì il concetto. "Calmatevi un po' tutti..." ribadì Blades "...Ora dobbiamo spiegare la situazione al signor Winchester" Dean aggrottò le sopracciglia, come faceva a conoscerlo? E continuando nel discorso il Diacono aggiunse "Polpus, mia cara, è meglio che adesso vai nella tua stanza a rifocillarti", la ragazza , che ormai sembrava una prolunga di Dean si allontanò, ma con la fine di un tentacolo sfiorò la punta dell'indice del Winchester arrossendo, dopodiché, grazie alle sue comode protesi, afferrò la tovaglia del carrello portavivande e facendone una sacchetto uscì dalla stanza, Polpus doveva mangiare come un Elefante pensò Dean, ma non si notava affatto. Appena uscita la giovane, Suor Angela si avvicinò a Dean e leccandogli il lobo dell'orecchio sussurrò "Mi sa che qualcuna si è presa una cotta per te", lo stesso tentò di fare Anne, saltellando perché all'orecchio di Dean non ci arrivava ma fu prontamente fermata dall'uomo "Se ti avvicini ancora di un passo ti prendo a calci in culo da qui al Wyoming!", la Suora con un mesto "Cai Cai...uhm...Cai Cai!" si accostò di nuovo a Blades che riprese a parlare "Signor Dean, noi, come avrà capito siamo Demoni e ubbidiamo al Re degli Inferi. A tal proposito ci è giunto un messaggio dal nostro Sire che vorrei ascoltasse" Il Diacono estrasse uno Smartphone e fece partire un messaggio vocale.
    "Blades, mio caro, tra non molto dovrebbe passare dalle vostre parti un certo Dean Winchester, sarà riconoscibilissimo, gli ho rifilato una tuta da motociclista estremamente pacchiana..." Dean cominciò a digrignare i denti dalla rabbia "...Chiedete il suo aiuto per l'ascensione della nostra Polpus, non dovrebbe negarvelo, è un Demone, ma da poco, ed in passato bastava fargli gli occhi da cane bastonato e avrebbe sacrificato la vita per te..." Dean, schiumava rabbia dalla bocca, ma cercando di non farlo vedere si rivolse ad Angela e disse "Suora, lei conosce tutto quel che conosce il Diacono?", lei balbettando rispose "S..Sì! Tutto, dalla venuta di Polpus fino a dove vogliamo arrivare con lei"
    "Bene" disse Dean, si avvicinò alla Suora, sorpassò brevemente Blades e girandosi di scatto pianto nel collo del Diacono la Prima Lama facendolo cadere a terra morto! Circondato da strana energia mistica che saettava qua e là, dalla bocca del malcapitato uscirono rispettivamente un chewing gum, una polpetta di carne e un cosciotto di pollo, mentre Dean lo prendeva a calci (per sicurezza pensava tra se, ma ci stava solo godendo) si chiese come facesse il bastardo a parlare correttamente con tutta quella roba in bocca.
    "Allora, il 'Re' forse mi ha un poco sottovalutato, ma voglio sentire dove dovremmo andare a parare con quella povera ragazza" disse Dean, tutte e due le Suore sembrarono mettersi sull'attenti ad aspettare ordini, la prima a parlare fu Anne "Ehm...gasp...Polpus è un entità soprannaturale, avrà notato i tentacoli e la pelle diafana, grazie ad un rito di ascensione può diventare un Arciduca demoniaco potentissimo che può incenerire mezzo mondo con la sua ira..." Dean pensava alla dolce ragazza che giudicava aver circa 22/23 anni cominciare a sparare raggi dagli occhi e a vomitare lava dalla bocca, non ce la vedeva proprio, ma d'altronde anche Sam, nei suoi momenti peggiori, non era certo uno stinco di Santo."...Il problema del rito..." continuò Anne...."Senti tappetta..." interruppe Dean "...Ho chiesto a Suor Angela se conosceva tutto, mica a te!" Essere carogna cominciava a piacergli.
    Angela prosegui il discorso "Il problema del rito è che la ragazza deve bagnarsi in uno stagno qui vicino....deve essere tutta nuda e non può, ripeto, non può essere macchiata da nulla, altrimenti l'ascensione non può avvenire e non si può provarci una seconda volta perché dopo il primo tentativo lo stagno sparisce e riappare solo 750 anni dopo" Un bel problema pensò Dean, bastava una goccia di sangue di maiale...."Giusto!" sbottò Dean "Vi gettano il sangue addosso perché la vogliono sporcare, se si 'insozza' non ci guadagnate un tubo!" Le due annuirono, si erano incupite, forse pensavano già a quel bellissimo essere, probabilmente, gigante che urlando al cielo sparava fulmini laser o roba simile dai tentacoli che non poteva venire alla luce per colpa di quei miseri contadinotti, e gli innumerevoli tentativi di mandarla allo stagno in incognita erano miseramente falliti. "Quanto tempo è che ci provate?" Chiese Dean "3652 giorni fino ad oggi" Disse Suor Angela con le lacrime agli occhi.
    "Cosa compri straniero?" il mendicante ripeté ancora..."Ma ti stai un po' zitto, imbecille!" Lo apostrofò Dean, subito riprese a parlare con le due "Ma ai contadini, chi gli ha raccontato tutta questa storia?" Timidamente Anne, che sembrava non volerne sapere di starsene zitta, raccontò che, si dice, una notte era apparso al Sindaco del villaggio un Angelo, gli aveva rivelato che stava per arrivare un immane tragedia di proporzioni Bibliche e che non dovevano assolutamente permettere alla ragazza Polpo di bagnarsi allo Stagno.
    Dean con un aria sbattuta e con voce bassa e monocorde "Sapete come si chiamava l'Angelo?" Le due cominciarono a dire "Cas...toro? Cas..trato? Cas...tello? Cas..." Il neo Demone sbottò "Castiel, Castiel, Castiel, ovunque vada, comunque risorga, mi ritrovo tra i piedi Castiel! A parte il piumato, mi sapete dire perché un gruppo di contadini così credenti sembrano usciti da un film di maniaci assassini?" A questo rispose Angela "Lucy's Cleaver è una cittadina di 1500 anime, tutto normale se non fosse che, almeno la metà di esse è ospite di un manicomio criminale per sociopatici all'ultimo stadio, sarebbero tutti nel braccio della morte, se qui ci fosse la pena di morte, e per volere del 'nostro' visionario Sindaco ora sono tutti a piede libero" Dean si prese la testa tra le mani e cominciò a pensare "Vacanza? Ma quale vacanza, questo è il purgatorio, macché, anche di più!"
    "Sei un demone ormai Dean, vedi di comportarti da bravo demone e quando questa storia sarà finita farò due chiacchiere con sua bassezza spelacchiata!" Si disse tra se e se mentre Anne, sempre più a piede libero continuava a dire "Polpus è la nostra missione, l'abbiamo allevata da quando è nata e..." Al che Dean rispose "Sì, sì....l'avete trovata sotto un cavolo e siete diventate le sue Mamme..." "ESATTO!" Esclamò Angela "l'abbiamo trovata in un campo di cavoli innaffiati prevalentemente da sangue di maiale e non..."
    Dean non parlava più, aveva gli occhi fuori dalle orbite, la bocca spalancata e cominciava a girargli la testa, fece qualche passo indietro e quasi cadde quando inciampò nel cadavere di Blades, un paio di calci al ventre del Diacono e cominciò a sentirsi meglio...."Cosa compri straniero?" "MA TI STAI UN PO' ZITTO STRACCIONE DEI MIEI STIVALI!!!!"
    A questo punto, suo malgrado, Dean cominciò a pensare ad un piano per effettuare la transizione della ragazza in un essere infernale che giocava con gli F15 come fossero aeroplanini giocattolo, ma perché si sentiva in obbligo? Non aveva mai fatto cose simili, non godeva a far del male (Almeno, non così tanto), forse la sua nuova natura di Demone stava prendendo il sopravvento. "Adesso mi farebbe davvero comodo una macchina e non una dannata motocicletta demoniaca" borbottò il Winchester, se facevano alla svelta poteva accompagnare Polpus allo stagno con i finestrini alzati, buttarsi con la macchina nel lago, aprire le portiere et voilà; in suo aiuto Suor Angela disse "Ma abbiamo la macchina del Diacono!" Bene, le cose cominciavano a girare dalla parte giusta (o sbagliata a seconda se eri umano o meno), i tre si incamminarono nel retro della Chiesa mentre un certo mercante straccione ripeteva "Cosa compri straniero?", ormai non ci faceva più caso nessuno. Passando dietro Dean vide che dall'altro lato dello spiazzo si vedeva una finestra, c'era Polpus affacciata, nuda, che tentava di sorridergli con la bocca piena e gli faceva ciao ciao con i tentacoli....Il mostro distruttore di mezzo mondo mah? Chissà come era quello che doveva disfarsi dell'altra metà del globo?
    Un disastro, un semplice disastro!!! Suor Anne, latrice sempre di pessime notizie, gli mostrò l'auto....una DUNE BUGGY rossa con tettuccio giallo, non aveva finestrini....a Dean ricominciò a girargli tutto quel che poteva girargli e stavolta gli mancava anche il Diacono da prendere a calci! Suor Angela, tutta contenta, esclamò "Eccola, eccola, il Diacono ci viaggiava tutti i giorni, andava a controllare se Polpus la sfangava", Dean non riusciva a visualizzare Blades, col cosciotto in bocca, che sgommava per l'intera cittadina di continuo, cercando di osservare Polpus, di non attirare l'attenzione e, possibilmente, evitare docce di Sangue di maiale gettate da un branco di assassini con la bava alla bocca. "Non ci siamo proprio.." sospirò il Neo demone "...dovrò escogitare qualcosa per attirare l'attenzione del 'mucchio selvaggio' e allo stesso tempo trovare un modo che impedisca alla nostra ignuda ragazza di sporcarsi...torniamo dentro". I tre, sempre più abbacchiati, fecero ritorno all'Altare, anche Suor Angela che era una bomba sexy, sembrava fosse stata messa sotto da un carro di buoi, tanto era depressa. Tre demoni, tre forze del male sempre più giù e poi all'improvviso "Cosa compri straniero?" "E BASTA!!! CAZZO! CE L'HAI UN ARMATURA MEDIEVALE TUTTA INTERA? OH, SONO PAZIENTE, MA MICA SI PUO' CONTINUARE COSI'!!!" Gli urlò Dean con quanto fiato in gola; sorpresa, il mendicante malconcio mosse l'ossuto braccio destro in aria per aprirsi le vesti e PUFF...apparve un armatura medievale antica con tanto di elmo e pure scudo e spada.
    Erano tre, tutti e tre con la mascella praticamente a terra che osservavano il prodigio dello straccione "Co..Cosa se ne vuole fare dell'armatura signor Winchester?" bisbigliò Anne, Dean cercando di buttar giù il groppo in gola rispose "Ci mettiamo dentro Polpus, un armatura bella larga come quella la proteggerà, dovrebbero entrarci anche i tentacoli, non si macchierà, la caricherò sulla Dune Buggy e via verso lo stagno" Un ideona pensò Anne fino a quando non si immaginò la scena: Uomo con tuta da motociclista borchiata e casco a teschio che scarrozza un'armatura medievale enorme su una Dune Buggy rossa col tettuccio giallo che, non si sa come, riesce a reggerne il peso e a buttarsi dentro uno stagno il prima possibile mentre sono inseguiti da maniaci assassini con secchi di sangue di maiale in mano.....La Suora non resse, scoppiò nella più grande risata scaturita da un Demone, non ce la faceva proprio , rideva, rideva, rideva e poi incrociò lo sguardo di Dean Winchester....Un demone, sotto tutti i punti di vista, occhi neri che ti osservavano, una lama omicida in mano e un aura assassina (e non sudore) che in confronto un serial killer sarebbe sembrato un bebè..."Scusi signor...." "ZITTA MALEDETTA, SE RIDI ANCORA TI SBUDELLO SEDUTA STANTE!" Gridò Dean, immediatamente Suor Angela si mise tra i due, spostò lievemente di più lo spacco coscia e Dean, vedendolo, si calmò...nella testa, nelle parti basse un po' meno.
    Tornata la tranquillità, Dean si rivolse di nuovo al mendicante Abracadabra che stava ancora col braccio alzato da cinque minuti..."Quanto costa?" chiese gentilmente..."Un anima, ne più ne meno" "Cazzo! Capisco perché sei ridotto così male, hai dei prezzi assurdi, uno sconto?" "Un anima, ne più ne meno!" Non ci sentiva da quell'orecchio ma a Dean venne un colpo di genio... prese Suor Anne delicatamente per le spalle, le lisciò il velo, le fece lo sguardo ammiccante e mentre lei gli abbozzava un sorriso, le diede un calcio nel sedere facendola cadere in braccio al Mendicante/Mercante diabolico...la scena fu terrorizzante, la Suora che scalciava mentre il mercante con il braccio sinistro alzato la faceva precipitare in un ombra oscura, nera come la notte, sembrava che l'essere ora fosse un tutt'uno con i muri spettrali della chiesa e mentre Anne veniva risucchiata nel nulla, i suoi urli si fecero sempre più deboli fino a sparire del tutto.
    Suor Angela, che stava dietro a Dean almeno di due metri, cadde a terra con le gambe aperte, ma Dean, stavolta, non la guardava e fissava la fine di Anne con la E, proprio davanti al mercante; da dietro, la Suora Demone Angela, vide una luce biancastra che sfocava i contorni dell'uomo fino a quando Dean si girò e con aria divertita disse "OK! Anche questa è fatta!" Angela svenne.
    Ripresi i sensi, la Demon Suora, vide ancora Dean che cercava di contrattare col Mercante, la scena era piuttosto strana, lui che sbracciava, faceva vedere il coltello, gesticolava e l'altro, invece, impassibile come una statua; aguzzò le orecchie per sentire cosa dicevano "Una cupola in plexiglass non può costare un anima, via! Siamo vecchi amici, ci conosciamo da più di quattro ore" "Un Anima, niente di più, niente di meno" "Ma dai, mi serve per coprire una macchinetta senza finestrini...non è che sia tutta questa gran cosa!" Ecco cosa cercava, di coprire la Dune Buggy col plexiglass per cercare di creare una protezione a mo' di finestrini, l'idea non era malvagia, ma il mercante non ne voleva sapere "Ascolta, un anima non ce l'ho, però posso darti un corpo morto di Diacono in putrefazione, suvvia, dove la vedi tutta questa differenza?" "Un anima, ne più, ne meno" Dean sbuffò, fece un sospiro e si girò verso Angela, aveva uno sguardo molto poco rassicurante e alla fine fece un sorrisetto maligno, lei capì subito come sarebbe finita....stava per raggiungere Anne...
    "Che sta succedendo?" Era Polpus che, improvvisamente, era rientrata in cappella e gioviale come nelle ultime ore , cercava lo sguardo di Dean. Il Winchester sembrava agitato, non voleva farsi vedere in quello stato, cercava di sorridere, di sembrare normale e alla fine, per nascondere la Prima Lama, la piantò nel primo posto che capitava....guardacaso fu la testa del mercante che mentre schiattava sussurrò "OK, ti faccio lo scontooooooooo" e cadde a terra stecchito, Dean osservò con occhi spalancati lo Straccione "Ma che ho fatto? Ho ucciso il mercante!! ....povero piccolo mercante straccione!" Con il labbro inferiore che tremava dalla disperazione guardò Suor Angela che invece aveva stampato un sorrisetto del tipo "Stavolta mi è andata bene!".
    Polpus, aveva uno sguardo stupito e curioso al tempo stesso, il Diacono stava steso per terra, probabilmente morto, con il cibo che gli usciva dalla bocca, di Suor Anne non vi era traccia, Suor Angela, anche lei per terra ma viva e a sedere si asciugava il sudore con la mano, il povero Mendicante (Che non sapeva perché, ma era lì da una vita, non l'aveva mai visto muoversi da quel lato della Chiesa e non vi si era mai avvicinata, le faceva paura) morto pure lui e Dean stava dritto come paralizzato con il braccio destro che a malapena gli faceva ciao ciao. "Allora, mi dite cosa succede? Per favore" Angela si rimise in piedi e andò da Polpus "Su, su, mia cara, hai mangiato tanto e si è fatto tardi, è meglio se vai a dormire, noi stiamo preparando un piano fantastico per la tua ascensione...lasciaci soli, vedrai che domani sarà un gran giorno" La ragazza fece cenno di sì con la testa e fece per andarsene ma improvvisamente si girò, baciò la guancia di Suor Angela e correndo da Dean baciò anche la sua, dopodiché prese di nuovo la porta e uscì.
    C'erano della panche in chiesa, Dean e Angela a distanza l'uno dall'altra vi si sedettero stremati, per la tensione, si guardarono negli occhi e si dissero "Che giornatina eh?" all'unisono.
    Ancora stravaccati sulle panche Dean e Angela si guardarono attorno, fu allora che il Neo demone notò vicino al portone un sacco di liuta e chiese "che c'è li dentro?" "Solamente bombolette spray, le usiamo per cercare di ridipingere la chiesa, inutile dire che falliamo sempre" "Mmmm....potrebbero tornarmi utili, sai per caso qual'è il posto in città più lontano dallo stagno?" "Ah, il Forchettone del Diavolo, è una collinetta, ci impiccavano la gente nel 1690" "Venite a Lucy's Cleaver, vedrai che ridere..." disse sarcastico Dean "...comunque, ci potrebbe tornare utile, io farò in modo che la 'pacifica' gente del villaggio sia radunata tutta lì per domani, e mentre questi, se ci cascano, rimangono sul posto, noi accompagneremo Polpus allo stagno" "Sembra un piano" Disse Angela.
    Era tardi, ma la notte nascondeva meglio la moto di Dean che sfrecciava verso il centro città con il centauro a bordo, erano passati ben 40 minuti da quando era partito, anche perché a metà strada si accorse che aveva bisogno di una scala ed era dovuto tornare alla chiesa per procurarsene una e legarla alla moto, quando Angela lo aveva visto tornare aveva detto "Già fatto?" "Ehm, no, mi manca una scala, non è che ne hai una?" La Suora gli girò le spalle, abbasso la testa e sconfortata gli indicò un fienile "Sta lì, prendila..." Dean non capì il resto del discorso ma gli parve di percepire "In che mani siamo...ahh...ma chi c'ha mandato il Re, l'apprendista stregone?" Comunque ormai era in viaggio, a tutta birra verso il centro città, al cartello di benvenuto; all'improvviso si senti gasato, forse la velocità, forse la libertà, forse Mamma Lupo che attraversava la strada con i suoi cuccioli e aveva gli occhi grandi come palle da biliardo e fuori dalle orbite nel vedere un centauro demoniaco precipitarsi verso di lei.
    "AAARGHHHH....non di nuovo!!!" Urlò Dean frenando, la lupa sembrò quasi rizzarsi su due zampe, agguantare i suoi piccoli e scappare a gambe levate...Ma la moto di Crowley che c'aveva scritto? Venitemi incontro che vi metto sotto? Comunque poco dopo raggiunse la sua meta, il cartello di benvenuto di Lucy's Cleaver, c'era il solito saluto, il numero di abitanti e tutto il resto, ma Dean aveva intenzione di aggiungerci qualche postilla. Salì sulla scala e con lo spray rosso fuoco scrisse "Maledetti bastardi figli di puttana, siamo stanchi dei vostri secchi, vi sfidiamo ad un confronto alle 09.00...." Dean si accorse che, per come aveva scritto, non gli ci entrava la frase, pensò bene di aggiungere "Continua sulla parte posteriore del cartello..." Girò la scala e sull'altro lato scrisse "...Al Forchettone del Diavolo, saremo io, il centauro incazzato di oggi, Polpus la ragazza con la voglia di uccidervi tutti..." In verità Dean non aveva mai sentito Polpus proferire parole d'odio ma l'iperbole ci voleva "...e Suor Angela armata di pugnali e mitragliatori ad accogliervi, non mancate branco di fetenti..." Lo spazio ricominciava a mancare "...Ecc.. ecc...Stronzi!" Tanto per chiudere, avrebbero abboccato sicuramente, non sembravano proprio dei geni.
    Tornato alla Chiesa, Dean rinforzò il più possibile l'asse della Dune Buggy, le sospensioni, controllò olio e pressione delle gomme e, alla fine, stremato, andò in una camera che Angela aveva preparato per lui.
    Passarono circa 10 minuti da quando Dean si era levato l'imbracatura e si era steso sul letto, la porta si aprì, era Polpus, naturalmente nuda (ma perché non gli avevano insegnato a vestirsi? Demoni del cavolo) che lo guardava con occhi tristi, stringendo il cuscino tra le braccia "Dean, ho paura.." "Di cosa?" rispose Dean "Di domani, sono anni che mi parlano di dover ascendere, ma non sò, farà male? Sarò uguale a prima? Potrò continuare a giocare con le Suore?....anche se Suor Anne non la trovo più" Gulp, deglutì Dean prima di fargli cenno di sedere accanto a lui, lei ci mise un attimo, era già al suo fianco, tremava e il maggiore dei Winchester le carezzò la testa dicendole "Non devi aver paura, il cambiamento non è male, nella vita si deve cambiare..." Dean pensava al suo ultimo cambiamento e rabbrividì "...e poi, ci siamo io e Suor Angela, ci assicureremo che non ti succeda nulla." Più che altro ci sarebbe stato attento lui, Angela la voleva vedere sputare fuoco e fiamme "Quindi, non temere ragazza mia, andrà tutto bene" "Ma..ma..ho ancora un po' di paura, posso restare a dormire con te?" Cielo, una ragazza ventenne tutta nuda, voleva dormire con lui, non poteva certo farsi prendere dai bassi istinti, era troppo gentile ed ingenua "Ma certo, fai la brava, non aver paura e dormi sogni tranquilli" "Grazie Dean, ti voglio bene" e lì partì la tragedia, la ragazza si fiondò su di lui con tutti i tentacoli, sembrava di essere tra le spire di un serpente, la forza che produceva Polpus lo spinse supino mentre lei sorridente, con una lacrimuccia al viso, si addormentò candidamente, sarebbe stata una lunga notte.
    E venne la mattina, la porta si spalancò, era Angela che, con quanto fiato aveva in gola, urlava "Polpus, dove sei?" Dean sobbalzò, per quanto poteva, era legato stile salame dai tentacoli di Polpus. Polpus sobbalzò e divenne rossa in volto, lasciò la presa e scappò via in fretta e furia, finalmente poteva respirare tranquillamente ma non si accorse del pericolo mortale....Suor Angela con una mannaia in mano lo guardava con occhi iniettati di sangue e gorgogliava "Cosa hai fatto alla mia Polpus, se l'hai sfiorata solo con un dito, Prima Lama o meno ti caverò gli occhi dalle orbite!" "Tutto bene, tutto bene, non è successo nulla, lo assicuro, la ragazza aveva solo un po' di timore, l'ho tranquillizzata" E zitto, zitto...quatto, quatto Dean fece la sua uscita mentre Angela rimaneva a fissare la stanza emettendo vapori color rubino dalla bocca.
    Fecero colazione, a base di hamburger e waffle, tutta roba iperproteica che a Dean piaceva da matti, ma che non pensava fosse la dieta giusta per Polpus, Va da sè che la ragazza non aveva un filo di grasso, forse aveva un metabolismo parecchio accelerato. Dopo mangiato era venuto il momento della vestizione, infilare Polpus dentro l'armatura si rivelò più arduo del previsto, lei ci entrava benissimo ma ogni tanto schizzava fuori un tentacolo da una parte o da un'altra e poi c'era il problema della fessure, l'armatura ne aveva parecchie e vennero coperte con del panno carta attaccato con lo scotch da pacchi, alla fine la povera Polpus avrebbe fatto pena ad una mummia dentro un sarcofago "Dobbiamo permetterle di respirare" disse Dean e l'umanissima Angela gli lasciò aperto un buchetto striminzito, ma ogni tanto si sentiva un rantolo che più o meno diceva "Muoio, stò facendo la sauna, mi sciolgo, mi sciolgo, mi volete cuocere in forno?" La Demon Suora, per niente pietosa questa mattina, le diede un colpo sulla spalla e l'armatura cadde per terra KA-TLANG, BA-TLANG "AIHOOOOOOOOOOOO!!!!!!" urlò Polpus, Dean squadrò Angela e disse "Non si deve sporcare, deve viaggiare (non si sa perché) nuda, ma va benissimo se si riduce ad un ammasso di carne sanguinolente?" La Suora si proferì in mille scuse, a dirla tutta disse solo "mi dispiace" ma fece bene a stare zitta perché, per rimettere in piedi Polpus, ci volle mezz'ora e il tempo cominciava a stringere.
    Dean, che aveva sempre delle brillanti idee (A detta sua), sostenne che bisognava essere più leggeri possibili e quindi alla guida dell'auto doveva esserci Angela, mentre lui le scortava in moto nel caso ci fossero sorprese, lei annuì ma protestò un attimo quando lui le disse "In bikini, via quella palandrana pesante, più leggeri, più leggeri" Lo disse con un sorrisetto niente affatto sincero ma la Suora obbedì. E via, accompagnare e far sedere Polpus fu una fatica immane e con quella tuta borchiata Dean patì un caldo infernale (E lui sapeva bene di cosa parlava) ma l'impresa fu resa più piacevole dalla vista vicina vicina delle rosee carni di Angela, aveva davvero tutte le cose al posto giusto e viaggiava con un reggipetto sexy e un tanga "Ma vestono tutte così le Suore?" Si chiese Dean, dopodiché si rivolse a Polpus "Tutto bene?" "Se continua così, mi spariscono pure i tentacoli, si scioglieranno!", Bisognava fare in fretta.
    Misero in moto, la macchina sembrò faticare un poco all'inizio, ma poi partì, Dean la seguì a ruota controllando il paesaggio circostante, passarono circa venti minuti quando Angela gli gridò "Ci siamo quasi, dopo quella collinetta c'è lo stagno!" "Bene, meno mal...." Improvvisamente Dean vide che sulla collinetta di fronte a loro si palesarono almeno un migliaio di persone "Ma che cazzo ci fanno qui? Li ho deviati dall'altra parte della città!!!" Angela sgranò gli occhi " Ma oltre che bruti sono pure analfabeti?" "E che ne so io! Ho scritto di incontrarci al Forchettone del Diavolo, mica qui!" Lei sgranò ancor di più gli occhi "Al Forcone, non al Forchettone, il Forchettone è questa collina qua!" "Ma io ho capito bene, hai detto Forchettone!" "No! Ho detto Forcone!!! Maledizione a te!" Dean prima pensò "Ma che città del cavolo da una parte c'hanno la collina Forchettone e dall'altra la collina Forcone, la fantasia al potere eh?" e poi si rese conto che, chiunque sbagliasse, avevano davanti dei contadini che ci leggevano benissimo, leggevano anche i cartelli dalla parte opposta e che erano puntuali come un orologio svizzero, Polpus disse "Aiuto, muoio...."
    Dean fece cenno ad Angela di proseguire, agli onesti 'indemoniati' cittadini ci avrebbe pensato lui, non per nulla si era portato dietro due mitragliatrici che il Mercante aveva lasciato per terra prima di trapassare così repentinamente. Corse verso di loro e, a mano a mano che si avvicinava, notò che stavolta oltre i soliti secchi avevano anche machete, qualche pistola e quelle che sembravano scimitarre (Negli U.S.A a brandire scimitarre? Che ci fosse anche una porta spazio tempo da qualche parte?), ma tutto questo non lo spaventava, era un Demone dopotutto, e via a sgommare ed impennare davanti alla gentaglia col mitra alzato, siccome era dannatamente cattivo....cominciò a sparare colpi in aria, la folla un po' rimase basita ed indietreggiò ma durò poco, si rifecero avanti anche se con più cautela. Dean cambiò strategia, sparò alle gambe dei fottuti cittadini, ne stese almeno una ventina al primo giro, poi virò indietro, si rifece avanti e li inzaccherò del fango provocato dalle sgommate precedenti, i bastardi indietreggiarono di nuovo, il fango li aveva presi anche negli occhi. A forza di andare avanti così, la gente indietreggiava sempre più, tra una sventagliata di mitra e una spruzzata di fango; nel frattempo Angela e Polpus si stavano avvicinando, bisognava fare alla svelta e Dean cambiò ancora strategia, Demone o non Demone avrebbe sparato ad altezza Uomo, prese la mira, premette il grilletto e....NIENTE...ripremette il grilletto e ancora NIENTE, aveva finito i proiettili, la prese bene, mollò i due mitragliatori, lasciò il manubrio, alzò le braccia al cielo e urlò "Ma chi è che ce l'ha con me?", la gentaglia sembrò ascoltarlo perché in risposta riparti il loro "Eh eh eh...eh eh eh" Fu allora che Angela gli gridò "Stiamo arrivando... liberaci la strada!!!" e Polpus continuò "E scusa, potresti sbrigarti, avrò già perso 10 chili in questa sauna, scusa eh" Dean riabbassò la testa, si guardò intorno e vide alcuni feriti dalle sue mitragliate, avevano perso i secchi e le spade...."Ah ha" Pensò, era giunto il momento della cretinata scavezzacollo alla Winchester per cui erano diventati famosi i fratelli, acchiappò da terra le lame e le conficcò orizzontalmente nel muso della moto a forma di teschio, sia a destra sia a sinistra, adesso aveva il muso di motocicletta più pericoloso di quelle parti.
    Ci voleva coraggio per fare quello che voleva fare, frenò con la ruota davanti, la moto sbandò ma venne controllata e invece si sbalzare Dean in avanti piroettò su se stessa, fu allora che il maggiore dei Winchester riaccelerò cominciando a girare come una trottola, e mentre lo faceva andava avanti e affettava col muso i 'poveri' contadini che cominciavano, pazzi o no, a sudare freddo, erano vittime di una specie di tornado motorizzato con le lame. Angela, seminuda alla guida della macchina, vide la scena, fra un misto di stupore e di eccitazione da brividi alla pelle, non riusciva a credere a quel che vedeva, una trottola impazzita che rimbalzava squartando un gruppetto di contadini fino ad un altro con un rumore simile a SQUASH, BONG, SQUASH, BONG, SCREEEEE, SQUASH e di sottofondo un grido "AIUTOOOOOO!!!!! MA CHI ME L'HA FATTO FAREEEEE!?!?!" Polpus dalla sua postazione non vedeva nulla ma la Suora le disse "Non sai cosa ti stai perdendo figlia mia, che scena, che scena!" "Si sta facendo male qualcuno?..." Chiese Polpus "...Non voglio che si faccia male nessuno" "E' un po' tardi, ragazza mia, non sò se ci saranno morti, ma feriti ne vedo un sacco!".
    La strada attraverso la collinetta che portava allo stagno era ridotta ad una palude di ossa e sangue, fra quello dei secchi e quello versato dalla folla... Chi era sopravvissuto al Flipper Demoniaco, convinto o no dalla visione di un Angelo, se l'era data a gambe e finalmente Dean aveva smesso di girare "Pant, Pant, ce l'ho fatta...ce l'ho fatta" Disse Dean mentre la Dune Buggy si era avvicinata e frenava "Tutto bene Dean?" Chiese Angela con gli occhi fuori dalle orbite, si vedeva lontano un miglio che quel bagno di sangue la eccitava, si vedeva anche perché mentre gli parlava si bagnava le labbra con la lingua e poggiava lentamente la mano al petto
    "Tutto ok, un minuto per riprenderm...." Dean cadde a terra vomitando tutto quello che aveva in corpo, era una cosa normalissima, ma Angela ebbe uno spasmo di piacere "ma guarda questa figlia di p......." pensò Dean.
    Finalmente arrivarono allo stagno, a Dean non parve tutta 'sta gran cosa "Ma siamo sicuri che sia il posto giusto?" "Sicurissima" Rispose Angela mentre delicatamente aiutava Polpus a scendere, la piccola doveva aver passato le pene dell'Inferno in quel forno d'armatura con solo un buchetto per respirare e anche Dean si prodigò per farla uscire con delle cesoie, avevano pensato di usare la fiamma ossidrica ma la povera Polpus sarebbe finita flambé tanto era fortunata. Pian pianino l'operazione 'libera la povera Polpa o si squaglia' ebbe successo e alla fine la ragazza riuscì a respirare a pieni polmoni con grande piacere, ma il suo sguardo si fissò sullo stagno "Andrà tutto bene?" chiese Polpus, Angela tutta contenta e saltellante in reggipetto e mutandine non fece nemmeno caso alle preoccupazioni della ragazza, ma Dean, che nel frattempo si era seduto e ripulito dal sangue dei contadini, fece cenno di sì e aggiunse "Ti ha allevato con cura e amore, non permetterà che ti succeda niente di male" Indicò con la testa la figura della Suora ignuda che ballava "Sarà, ma comincio ad avere qualche dubbio" Polpus abbozzò un sorriso, Angela si avvicinò e disse "UHm. Ecco, adesso sarebbe il momento giusto per bagnarsi nello stagno piccina mia" "Sì, sì, forse è il momento" Rispose Polpus. Nell'avvicinarsi all'acqua un tentacolo sfiorò le cosce di Angela e la ragazzina trasalì fermandosi di colpo, il viso più pallido del solito, gli occhi spalancati dalla paura e girandosi guardò Dean, lui se ne accorse subito e la raggiunse "Che succede? Qual'è il problema?" "Ho visto qualcosa, credo fossi io, ma ero diversa, me lo aspettavo ma non pensavo così..." Deglutì "...Facevo paura, tanta paura e mi è sembrato di vedere Angela ridere e urlare a squarciagola mentre facevo delle cose...delle cose..." Cominciò a piangere a dirotto, Angela non capiva cosa stesse accadendo e inclinava la testa confusa. Dean abbracciò Polpus, la consolò e alla fine staccandola da se, le toccò la base della nuca con una mano e l'accarezzò, come aveva fatto la notte scorsa, sulla testa "Vai tranquilla, Baby, sono sicuro che sono solo sciocche paure, tranquilla, vai!" e le diede una spintarella per farla ripartire, lei non ancora convinta riprese la via dello stagno.
    Dean accostò Angela, mentre Polpus andava avanti, e le chiese "Di preciso, come dovrebbe cambiare?" Lei, con un sorriso abbastanza spaventoso gli rispose "Nessuno lo sa con certezza, ma nelle Scritture sataniche si dice che 'Verrà un giorno in cui da uno stagno sorgerà una creatura cerea con ali che sconquasserà l'ordine naturale' e cose simili, non mi aspetto altro che terrore e morte da qui in avanti, per noi Demoni sarà una bella festa" E di nuovo gli sorrise avvicinandosi di più tentando quasi un approccio sessuale. Dean rimase fermo, rigido nel guardare Polpus cominciare a mettere piede nello stagno, non pensava affatto ad Angela e alle sue avance, piuttosto rimuginava tra se e se chiedendosi "Sto facendo la cosa giusta? Mi sto comportando come dovrei? Cosa sono realmente?".
    Polpus, alla fine entrò dentro lo stagno, all'inizio sembrò non succedere nulla, poi, un'esplosione abbagliante, dall'acqua s'innalzò una colonna di luce che sembrava toccare il Cielo, Angela rideva, piangeva, saltava, si strusciava, sembrava pervasa da un estasi senza pari che Dean guardava con sguardo distratto, il rito sembrava procedere a buon fine, altri piccoli botti, come fuochi artificiali seguiti da boati più potenti, e alla fine tutto finì, la luce cominciò a dissiparsi e lo stagno sparì come fosse stato prosciugato, Polpus era di nuovo tra loro.
    Angela si mise in ginocchio, Dean era sempre in piedi e osservava, Polpus veniva avanti con disinvoltura e alla fine fu davanti a loro, cambiata, molto cambiata.
    Polpus disse la prima frase della sua nuova vita "Cosa mi è successo?" Angela si alzò in piedi di scatto, l'ira negli occhi, cosa stava guardando?...CHI ERA QUELLA RAGAZZA COMPLETAMENTE UMANA, SENZA ALI, SENZA TENTACOLI E DAL COLORITO ROSEO!?!?!?! Dean fece un sorrisetto e disse alla ragazza "Allora, è stata così brutta?" "Ho sentito caldo, molto caldo, la luce mi abbagliava e poi..." Smise di parlare perché perse l'equilibrio, non era abituata a stare in piedi senza essere circondata da tentacoli, tutto questo non placò certo Angela che sbraitava "Cos'è successo, siamo stati attenti a non sporcarla, come è possibile, è..è..è...solo umana!!" Dean, finalmente guardò la Suora e con fare disinvolto disse "Forse è un po' colpa mia!! Scusa eh!" Angela parve impazzire "COSA HAI FATTO??? COSA HAI FATTO?!?" "Ascolta Angela, sono un Demone, ma, come diceva Crowley, lo sono da poco e devo farmi le ossa, Polpus mi ha detto cosa ha visto, non mi è piaciuto, non mi è piaciuto per niente e quindi 'casualmente' un dito della mia mano 'sporca' del sangue dei contadini l'ha toccata sul collo" Polpus piangeva dalla gioia e abbracciò Dean, finalmente era tutto finito.
    Angela, impietrita, guardava con rabbia i due, pensava agli anni passati ad accudire quella "ragazzetta" per il potere, gli importava poco o nulla di Blades o di quella stupida di Anne, il sogno di poter affiancare un Arciduca demoniaco era andato in fumo. Le mani cominciarono ad allargarsi così come tutto il resto del corpo, le unghie a diventare artigli, in bocca i canini si allungarono, apparvero degli occhi nero pece e il Demone Angela si scagliò con tutta la sua forza verso i due.
    Dean non ebbe un attimo di esitazione, allontanò Polpus, estrasse la Prima Lama e quando Angela fu sopra di lui la pugnalò al ventre. La guardò con occhi neri anche lui e la salutò "Ci si vede all'Inferno Angela!" e la Demone cadde come uno straccio bagnato "Va bene, anche questa è andata" Disse Dean, rivolgendosi a Polpus con sguardo dolce, la giovane non sembrava più sorpresa del comportamento di Suor Angela "Ora vediamo di trovarti qualcosa da metterti addosso, che ne dici?" le si rivolse Dean "Sì, certo, mica posso stare sempre tutta nuda".
    Tornarono con la moto alla chiesa, Dean a Polpus mise il casco, se cadeva avrebbe potuto farsi male, invece ora, tutta nuda ma con il casco in testa si stava molto più sicuri; a proposito di sicurezza, il fatto che Polpus stesse avvinghiata (sempre tutta nuda) a Dean non lo faceva viaggiare con la dovuta cautela, ogni tanto, quando sentiva un certo tocco morbido alla schiena, perdeva un po' il controllo del mezzo ma, alla fine, i due riuscirono a tornare alla casa base.
    Peccato, vestiti per Polpus non ve ne erano, certo non poteva indossare quelli di Anne, più bassa, più grassa, più brutta (ma su questo si poteva passare sopra) e nemmeno quelli di Angela, più alta, più formosa e tutti, anche se si faceva passare per Suora, estremamente sexy, alla fine Dean rimpianse di aver accoppato il mercante, magari poteva tirare fuori un vestito decente da quelle sue dannate maniche, però c'era il problema: se avesse chiesto un anima, che gli avrebbe dato? Strappando un po' qua e tagliando un po' là misero insieme un vestito perlomeno decente, Polpus rideva felice e faceva giravolte mentre Dean la guardava divertito. Era proprio un Demone senza sentimenti.
    Ripresero il viaggio e Dean trovò su una cartina una possibile città "Bliss of Splending Glory", un nome una garanzia, e sgommando a tutta velocità raggiunsero il centro cittadino, Dean fermò la moto a pochi metri dalla centrale di Polizia, prese per le spalle Polpus e le disse "Allora, fai come abbiamo pianificato, entri, ti presenti e dici che sei stata rapita da bambina da una setta di adoratori di Satana, non ti ricordi più nemmeno chi siano i tuoi genitori ma 'quelli' ti hanno trattato bene fino a quando non dovevano sacrificarti, il che non è nemmeno tanto falso, dopodiché, nel momento del rito, chissà per quale divergenza, hanno cominciato ad uccidersi l'un con l'altro, questo spiegherà la carneficina in collina, tu allora sei scappata, hai fatto l'autostop e sei arrivata qua...chiaro?" Lui la guardava con sguardo dolce, ma lei annuendo si percepiva che stava per mettersi a piangere "Ma, così, non ci vedremo più? Io voglio rimanere con te!" "No, su, dai Baby, non fare così, devi avere una vita normale, io non l'avrò mai, fai come abbiamo detto e ti assicuro che andrà tutto bene, e chissà, forse un giorno ci rivedremo...sai cosa?" Dean sorrise "Ti regalo la moto e il casco, sono tuoi, così quando vorrai sentirti un po' selvaggia e ricordarti di me salterai in groppa e potrai gridare al vento BORN TO BE WIIILD!" Lei, ancora titubante, fece per incamminarsi ma Dean la fermò "Aspetta, aspetta...non puoi proprio presentarti ai poliziotti come Polpus..." "E allora come dico che mi chiamo?" Sbatté quelle ciglia scure che erano arrivate dopo la trasformazione. "Uhm...bé...Mary....Mary Singer...che te ne pare?" Alla ragazza parve piacere parecchio e, dopo aver abbracciato Dean, si diresse verso le scale che portavano all'ingresso della centrale. Fu l'ultima volta che la vide, ma sapeva che se la sarebbe cavata alla grande.
    Il telefono della cabina telefonica squillava e squillava, alla fine si senti un click "Qui il RE degli Inferi, patti demoniaci decennali, anime in cambio di fortuna e gloria, tutto quel che desiderate al costo di un Anima, ne più ne meno" Dean trasalì per un momento, gli ricordava qualcosa l'ultima frase, ma cominciò a dire "Alza quel culo demoniaco da quel trono e vieni a prendermi, dobbiamo parlare...e voglio che vieni a prendermi in auto, niente teletrasporto e cazzate simili, voglio godermi almeno il viaggio di ritorno, non mi fare arrabbiare, non ti piacerei se mi vedessi arrabbiato" una decina di ore dopo una limousine si accostò ad un palo della luce, ci stava appoggiato Dean che beveva una Birra.
    "Allora Dean, com'è andata la vacanza?" Disse Crowley invitandolo ad entrare in macchina, "Vacanza, sì, come no, vuoi che ti dica 'bricconcello' o figlio di puttana?" Ed entrò, fissando con occhio torvo l'autista nel posto davanti che faceva finta di non vedere e non sentire, Crowley spostandosi un po' più sulla sinistra fece posto al Winchester e continuò in modo sarcastico "Ma come, non ti sei divertito?" La Prima Lama saltò fuori in un baleno e si avvicinò al collo del 'Re'. "La prossima volta che mi fai uno scherzo del genere non so se ti risparmio quella che tu consideri vita!" ghigno Dean, ritraendo il coltello "Come ci sei arrivato?" chiese mellifluamente Crowley, "Mi è parso strano che uno con le tue manie di controllo avesse voglia di gestire un Arciduca Demoniaco che, se andava bene, distruggeva tutto ciò che vedeva, mi hai mandato a Lucy's Cleaver apposta, speravi che non essendomi ancora abituato alla mia nuova situazione avrei avuto dei dubbi e avrei deciso secondo coscienza, se ne avevo ancora, sottinteso" Il Demone scrollo le spalle, si accomodò ancor di più e lo fissò "E che fine hanno fatto i miei subalterni?" Dean non rispose, ma cominciò a rimirare la Prima Lama mentre la girava e rigirava, poi diede uno sguardo a Crowley, "Ah, ho perso del personale a quanto pare..." Disse il Re"...va bé, gente che viene, gente che va, che ne dici se sotterriamo per un po' l'ascia di guerra? Ti invito in un localino di tuo gusto, ci sono belle cameriere, si beve e c'è pure il Karaoke" e mentre lo diceva beveva un vino stagionato da chissà quanti anni in un bicchiere di cristallo, Dean girò la testa verso il finestrino, fece cenno di sì e ripensò a questa sua nuova vita, a Polpus e alla sua gentilezza e con la coda dell'occhio intravide, attraverso gli alberi che costeggiavano la strada, un gruppo di Zombie che, lenti lenti, inseguivano un tizio vestito da sceriffo e un ragazzino con un cappello; che cose strane recepiva ora con questi suoi nuovi occhi.


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    Messaggio Da Kim Winchester Dom Lug 26, 2020 7:09 pm

    Oggi ho fatto giusto in tempo a leggere la FanFiction di Dokuro, e poi il Forum è andato in totale manutenzione per tutto il pomeriggio!!! Cioè, Dokuro scrive una FanFiction su SPN e salta tutto il Forum:  Coincidenze?  Mah!!!!
    risatarisatarisatarisata

    Comunque: bravo Doku!  Sembra una puntata di SPN diretta da Robert Rodriguez  sogghigno sogghigno 


    Complimenti per la fantasia e anche per l'impegno, visto che il testo ha una discreta lunghezza.
    La lettura è fluida e scorre piacevolmente!  Si ride molto e in più occasioni.
    Io, in particolare, ho gradito  molto i diversi riferimenti e rimandi, visto che amo le citazioni e gli omaggi ad altre cose.....

    Però..... la prossima volta che ti accingi a scrivere su Spn, gradirei: un Dean solo cacciatore e non demone.... Gradirei che sia accompagnato da Sam, e magari anche da Cass...... Gradirei che sia alla guida della sua Impala, anche se credo se la caverebbe discretamente anche in moto, o su una Dune Buggy, come con qualsiasi altro veicolo d'altronde......   E infine.... Bromance, per favore.... un po' di Bromanceeeeeeee!   sogghigno sogghigno sogghigno sogghigno

    P.S. Spero che il tizio vestito da sceriffo e il ragazzino col cappello se la siano cavata poi..... l'aiuto di Dean avrebbe fatto comodo!  Vabbé, la prossima volta dai!

    Grazie per la piacevole lettura!


    applauso applauso applauso applauso


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    Messaggio Da annika Lun Lug 27, 2020 8:16 pm

    Bravo Dokuro,proprio una bella storia,migliore di tanti episodi di Spn :Polpus, Suor  Angela ,Suor Anne con la e applauso applauso applauso applauso applauso applauso


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    Messaggio Da APUMA Mer Lug 29, 2020 1:56 pm

    - Titolo Fan Fiction: Il Sonno dei Giusti (Prima parte)
    - Nome/Nick autore: APUMA
    - Fandom: Supernatural
    - Timeline: Quarta stagione; tra la 4x18 e la 4x20.
    - Sommario: Drammatico, soprannaturale, orrore.
    - Spoiler: anche se si svolge nella quarta stagione ci sono dei riferimenti della quinta, quindi dovrete aver visto fino alla quinta stagione.
    - Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel, nuovo personaggio, vari...
    - Disclaimer: i personaggi delle Serie Tv SUPERNATURAL non mi appartengono, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Dean sta passando un periodo molto depressivo, ma le cose peggioreranno quando gli verrà chiesto di affrontare un incubo ad occhi aperti.




    Il Sonno dei Giusti (Prima Parte)

    Dean Winchester stava sognando. Nulla di eccezionale, tutti gli esseri umani sognano, i sogni sono un fenomeno psichico legato al sonno. In media si sogna, nella fase REM, fino a sei o sette sogni per notte. Normalmente i sogni servono all'uomo per catalizzare tutti gli avvenimenti avvenuti nell'arco della giornata; ma questo valeva anche per Dean? Lui non lo sapeva, aveva un rapporto con i sogni disastroso, infatti quelli che lui aveva erano solo ed esclusivamente INCUBI. Per tutta la sua esistenza Dean era stato vittima di incubi continui; i primi brutti sogni che fece erano delle sciocchezzuole, sognava il classico mostro dentro l'armadio, ma poi ci pensava suo padre ad aprirlo e a mostrargli cosa ci fosse dentro, i suoi giocattoli, i suoi vestiti, i suoi colori per disegnare, non c'era mai un mostro dentro l'armadio perché i mostri non esistevano e sua madre non aveva mai replicato, benché qualche mese prima avesse scoperto che lei, prima di sposare John, fosse una cacciatrice, ma la nuova vita che aveva costruito doveva essere normalissima, doveva renderla felice ed appagata e quindi i mostri non esistevano.
    Un notte, un mostro entrò dentro la loro casa e Mary morì. Dean non aveva visto sua madre morire, aveva sentito gli urli, l'odore del fumo che gli faceva lacrimare gli occhi, suo padre che gli metteva tra le braccia quel fagottino che era Sammy e gli gridava di correre fuori dalla casa, ricordava le fiamme che uscivano dalla finestra della camera di Sam e i pompieri che faticarono non poco a spegnere il fuoco, ma lui ormai sapeva. Sua madre non sarebbe mai uscita da lì come aveva fatto suo padre, sua madre era morta e lui non avrebbe mai più potuto dirle quanto l'amava, non avrebbe più bevuto il latte e i biscotti dopo un brutto sogno con degli stupidi mostri ridicoli che uscivano dal suo armadio, non avrebbe più rivisto il suo sorriso...e da allora i brutti sogni divennero, in tutto e per tutto, incubi.
    Se li ricordava quasi tutti; dopo la tragedia gli incubi di Dean riguardavano il fuoco: sua madre moriva nelle fiamme, suo padre moriva nelle fiamme, il suo fratellino moriva nelle fiamme. Era arrivato ad un punto che qualunque cosa riguardasse il fuoco, compreso un fornello accesso, gli faceva venire l'ansia. Ma piano piano passarono, Dean era troppo occupato a crescere suo fratello. Avrebbe dovuto farlo John, ma con la morte di Mary, John aveva sviluppato un carattere oscuro, l'unico scopo della sua vita era la Vendetta. Una cosa che Dean capiva, ma che essendo piccolo, difficilmente digeriva. Lui doveva lavare Sammy, cambiare Sammy, dar da mangiare a Sammy, proteggere Sammy da tutte le ombre che si muovevano nel buio. La prima parola che Sam disse non era mamma, e nemmeno papà, fu "Dee", un vezzeggiativo che Sam continuò a pronunciare per moltissimi anni. Non avere il padre lì con lui ma saperlo fuori a cacciare, aveva fatto venire gli incubi a Dean su suo padre che veniva sbranato da qualche mostro sconosciuto. Quando si svegliava e reprimeva l'urlo che gli saliva dalla gola per non svegliare Sam, suo padre non c'era mai a consolarlo, perché John rischiava davvero di non tornare da una delle sue cacce.
    Col crescere Dean si abituò agli incubi, ma dopo la partenza di Sam per Stanford fu un colpo troppo forte, e se prima vedeva John ucciso, ora era Sam che veniva trascinato nel buio e divorato, fatto a pezzi con Dean che non riusciva a muoversi ne a gridare. Furono mesi duri, ma siccome Sam sembrava stare benissimo a Stanford (una cosa che a Dean quasi dispiaceva), piano piano anche quelli divennero routine.
    Gli ultimi incubi che lo avevano devastato erano su suo padre. Stavolta era morto ed era andato all'Inferno, e non soddisfatto di sentirsi in colpa, Dean aveva venduto la sua anima (proprio come John) per far tornare in vita il suo Sam. L'idea dell'Inferno che lo aspettava non lo faceva dormire. Si diceva che avrebbe riposato, che vedeva la luce in fondo al tunnel di quella vita disastrata, ma chi voleva prendere in giro? L'Inferno, e tutti i demoni che vi abitavano, si sfregavano già le mani all'idea di fargli la festa.
    Ma poi successe il miracolo. Dean era morto, era stato scaraventato all'Inferno, ma per qualche assurda ragione, ai piani alti avevano deciso che lui doveva tornare. Ed era tornato. Incubi compresi. Tutte le anime che aveva torturato lo perseguitavano incessantemente; e le cose non erano migliorate, anzi...dopo che Alastair gli aveva detto che lui aveva spezzato il Primo Sigillo che avrebbe permesso il ritorno di Satana, Dean non passava notte in cui non si svegliasse in un bagno di sudore. Suo padre era stato cent'anni all'Inferno e non aveva mai ceduto. Lui sì. Oh, certo, non siamo tutti uguali, lui aveva visto anime che si arrendevano anche dopo una sola settimana di torture, Dean aveva resistito trent'anni, ma gli altri dieci era stato uno degli inquisitori più promettenti del demone e questo non riusciva a lasciarselo alle spalle. La sua esistenza era un incubo ad occhi aperti, ed incubi ogni notte. Non c'era pace per Dean Winchester.
    Ecco perché adesso era molto circospetto. Stava sognando. Un sogno come un altro. Non c'erano mostri, non c'erano demoni. Un prato verde che tendeva verso un verde scuro, il sole al tramonto, un piccola brezza muoveva qualche fiorellino sparuto qua e là. C'era calma...ma era una calma apparente, dentro di se sapeva che stava per accadere qualcosa, i suoi sensi erano già all'erta...
    - Non avere paura, non voglio farti del male. -
    Quell'unica frase fece drizzare tutti i peli a Dean, che si girò su se stesso pronto a scappare via con le ali ai piedi, ma le parole che aveva udito erano uscite da un uomo che era proprio dietro di lui. Niente fuga da quella parte. Grande!
    - Oh, scusa, ti ho forse spaventato? -
    Dean rimase perplesso a quello che si ritrovò davanti. Un giovane di, forse, ventuno o ventidue anni, lunghi capelli biondi che gli ricadevano sulla spalle strette, corpo dinoccolato come se dovesse ancora finire di crescere. Almeno un quarto dei capelli era colorato di un brillante verde caraibico che lo avrebbe fatto scintillare perfino in una notte senza luna, aveva borchie ovunque, nei polsini, nei pantaloni di pelle, negli scarponi, e non parliamo poi dei piercing, quattro o cinque per orecchio, due sul sopracciglio destro, uno nella narice sinistra, tre incastrati nel labbro inferiore e, per finire, una grossa macchia di ketchup sulla maglietta; ma più di ogni altra cosa erano gli occhi che lo attirarono, di due colori diversi.
    - Non posso provare paura per uno sbarbatello come te. Chi sei? -
    - Sbarbatello? - lo sconosciuto inclinò leggermente la testa di lato, una cosa che Dean aveva visto fare diverse volte all'angelo Castiel. - Oh, intendi il mio Tramite. Sì, effettivamente è molto giovane, ma era lui che doveva ospitarmi. - Era davvero imbarazzato. - Si chiama William. Ma i suoi amici, o quelli che lui ritiene tali, lo chiamano semplicemente Willy. Sua madre è morta, suo padre è un ubriacone e lo picchia molto spesso. - continuò lo sconosciuto inarcando il sopracciglio con il piercing. - Ama molto la musica, vuole diventare famoso, ma con l'heavy metal non è sicuro di sfondare. Sai, la sue canzoni non sono, come dire...il massimo...i testi sono un po' inquietanti. -
    - Inquietanti? Basta l'aspetto per capirlo! - affermò Dean quasi ridendo di quel povero diavolo.
    - Credo che sia un satanista. Nei suoi testi scrive spesso cose piuttosto oscene, tipo: fatti fottere; lode a Satana; vorrei farmi scop... -
    - Stop! Stop! Stop! Stop!! -
    - ...pare da Lucifero in persona! -
    - Il tuo tramite è un cerebroleso!!! -
    - È molto buono. Credo sia solo un modo tutto suo di nascondersi dalla realtà. Quando mi sono presentato per chiedergli di concedermi il suo corpo, non ha esitato nemmeno un po'. - disse tirando fuori il sorriso più angelico della faccia della terra.
    - Perché sei nel mio sogno? - chiese Dean.
    - ...mmm...non è esattamente così, Dean. Ho visto il sogno che stavi per avere e ti assicuro che non era questo. Sono stato io ad indurti questo sogno che stai vivendo adesso. -
    - Perché? - continuò Dean circospetto.
    - Avevo bisogno di parlarti. Ho bisogno di te. -
    - Per cosa? -
    - Per fare il tuo lavoro. Guarda! -
    Il giovane Willy alzò la mano indicando qualcosa dietro Dean; quando si voltò tutto il panorama di prima era cambiato: l'erba, gli alberi, i fiori, era tutto morto, tutto nero come pece mentre il cielo era una macchia rossa quasi vischiosa...vischiosa come può esserlo una grossa macchia di sangue che si sta seccando. Ma più di ogni altra cosa, Dean vide la casa. Anche quella sembrava totalmente nera, ma a Dean sembrava che vi fossero delle finestre strane, come grandi occhi profondi, la porta come una bocca piena di denti acuminati pronti per dilaniare, perfino la forma sembrava in continuo movimento, era una casa, ma era anche una cosa viva che voleva divorare, azzannare, sbranare, fare a pezzi tutto quello che poteva entrare dentro di lei.
    - No. No no. Io... - a Dean mancava l'aria, quel luogo, quella casa lo attirava, ma nello stesso tempo lo annichiliva. - Io...non posso farlo... -
    - Devi farlo. Trovami Dean. Trova la casa. Solo tu puoi finire quello che è iniziato. -
    - Di cosa parli?!? - gli gridò contro Dean, senza rendersi conto che l'ombra della casa, che prima era ad una certa distanza, ora era sopra di lui.
    - Puoi farlo solo tu! - disse deciso il giovane.
    Dean si accartocciò su se stesso, tappandosi le orecchie, stringendo gli occhi, non voleva sentire, non voleva vedere, voleva solo svegliarsi...

    Si alzò velocemente dal cuscino come se fosse fatto di ferro incandescente. Aria, cercava aria e la ottenne, cercava la luce e quella era lì. Si guardò intorno e capì di trovarsi nel motel dove si erano fermati la notte precedente.
    - Dean? - sentì chiamarsi e sapendo a chi apparteneva quella voce si calmò. - Ehi, tutto bene? -
    - Eh? Sì...io...sì, tutto bene. Tu? Ma sei già sveglio? - Se c'era una cosa che Dean non sopportava era svegliarsi troppo presto dopo una lunga notte a guidare.
    - Veramente è mezzogiorno passato. -
    - Ah, bé... -
    - Stai bene? - ripeté il fratello, ormai sapeva che non riusciva a passare una notte intera senza un incubo che lo assaliva.
    - Certo, certo, un'ora sotto la doccia e sono come nuovo, pronto per partire! - e senza starci a pensare troppo corse verso il bagno.
    "Trovami Dean. Trova la casa." Ma che voleva dire? Se voleva essere trovato perché non gli aveva subito detto dov'era? Dio, certi angeli li avrebbe davvero scossi per le ali per fargli capire come ci si comportava nel mondo umano...era un angelo, giusto? Tutto faceva pensare ad un angelo, ma se fosse stato un demone? Un demone che si fingeva un angelo? No, paranoia ecco cos'era. E senza pensarci troppo s'infilò nella doccia. Solo una leggera paranoia.

    La colazione/pranzo fu una cosa insapore. A Dean sembrava di mangiare cartone, ma vedendo che Sam non era disgustato dal suo cibo, capì che il problema era suo. Il sogno che aveva avuto lo stava ancora tormentando, e questo rendeva il cibo duro da mandare giù.
    - Sam. -
    Sam, preso com'era dalla sua insalata e dal suo pc, alzò gli occhi sul fratello maggiore, quel modo di chiamarlo, con quella nota allarmata, era un chiaro segno che non era vero che stava bene, anzi, qualcosa bolliva in pentola e Sam aveva atteso che Dean sputasse il rospo. Da tempo aveva capito che se Dean non si apriva da solo, lui non sarebbe mai riuscito a cavargli un ragno dal buco. Suo fratello si chiudeva a riccio e sparava cavolate del tipo "sto benissimo" quando il suo pallore diceva l'esatto contrario. - Sì? -
    - Senti...ecco...tu credi che i sogni possano essere rivelatori? -
    Ci mancava solo questa, ora suo fratello aveva un potere paranormale?
    - Ci sono persone che, attraverso i sogni, possono prevedere degli eventi futuri. Dovresti saperlo, ne ho avuti anch'io...ho avuto visioni anche da sveglio. -
    - Sì, ma...la tua condizione era diversa. -
    - La mia condizione? -
    - Il sangue demoniaco. -
    Già, Sam non era un sensitivo per natura, tutto quello che riusciva a fare lo doveva al dolcissimo regalo che gli aveva fatto Occhigialli alla tenera età di sei mesi: fargli bere sangue demoniaco. I suoi poteri erano, via via, diventati più forti, questo perché Sam, nei mesi in cui Dean era morto, si era nutrito di parecchio sangue demoniaco grazie a Ruby. Lui, sopra ogni altra cosa, voleva la testa di Lilith su un piatto d'argento, per quello che aveva fatto a Dean, sia in vita, che nella morte. Aveva detto a Dean che non beveva più il sangue che gli donava tanto potere, ma non era del tutto vero. Ogni tanto, senza dirlo al fratello, si vedeva con Ruby...anche se era già da qualche settimana che la donna non si faceva sentire...
    - Hai avuto un sogno premonitore? -
    - Non ne sono sicuro. Ho sognato qualcosa...e vorrei che tu mi aiutassi a cercarla. -
    - Va bene. Cosa dobbiamo cercare? -
    - Una casa. -
    - Un casa? Tutto qui? Cos'ha di particolare? -
    - Potrebbe essere infestata... -
    - Ah, ecco. Ok, diciamo che stiamo cercando una casa. Pensi di conoscerla? -
    - Conoscerla? In che senso? -
    - Bé, l'hai vista in sogno, giusto? Ti capita mai di sognare persone che non sai chi siano? -
    Dean fece cenno di sì, gli succedeva.
    - Tu pensi di non averle mai viste, ma non è così, è possibile che tu l'abbia intraviste durante uno dei nostri lavori. Magari era un poliziotto, o una cameriera. Il tuo cervello l'ha, come dire, fotografata e quella persona può tornare in uno dei tuoi sogni, anche se tu non sai chi sia. -
    - Davvero? -
    - Sì, il cervello umano è una strana macchina. Hai sognato una casa, forse la conosci, magari l'hai già vista. Ti ricordi quella volta che ci ammalammo d'influenza e papà fu costretto a lasciarci dal Reverendo Murphy? -
    - Fosti tu ad ammalarti, poi me l'hai attaccata. Sì, me lo ricordo. -
    - Per passare il tempo creammo quella lista delle case infestate a cui avremmo fatto visita per disinfestarle. - disse Sam con un sorriso.
    - Ah, ma certo, me lo ricordo. Avevi tredici anni e volevi dimostrare che potevi cacciare. Ricordo anche la lista. Era piena di fotografie. -
    - Ci avevamo messo Casa Biltmore ad Asheville in Carolina del Nord... -
    - ...Castillo de San Marco a St. Augustine e anche Myrtles Plantation di S. Francisville, nei pressi di Baton Rouge in Louisiana... -
    - Winchester House!! - esclamò Sam! Al che Dean si oscurò in volto.
    - Non parlarmi di Winchester House. -
    - Perché? -
    - ...quando eri a Stanford...io e papà abbiamo fatto diverse cacce separate, lui andava da una parte, io andavo da un'altra; ovviamente lo facevamo per poter uccidere più mostri in meno tempo, quindi le cacce erano relativamente facili. Papà andò in California, a San Jose... -
    - Ahi. - disse Sam.
    - Già. Ahi. Era lì per un fantasma, trovò la tomba, bruciò le ossa, tutto nella norma, ma...cosa incredibile...John Winchester decide di fare il turista e di andare a vedere la famosa casa con il nostro cognome. Quando ci siamo riuniti mi disse di esserci stato e di non aver rivelato quasi niente. Quasi. Ha detto che qualcosa c'era sicuramente stato ma che ormai se n'era andato, con i fantasmi succede, svaniscono con il tempo. -
    - E tu non hai potuto vedere Winchester House di persona. -
    - Io non ho visto Winchester House! -
    - Papà non aveva tatto. -
    - Papà non sapeva della lista delle case infestate. Lui ha solo dato una controllata come avrebbe fatto un qualunque cacciatore. - sbuffò Dean.
    - ...un giorno potremmo andarci lo stesso, solo per vedere com'è dal vivo. - propose il minore dei fratelli.
    - ...un giorno, magari... -
    - Detto questo, torniamo alla casa. Allora, pensi di ricordare dove l'hai vista? -
    Dean sembrava decisamente a disagio dopo questa domanda. Cosa doveva fare? Sputare fuori la verità o tenersi tutto dentro?
    - Ecco...hai detto che nei sogni si possono vedere cose che si è visto anche da svegli senza ricordarsene, giusto? -
    - Esatto. -
    - Il sogno che ho fatto....non l'ho fatto io, era indotto. - Ecco l'aveva detto.
    - Non credo di aver capito. -
    - Eh....il sogno che ho fatto non era mio. Temo che un angelo mi abbia fatto sognare di proposito una casa. -
    - Oh....un angelo...non Castiel? -
    - No. -
    - Meglio così, meno lo vediamo e meglio è per tutti. -
    - Ah sì? Sei ancora arrabbiato con lui? -
    - Esattamente! Sì! Sono ancora furioso, perché questo è l'aggettivo giusto, sono furioso con Castiel, angelo del Signore che t'ha costretto a torturare un demone per poi rendersi conto, dopo che sei quasi morto, che aveva totalmente sbagliato! -
    - Era stato ingannato. -
    - Lo stai difendendo?! E cosa mi dici della rottura del Primo Sigillo che non ti era stata detta? - gli occhi di Sam sembravano infuocati. - Cosa mi dici delle settimane che abbiamo passato senza sapere che eravamo fratelli? Cosa mi dici del Profeta? Siamo i protagonisti di una serie di libri e siamo gli ultimi a saperlo! -
    - Ok, ho capito. Ultimamente Cas ti sta deludendo, va bene. -
    - Sei certo che fosse un angelo? -
    - Mi ha dato questa idea. - disse Dean, con aria piuttosto afflitta; Sam aveva ragione, le ultime settimane erano state decisamente pesanti.
    - Diciamo che era un angelo, ok? Lui cosa voleva? -
    - Vuole che lo trovi e che trovi quella casa. Ma Sam, nel sogno la casa era qualcosa di orribile, sembrava un feroce animale pronto ad addentarti, non era una casa normale.
    - Magari non è la casa la cosa importante ma quello che c'è dentro. -
    - Possibile. -
    - Quindi? Cosa facciamo? Qualche idea? -
    - Che ne pensi di controllare il Pc per vedere se ci sono casi del nostro genere che riguardano case infestate? -
    I due fratelli si guardarono, una pista valeva l'altra.

    Sam e Dean erano appoggiati alla loro macchina, intenti a fissare Forsythe Mansion. Sam era riuscito a trovare un articolo particolare. Nella piccola cittadina di Mountain Breeze, tre teenagers erano misteriosamente scomparsi. La cittadina era molto piccola e tutti si conoscevano. Dopo cinque giorni di ricerche inutili, la polizia aveva interrogato praticamente tutti gli studenti del liceo cittadino ed era venuto fuori che i tre giovani, diverse settimane prima, avevano detto che forse avrebbero fatto una Prova del Coraggio, ovvero passare qualche ora all'interno della terrificante Forsythe Mansion, un'antica dimora disabitata costruita negli anni dieci, che si diceva essere infestata dall'intera famiglia Forsythe. I tre ragazzi non ne avevano più parlato e quindi nessuno degli studenti aveva pensato che, forse, avevano poi deciso di fare la prova. La polizia era subito corsa all'edificio e lì vi aveva ritrovato i cadaveri dei tre studenti. I Winchester avrebbero voluto presentarsi come agenti federali, ma avevano sentito le chiamate della polizia e del fatto che avevano già avvisato l'F.B.I., non potevano rischiare di incappare in veri agenti federali, e così avevano deciso di presentarsi come giornalisti freelance. Fare i giornalisti era una pessima copertura, molte delle strutture, come la centrale di polizia o l'obitorio, non erano accessibili facilmente, inoltre le persone li guardavano come degli avvoltoi che si lanciavano sulla loro preda, in questo caso di tre giovani ragazzi morti. Ma c'era anche il rovescio della medaglia, benché i giornalisti venissero un po' odiati, molte persone di certe cittadine, dove praticamente non succedeva mai nulla, erano quasi felici di essere intervistate per dire la loro sul tragico evento che le aveva colpite. I fratelli avevano così scoperto che Forsythe Mansion era considerata una casa infestata dai fantasmi dal 1960, dopo la morte dell'ultimo membro della famiglia Forsythe, morto suicida. Sam aveva fatto molte ricerche ed era venuto fuori che in quella casa vi erano morte molte persone, ma erano tutti suicidi e nessun omicidio. La prova di coraggio non era una novità, perfino uno dei padri delle vittime aveva detto loro che anche lui, da ragazzo, l'aveva fatta per fare colpo su una ragazza che gli piaceva. Grazie alle sue dimestichezza con i computer, Sam era riuscito ad entrare nell'archivio della polizia e a vedere il referto dell'autopsia. La causa della morte dei tre giovani era per emorragia interna. Tutti e tre avevano subito dei colpi così forti da aver spezzato loro diverse ossa; impossibilitati ad uscire dalla casa, erano morti dissanguati, erano morti dopo molte ore di agonia, diverse fratture erano scomposte o esposte, uno dei ragazzi aveva entrambi i polmoni perforati dalle proprie costole. La polizia non aveva ancora divulgato i risultati dell'autopsia semplicemente perché non era mai successa una cosa simile e non volevano spaventare i cittadini più del dovuto. Forsythe Mansion, in quel momento, era circondata da nastri gialli e alcuni uomini stavano lì davanti al cancello a parlottare del più o del meno, sembravano come cervi davanti ai fasci luminosi di una macchina in arrivo, la loro paura era comprensibile, ma Sam e Dean speravano che se ne andassero presto per poter entrare nella casa. Era una casa vecchia e traballante, Dean era stupito che si reggesse ancora in piedi, i colori erano sbiaditi e marciti, il cancello in ferro battuto, che una volta doveva essere stato molto bello, era arrugginito e si apriva solo una metà dei battenti. La casa era lontana dalla zona principale della città ed era circondata da un folto bosco, ma se gli alberi vicino alla strada erano verdi e rigogliosi di foglie, quelli intorno alla casa erano morti e scheletrici. La casa emanava sicuramente qualcosa di oscuro e loro lo avrebbero scoperto presto.
    - Non è la casa. -
    L'improvvisa voce vicino ai due fratelli li fece sobbalzarono all'unisono.
    - Ops, scusate, vi ho forse spaventato? - chiese il giovane uomo dai capelli biondi.
    - Voi angeli avete l'abitudine di arrivare sempre nel modo sbagliato! - quasi gli gridò Dean.
    - Chiedo scusa, il mio volo è molto silenzioso. -
    Il tempo di dire questa frase e l'uomo fu colpito in faccia dall'acqua della fiaschetta di Sam.
    - Mi hai lanciato dell'acqua santa?!? - disse l'uomo stupefatto.
    - Volevo essere sicuro, magari eri un demone che si fingeva un angelo. Non mi fido di loro, come non mi fido di te. -
    - Capisco. Va bene, hai ragione, non avevi motivo di credermi subito ed io non te ne ho dati di motivi. - continuò a dire con un'aria così gentile da mettere soggezione.
    - Hai detto che non è la casa, ma è comunque questa? - chiese Dean.
    - Sì. Mi hai trovato, sei stato bravo, non eri obbligato a venire, ma ci contavo, dopotutto sei un cacciatore. La casa è questa, ma le anime che vi dimoravano ormai sono svanite da un pezzo. Non c'è più niente di soprannaturale qui. O almeno non c'era fino a qualche giorno fa, quando i ragazzi sono morti. -
    - Allora cos'è? Cosa c'è dentro la casa? -
    - ...un insulto. Un insulto a Dio e agli uomini. - disse con aria serissima.
    I due fratelli si guardarono incerti, dopotutto non è che il giovane avesse detto loro qualcosa di diverso da quello che già sospettavano.
    - Hai cambiato i vestiti, e dov'è finito il ciuffo verde? - gli chiese Dean con un sorriso tirato.
    - Credo che non mi avreste preso seriamente se fossi venuto di nuovo vestito come un metallaro depresso. Il tuo modo di deviare le domande mi lascia perplesso. -
    - Faccio così quando non so che pensare. -
    - In questa casa ci sono stati molti avvenimenti negativi, quindi inevitabilmente è diventata una specie di calamita per le forze oscure. Dovreste saperlo, è successo anche alla vostra casa a Lawrence. -
    - Sì, era una specie di poltergeist. È questo quello che è? Un poltergeist? - chiese Sam.
    - No. Lo vorrei, ma non è come a casa vostra; quello che è arrivato qui lo ha fatto per attirare qualcuno. È....una specie di trappola. -
    - E tu mi hai chiesto di venire qui??? - gli gridò addosso Dean con aria furiosa e stupefatta.
    - Sì. Ho dovuto. -
    - Hai dovuto? Davvero?!? - la rabbia di Dean stava crescendo, gettarsi nelle fauci del lupo di propria volontà non era una cosa che gli piaceva fare.
    - Avrei voluto pensarci io, ma...non posso farlo. Dovrete pensarci voi. Tu. Devi farlo tu Dean. -
    - Fare COSA? -
    - Distruggere il male. -
    Senza aggiungere altro, l'uomo sparì come era arrivato.
    - Maledetti angeli! -

    Il motel dove Dean e Sam avevano preso una stanza era molto modesto e anonimo, ma al contrario di molti altri era almeno pulito e non puzzava di vomito. Dopo la loro breve conversazione con lo strano angelo biondo, i due fratelli non erano entrati dentro la casa; tanto per cominciare la polizia continuava a fare sopralluoghi di continuo e poi...bé, dovevano creare una strategia per capire come comportarsi, non avevano nessun indizio su cosa dovessero combattere, sapevano solo che era malefico. Mentre prendevano camicie e spazzolini dalle loro sacche, una frullio di ali fece alzare loro gli occhi.
    - Dean. Sam. - disse l'angelo Castiel.
    - I tuoi saluti sono sempre così euforici Cas, davvero, non so come farei se un giorno tu entrassi da una porta, tanto per cambiare, e tutto musone mi salutassi con un "Dean."... -
    Castiel alzò il sopracciglio senza ribattere, non aveva capito.
    - Cosa vuoi? Perché sei qui? - gli chiese Sam in modo molto brusco. Dean notò quella nota, era ancora arrabbiato.
    - Ho avvertito la vostra presenza in questo luogo nefasto, vi chiedo di andarvene immediatamente! -
    I due fratelli si guardarono stupiti.
    - Come sarebbe? Uno dei tuoi fratelli ci ha detto di venire qui! - protestò il maggiore dei Winchester.
    - Uno dei miei fratelli? -
    - Oh, diavolo, ma non mi dire? Nessuno te ne ha parlato! Buon Dio, Cas, ma qualcuno dei tuoi amabili fratelli ti prende seriamente in considerazione o, per loro, sei solo un angelo da copertina? - sbuffò Sam.
    - Sam rilassati. - Dean sembrava preoccupato per la sua reazione, e Sam si vergognò. Le sue mani tremavano? Gli sembrava di sì, quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era nutrito da Ruby? Non gli sembrava molto, eppure era nervoso e agitato.
    - Ehm...scusa Cas, questa...storia mi da un po' sui nervi. -
    - Non preoccuparti Sam, non me la sono presa. Avete detto che uno dei miei fratelli vi ha chiesto di venire qui? - i due fratelli fecero segno di sì. - Maledizione. Vi ha detto il suo nome? -
    - Ah...oh cavolo, non glielo abbiamo nemmeno chiesto! - disse Sam rosso in faccia.
    - Non ha importanza, so chi è. E vi dico subito una cosa, voi di qui non vi muovete, andrò io dentro la casa a chiudere questa faccenda. -
    - Ma lui ha detto che dovevo... - niente, Cas era già sparito in un battito d'ali - ...dovevo farlo io perché lui non poteva. Ah, quanto mi piace parlare da solo. Ho letto che le persone che riescono a parlare da sole sono molto intelligenti. Quindi, mi ritengo intelligente! - affermò fiero e frustrato Dean.
    - Non ti sembra strano? Uno vuole che veniamo qui, l'altro dice di no. E noi come dobbiamo comportarci? -
    - Mah, non saprei, a quanto pare hanno seri problemi di comunicazione anche nelle alte sfere. -

    Dopo soli dieci minuti sulla stanza dei Winchester si sentì uno schianto travolgente; Sam e Dean che, fortunatamente, non erano al centro della stanza rimasero profondamente scossi. Per terra c'era Castiel! La cosa veramente inquietante era che si sentiva un rumore terribile, uno sfrigolio simile all'acqua fredda gettata su una piastra rovente, quel rumore proveniva dall'angelo e la sua pelle sembrava rossa come quella di un pezzo di metallo incandescente!
    - Vai fuori e prendi del ghiaccio! SUBITO! - gridò Dean al fratello. Sam non se lo fece ripetere due volte e uscì correndo fuori dalla stanza per prelevare del ghiaccio dalla macchina che si trovava vicino alla loro stanza. Nel frattempo Dean aveva aperto il rubinetto della vasca da bagno al massimo, cercando di farla riempire il più velocemente possibile. Lo sfrigolio continuava e Castiel sembrava sofferente. Sam continuò a gettare ghiaccio dentro la vasca, mentre questa si riempiva; dopo aver deciso che era abbastanza piena e parecchio fredda, i due fratelli spogliarono l'angelo gettandolo di peso dentro la vasca. Una nube di vapore invase tutto il bagno, nemmeno fossero finiti dentro una sauna, ma almeno lo sfrigolio iniziò a scemare. La pelle di Cas era ancora rossa ma sembrava, piano piano, riprendere il colore naturale del rosa.
    - Cas, mi senti? Cas? - Dean cercava in tutti i modi di farsi sentire, l'angelo sembrava ancora sconvolto e sofferente. I suoi occhi erano di fuori, come se la personificazione della paura gli fosse apparsa davanti e lui, benché fosse un angelo potente, aveva potuto solo fuggire via.
    - Le mani....le mani... - disse con un filo di voce - ....imponi le mani... - e subito dopo svenne.

    Per quasi un'ora, i due fratelli erano rimasti seduti per terra vicino alla vasca; con le mani continuavano a gettare acqua fresca, ormai non più gelata, sulla pelle di Castiel, sperando che l'angelo riprendesse i sensi. Non sapevano come comportarsi, gli angeli perdevano i sensi? Di norma nemmeno dormivano, ma ne avevano viste così tante di cose strane che non avrebbero dovuto stupirsi più di niente, anche se sugli angeli ne sapevano ancora poco. Ciò che li spaventava era che Castiel era stato abbattuto, da qualunque cosa ci fosse dentro quella casa. Dovevano intervenire. Forse solo loro potevano distruggere quella cosa, agli angeli magari non era concesso, per questo l'angelo biondo aveva chiesto il loro aiuto, ma le loro erano solo supposizioni.
    - Che cosa facciamo Dean? -
    - Dobbiamo andare dentro quella casa e...cercare di distruggere quello che c'è dentro. - lo disse con un sforzo immane, tutte le sue membra gli gridavano che non avrebbe dovuto mettere nemmeno un dito dentro quel luogo, ma era anche vero che quello era il loro lavoro, se non lo avessero terminato altre persone sarebbero potute morire. E se davvero era una trappola per farli andare lì, non sarebbero riusciti a fuggire, quella cosa li avrebbe potuti inseguire in ogni angolo della Terra.
    - Prendiamo tutto l'occorrente per una battaglia, argento, ferro, acqua santa, sale, qualunque cosa ci venga in mente; lasciamo Cas qui, non credo che si riprenderà presto. - disse il maggiore dei Winchester mentre lisciava i capelli corvini dell'angelo che non sembrava riuscire a riprendersi.

    Arrivarono davanti alla casa dopo il tramonto, avevano aspettato la sera perché erano certi che i poliziotti e gli investigatori se ne sarebbero andati con l'arrivo del buio...ed infatti, non c'era più nessuno. Erano riusciti ad aprire il cancello, anche se il terribile rumore che aveva fatto poteva aver svegliato l'intera cittadina, e con l'Impala parcheggiarono proprio davanti alla porta. Decisi a chiudere questa faccenda, uscirono dalla macchina, prendendo tutto quello che era possibile portare, fucili a pompa con pallottole di sale, varie bottigliette di acqua benedetta, pugnali d'argento, compreso il Pugnale di Ruby, la possibilità che fosse un demone erano ancora alte, meglio non rischiare. Aprirono la porta, i cardini cigolarono in modo inquietante, Dean avrebbe detto che sembrava di trovarsi dentro un film di serie B, ma tutta la voglia di sdrammatizzare era finita bellamente nella tazza del cesso.
    - Ok, io controllo il piano superiore, tu controlli questo piano. - disse Dean guardando Sam, il fratello minore annuì, così si separarono. Mentre Dean saliva le scale, prendendo poi il corridoio, Sam iniziò controllando la cucina. Aveva un'aria antica, ma non sembrava che lì vi fosse mai successo qualcosa di irreparabile, anzi, a guardarla bene era perfino in ordine, l'unica cosa che dimostrava che non era utilizzata era la polvere. Il salotto, invece, fu un'altra cosa. Lì erano stati ritrovati i cadaveri dei tre ragazzi. C'erano macchie di sangue dappertutto, ed una confusione generale. I mobili sparsi per la stanza mezzi distrutti, alcuni spostati verso le pareti; Sam immaginò che fossero stati i poliziotti e i paramedici a spostare i mobili in modo da potersi muovere meglio, per terra c'erano ancora tracce di bende e tubicini che probabilmente avevano usato per salvare la vita ai tre giovani, ma erano già morti quando erano stati trovati e l'intervento dei paramedici non era servito a nulla. Sam, pensando a quello che avevano passato le vittime, si sentì triste, pensava ai suoi poteri di continuo, al fatto che era riuscito ad uccidere Alastair senza problemi, forse poteva distruggere anche quello che si nascondeva in quel luogo oscuro, ma non ne era sicuro, non beveva sangue demoniaco da troppo tempo e il tremore alle mani, come la sudorazione, stava peggiorando. Non tanto da far preoccupare Dean, suo fratello non lo aveva ancora notato, per fortuna, ma se continuava così se ne sarebbe accorto e Sam non riusciva a trovare una bugia da dire al fratello quando sarebbe stato costretto a dare un qualche tipo di spiegazione. Era così preso dai suoi pensieri che non si rese conto che il suo fiato era visibile, qualcosa si stava avvinando. Senza rendersene conto Sam fu afferrato da una forza invisibile e scaraventato sul soffitto..CRACK....sul pavimento...CRACK...sul soffitto...CRACK...sul pavimento...CRACK! CRACK! CRACK! CRACK!! CRACK!!! Per una buona decina di volte fu trattato come una palla da ping pong. Dopo l'ultimo scontro contro il pavimento, la Forza oscura che lo teneva lasciò Sam per terra in condizioni disastrose.
    Dean, aveva ormai controllato quasi tutto il piano di sopra, non aveva avvertito nulla di insolito, era una vecchia casa fatiscente che bisognava semplicemente demolire. Il legno era marcio, i mobili distrutti, la carta da parati strappata e senza più uno straccio di colore, la famiglia Forsythe aveva lasciato che la casa andasse via via disfacendosi; all'improvviso sentì un rumore terribile provenire dal piano di sotto.
    - Sam? Sam che succede? - il maggiore dei Winchester sudava già freddo, ma con il continuare di quel rumore, divenne sempre più chiaro che c'era qualcosa che non andava. Decise subito di lasciar perdere il primo piano e di controllare che Sam stesse bene. Il rumore cessò mentre scendeva le scale e, quando arrivò alla porta del salotto, vide, con orrore, suo fratello steso per terra. Il corpo era scomposto, sembrava una bambola alla quale avevano tagliato i fili, perdeva sangue dal naso e dalla bocca e invece di respirare emetteva dei suoni strani, come se i suoi polmoni stessero collassando. Dean corse subito da lui.
    - Oh mio Dio, Sam! Cos'è successo?!? - Dean era in panico totale. Sam girava gli occhi verso di lui e tutto intorno freneticamente, cercando di articolare delle parole, ma riusciva solo ad emettere dei singulti. Dean prese subito il telefono per poter chiamare il 911, ma incredibilmente non c'era campo; prima di entrare dentro Forsythe Mansion, aveva controllato, le barre del suo cellulare erano piene, il segnale c'era eccome, adesso non più. Dean cercò di non farsi prendere dalla disperazione, suo fratello era in uno stato pietoso.
    - Ascoltami. - gli disse - Ascoltami bene Sam. Sicuramente hai molte ossa rotte e qui non c'è segnale. Non arriverà la cavalleria a salvarci, quindi, fratellino, dovrò portarti di peso alla macchina. E poi dritto in ospedale, ok? -
    Sam avrebbe anche annuito, ma l'unica cosa che riusciva a fare era sbattere velocemente le palpebre.
    - Dovrò...ah...dovrò alzarti, portarti sulle spalle, sei dannatamente grosso Sammy, non potrò portarti in braccio. Farà male, farà terribilmente male, devi stringere i denti e resistere, ok? - continuò Dean, che cominciava ad avere le lacrime agli occhi. Gli occhi di Sam sbatterono di nuovo, ma la luce che vi era dentro sembrava spegnersi ad ogni respiro che riusciva a fare. Prendendo un lungo respiro Dean afferrò Sam per le braccia, cercando di tirarlo su. Sam emise un grido strozzato, gli occhi già pieni di lacrime, la bocca digrignante dal dolore e il respiro accelerato al massimo. - scusa, scusa, scusa.. - mise uno dei bracci di Sam sulle sue spalle e con tutta la forza che aveva lo tirò su in piedi. In realtà non era in piedi, i suoi piedi strascicavano sul pavimento perché Sam non riusciva a muovere le gambe, molto probabilmente la sua spina dorsale si era spezzata, forse in più punti, ma il dolore doveva essere insopportabile. Dean, passo dopo passo, lo trascinò per tutto il salotto, fino all'ingresso, oltre la porta, sui gradini, verso la macchina e per tutto il tempo sentì che la vita del fratello defluiva via ad ogni movimento che Dean faceva. Arrivati alla macchina, con il più grande sforzo che potesse fare, Dean aprì lo sportello del passeggero infilandoci a forza il corpo enorme del suo fratellino. Sam era seduto in macchina finalmente, ma il capo era appoggiato sul suo petto e i suoi respiri erano dei suoni rauchi. Era il momento di andare in ospedale, il più in fretta possibile.
    Dean non riuscì a chiudere lo sportello, una forza incredibile lo afferrò con mani invisibili, prendendolo per le caviglie. Dean cadde a terra sbattendo il mento, con le unghie cerco di rimanere aggrappato alla ghiaia del cortile ma la Forza sovrumana che lo aveva preso lo trascinò facilmente via, facendolo strusciare su tutta la superficie, sui gradini, fino all'ingresso. La porta si richiuse dietro Dean Winchester che gridava al fratello. Dopo fu solo silenzio.

    NOTE DELL'AUTRICE
    Non ci sono ancora le mie Note, perché dovete continuare a leggere la Seconda parte!


    _________________
    L'Organizzazione è ciò che distingue i Dodo dalle bestie! By la vostra APUMA sempre qui!
    Con delizia banchettiamo di coloro che vorrebbero assoggettarci.
    Salva una Pianta, mangia un Vegano!
    Un Mega Bacio alla mia cara Hunterus Heroicus KIM, Mishamiga in Winchester!
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    Messaggio Da APUMA Mer Lug 29, 2020 2:00 pm

    - Titolo Fan Fiction: Il Sonno dei Giusti (Seconda parte)
    - Nome/Nick autore: APUMA
    - Fandom: Supernatural
    - Timeline: Quarta stagione; tra la 4x18 e la 4x20.
    - Sommario: Drammatico, soprannaturale, orrore.
    - Spoiler: anche se si svolge nella quarta stagione ci sono dei riferimenti della quinta, quindi dovrete aver visto fino alla quinta stagione.
    - Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel, nuovo personaggio, vari...
    - Disclaimer: i personaggi delle Serie Tv SUPERNATURAL non mi appartengono, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Dean sta passando un periodo molto depressivo, ma le cose peggioreranno quando gli verrà chiesto di affrontare un incubo ad occhi aperti.




    Il Sonno dei Giusti (Seconda Parte)

    La prima sensazione che Dean provò al suo lento risveglio era che galleggiava. Nessuna parte del suo corpo toccava una superficie e già questo era piuttosto strano; lentamente e quasi di malavoglia, aprì gli occhi, ciò che vide lo paralizzò. Era circondato da una specie di bozzolo, centinaia di migliaia di fili erano tutti intorno a lui e molti di quei fili lo tenevano fermo stringendo polsi e caviglie, tenendolo sollevato. "Dio, fa che non sia un ragno" pregò Dean. Non aveva paura dei ragni, ma c'era una bella differenza tra un ragno piccolo come un seme ad un ragno grande come un SUV 4x4. Sperando di non attirare l'attenzione, iniziò a muoversi, cercando di slacciarsi quei fili che lo tenevano appeso a faccia in su. Si chiedeva dove fosse, se era ancora dentro la casa o da qualche altra parte, perché tra un filo e l'altro, ogni tanto, avvertiva come un leggero spiffero, era sicuro di trovarsi all'aperto, forse era davvero dentro il bozzolo di un ragno gigante appeso ad un albero. Ma non era così.
    All'improvviso i fili si mossero e davanti a Dean apparve un essere. Aveva una testa, aveva delle braccia, aveva una cosa che forse un tempo era stata una specie di tunica, ma il resto era composto dai quei lunghissimi fili che, Dean capì, erano capelli. Il volto davanti a lui era orribile, la pelle era di un marrone scuro grinzoso, simile alla pelle delle mummie egiziane viste nei libri di Sam quando erano bambini, ma era anche sottilissima, così sottile che si poteva vedere il teschio sotto di essa, i denti erano grossi e gialli marci, le orbite degli occhi erano dei profondi buchi neri, ma sembrava che dentro ci fosse una piccola luce evanescente; le braccia erano lunghissime e magrissime e come per la testa, la pelle permetteva di vedere i muscoli e i tendini che c'erano sotto; la tunica, o quello che ne rimaneva, si confondeva con i capelli da tanto che era lacera; le mani erano dinoccolate, dita lunghissime che terminavano con degli artigli affilati al posto delle unghie.
    - Chi sei? - chiese Dean. Un bel coraggio. Si congratulò quasi con se stesso per aver fatto una domanda con un filo di voce quasi impercettibile.
    - Askeladd - gli rispose l'essere, il suono della sua voce era un sibilo terribile, dava fastidio alle orecchie, cosa poteva esserci di peggio? Le unghie sulla lavagna?
    L'essere chiamato Askeladd avvicinò le mani al viso di Dean. - Ti aspettavo. Sono molti anni che ti aspetto. -
    - Ah sì? - la voce gli tremava un po'. -
    - Ti ho portato fino alle stelle, sei contento? -
    - Le stelle? -
    Dean, storcendo un po' il collo, guardò sotto di se, i capelli di Askeladd non erano completamente a bozzolo e il maggiore dei Winchester notò che era a parecchie centinaia di metri sopra la città di Mountain Breeze, ne vedeva le luci come un piccolo albero di Natale. Se fosse caduto da lì, ci avrebbe messo almeno due o tre minuti prima di schiantarsi e morire.
    - Gentile da parte tua, ma non sono un uccello, odio volare, odio gli aerei, avrei preferito rimanere a terra. -
    La unghie di Askeladd lisciarono la pelle della guancia di Dean facendogli venire dei brividi lungo tutta la schiena.
    - Credevano di poterti tenere lontano da me, ma....sono furbo io. Askeladd sa cosa bisogna fare. Askeladd fa in modo che la luce vada da lui. -
    - La luce? - chiese Dean, cercando ancora una volta di muoversi, l'idea era di provare a raggiungere il coltellino che teneva nascosto nei vestiti, faceva sempre comodo.
    - La luce. Tu sei la luce. Loro non volevano darmela, io me la sono presa da solo. - il suo modo di parlare era lento, ma decisamente mellifluo, come un serpente che cerca di circuirti nelle sue spire. Quella cosa della luce proprio non gli piaceva e così Dean cercò ancora più forte di divincolarsi dai suoi capelli. - E adesso tu sei qui. E cosa faranno loro? Niente, loro non possono fare nulla contro Askeladd. -
    - Loro? Chi sono loro? - forse se lo faceva parlare non si sarebbe accorto che lui lottava con quei dannati capelli.
    - Gli alati. - rispose tranquillamente Askeladd.
    "Alati?" si chiese Dean.... "gli angeli"...
    All'improvviso Akeladd si raddrizzò su tutto il suo essere - Gli alati credono che Askeladd sia uno sciocco, ma non è così. - la sua voce si stava alzando e sembrava sempre più arrabbiata. - Mi sentite lassù?!? - gridò il mostro verso il cielo. - MI SENTITE?!? - ormai la sua voce era come un tuono e questo fece scattare tutti i nervi di Dean, che cercava di strapparsi via di dosso qualunque cosa appartenesse a quell'essere, sentiva che era in pericolo, ogni muscolo del suo corpo gli gridava di muoversi altrimenti sarebbe morto. - Mi senti generale? Senti il mio grido di Vittoria? Sei preoccupato?!? Il più potente Alato del Cielo non è forse preoccupato per il più potente Tramite della Terra??? -
    - Ma che cosa vuoi?!? - gli gridò Dean!
    Askeladd, con un movimento veloce, avvicinò il suo scheletrico viso a quello di Dean, erano a pochi centimetri di distanza, Dean poteva sentire il fiato fetido di quella cosa fargli rizzare tutti i capelli.
    - Voglio solo il tuo cuore. - disse tranquillamente e la sua mano scattò verso il torace di Dean, trapassandogli lo sterno e afferrandogli il cuore. L'unica cosa che Dean fece, inarcando tutta la schiena quasi a spezzarsi, fu di gridare dal dolore.

    Anna stava camminando tranquilla, non avrebbe dovuto, lei era ancora una ricercata, l'aver aiutato Castiel a sbarazzarsi di un traditore come Uriel non le aveva comunque dato il perdono da parte dei piani alti. Si teneva in disparte, anche se ora che aveva nuovamente la sua Grazia, avrebbe potuto andare ovunque, eppure era lì, in una strada qualunque dove non c'era mai nessuno. L'America era un Paese enorme, pieno di autostrade larghe e decisamente lunghe dove potevi anche perderti in te stesso ed essere lasciato in pace. Anna pensava continuamente ai Sigilli, voleva aiutare i fratelli Winchester a scovare Lilith, ma era anche bloccata dalla paura, sapeva cosa succedeva agli angeli ribelli, e non si riferiva a Lucifero, il più ribelle di tutti. Lei non sarebbe stata scaraventata all'Inferno, ma sarebbe finita per l'eternità nelle prigioni celesti, se non peggio, poteva finire sotto le amorevoli cure di Naomi. Solamente gli Arcangeli maggiori non la temevano, anche lei aveva dei limiti, ma Anna era un semplice angelo; certo, aveva avuto una sua legione, di cui avevano fatto parte proprio Castiel e Uriel, ma sempre un semplice angelo rimaneva e a Naomi non sarebbe dispiaciuto farle passare un brutto quarto d'ora, che in minuti angelici potevano significare diversi secoli.
    Stava ancora ragionando se cercare i Winchester oppure no quando all'improvviso sentì il più forte dolore che avesse mai sentito attraversarle il petto! Con gli occhi di fuori, si guardò il torace, c'era una spada fatta di luce che la stava trapassando da una parte all'altra, l'elsa sulla schiena, la punta fuori dal petto. Il dolore fu così forte che Anna rovesciò gli occhi indietro, cadendo per terra svenuta.
    Quello che era successo ad Anna stava accadendo a moltissimi altri angeli che si trovavano sulla Terra. Ovunque fossero, in un bar, all'aperto, in piena battaglia contro dei demoni, gli angeli venivano trapassati da una spada di luce incandescente, quasi cristallina ma sicuramente letale. Cadevano senza rialzarsi, alcuni di loro non si sarebbero rialzati mai più perché erano angeli più deboli, o perché i demoni ne avrebbero approfittato. Nel motel dove Sam & Dean alloggiavano, Castiel era uscito dalla vasca da bagno, era per terra dolorante, la spada di luce fuoriusciva anche dal suo torace facendolo contorcere dal dolore. - Cosa...cosa sta succedendo? - quasi urlò.
    Da un'altra parte, in un club privato, nascosto agli occhi del mondo e, soprattutto, nascosto agli occhi dei suoi fratelli, un Trickster si stava divertendo con due bellissime ragazze. Inutile dire che le aveva create lui con i suoi poteri, era bello divertirsi senza doverne rendere conto a qualcuno e le ragazze avrebbero fatto qualunque cosa per lui. Ma nel momento stesso che pensava che sarebbe stata una serata divertente, il Trickster si piegò in due mandando un urlò. Tremante come non mai a causa del dolore più forte che avesse mai sentito in tutta la sua lunga esistenza, il Trickster si guardò il torace; la spada di luce usciva limpida e terribile dal suo sterno. Gli tremavano le mani, voleva provare a togliersela ma capì che non era una vera spada, era qualcosa di più mistico.
    - La...La Spada di Michele... - sussurrò - DEAN!!!!!! - il suo grido si sentì per molte miglia.

    Dean, ancora con la schiena inarcata, e la mano di Askeladd dentro il petto, non urlava più, non lottava più, si stava lentamente spegnendo, sentiva la mano di quel mostro stringere il suo cuore, ogni battito era un sussultò, perché sembrava che ne facesse sempre di meno, era sull'orlo della morte. "Ho paura...Sammy ho tanta paura..." non era nemmeno più sicuro che avrebbe rivisto suo fratello, lo aveva lasciato dentro l'Impala con chissà quante ossa fratturate, forse Sam era morto prima di lui.
    - Allora Generale, cosa fai? Stai piangendo? Stai implorando? - Askeladd si muoveva da ogni parte, il suo braccio si allungava e accorciava a seconda dei movimento, in modo che la mano rimanesse avvinghiata a quel cuore pompante e nello stesso tempo scherniva tutta la volta celeste.
    Dean sentiva ormai che l'ombra della morte era su di lui. Aveva sentito dire che quando stavi per morire, tutta la tua vita ti passava davanti, ma non a lui. Perché doveva ricordarsi dei quarant'anni passati all'Inferno? Perché rivivere la morte di suo padre? Perché piangere ancora la perdita di sua madre? Morire faceva schifo, rivedere la propria vita era deprimente, l'unica cosa che Dean pensava era che nella sua vita non aveva mai combinato niente di nuovo. Gli angeli lo avevano salvato, credevano in lui, o almeno ci sperava, e adesso sarebbe morto senza fare niente, sarebbe stata l'ennesima delusione. Dean Winchester viveva di rimpianti, e ci sarebbe anche morto pieno di rimpianti.
    Mentre si lasciava andare, ormai sicuro che il dolore sarebbe passato una volta che fosse morto, una frase gli tornò in mente... "imponi le mani" ...chi l'aveva detta? "imponi le mani" ....Castiel. L'aveva detta Cas nel suo delirio quando si era schiantato nella loro stanza. "imponi le mani" ....perché si impongono le mani? Imporre le mani sul capo di qualcuno serve per trasmettergli il Dono di Dio per compiere determinate missioni, come il battesimo....o anche come combattere i mostri? La Forza di Dio era nell'imporre le mani? Dean aprì lentamente gli occhi, ormai non ci vedeva quasi più, la forza lo stava abbandonando e Askeladd, sopra di lui, gioiva come un bambino che aveva ricevuto così tanta cioccolata da scoppiare. Lentamente, con un tocco leggerissimo dovuto alla spossatezza, Dean sfiorò una piccola parte del braccio sinistro di Askeladd con il palmo della mano. In quel punto, la pelle si sbiancò lentamente, diventando trasparente e lucida, piano piano incrinandosi come se fosse fatta di un sottilissimo strato di cristallo. Askeladd se la guardò e sembrava quasi indispettito, per ripicca strizzò ancora di più il cuore di Dean, che sussultò ancora una volta...ma la prova era lì!
    - Vuoi la mia vita? - chiese sussurrando. Askeladd avvicinò il viso a quello di Dean per sentire meglio ciò che diceva. - Vuoi la mia vita? - chiese di nuovo. Askeladd era ancora più vicino, poteva toccarlo e lo fece. Scattò come un serpente afferrando il viso di Askeladd con la sua mani. - PRENDILA!!!! - gridò con tutto il fiato che gli era rimasto.
    Askeladd mandò un urlo agghiacciante, non umano, il suo viso iniziò a diventare trasparente e sottile, il mostro si agitava così tanto che mollò la presa, Dean venne scaraventato indietro tra i capelli di Askeladd, si premeva la mano sul petto cercando di evitare la fuoriuscita di sangue e cercando di respirare. Askeladd, invece, gridava e si dimenava come se fosse stato messo sopra un violento rogo, tutto il suo orrendo viso, il suo scheletrico viso, il suo terrificante teschio era completamente trasparente, comprese le braccia e la mani, con quelle unghie ad artiglio. Alla fine, a forza di agitarsi, il cristallo iniziò ad incrinarsi e spezzarsi, minuscole particelle cominciarono a vorticare intorno ad Askeladd che gridava sempre più forte, sempre più stridulo, Dean non capiva nemmeno se stesse dicendo qualcosa, ma non se ne poteva preoccupare, cercava di respirare in modo normale, anche se non ci riusciva molto. Askeladd, con una potente esplosione, divenne un vortice di particelle di cristallo, una nebbia splendente di frammenti, i capelli bianchi si stava disintegrando sotto gli occhi di Dean, che a malapena riusciva ad inspirare. Un volto gigante apparve tra quei centinaia di migliaia di frammenti, un volto che apriva la bocca per gridare ma l'unico suono che si sentiva era quello di un tornado Forza 5, un ringhio di un animale gigantesco che stava morendo.
    Alla fine, lentamente, il rumore cessò, le particelle si dispersero per i quattro venti e Dean, con il fiato corto, si ritrovò a contemplare un bellissimo cielo stellato, di cieli così era difficile vederne con le luci della città e lo smog, era davvero un paesaggio magnifico.
    Dean si rilassò e precipitò.

    Stava precipitando, in pochi minuti si sarebbe schiantato al suolo e sarebbe morto, ma non gli importava, era ferito, perdeva sangue, ormai non aveva più forze, c'era la seria possibilità che, quando avesse raggiunto il suolo, poteva essere già morto. Non si accorse che una figura stava volando verso di lui. All'improvviso il maggiore dei Winchester si sentì afferrare da dietro, frenando così forte la caduta che causò un piccolo boom sonico. Tutto il suo corpo vibrò di dolore ma continuava e galleggiare; due forti braccia lo stringevano saldamente, ma Dean era preso da qualcos'altro. Vide qualcosa che si muoveva intorno a lui...erano ali, bellissime, grandissime, candide, bianche con piccole striature d'argento. La Ali di un Angelo.
    - Dean sono qui! - la voce era quella di Cas. Era lui che lo teneva in volo. Erano sue le ali. Dean credeva che non si potessero vedere, lui aveva notato solo e sempre delle ombre, a dimostrare che le ali c'erano ma che non gli era consentito ammirarle, questa era la prima volta che le vedeva, forse quando era vicino alla morte un essere umano riusciva a vedere cose che normalmente erano invisibili ad occhio umano.
    - Sono...bianche. - disse con un filo di voce prima di perdere i sensi.
    - Dean? - Cas sentì qualcosa di umido sotto la sua mano appoggiata al petto di Dean, girandola notò che era insanguinata, Dean stava morendo. Senza pensarci troppo, in un battito di ciglio, atterrò sul grande cortile di Forsythe Mansion, stese Dean per terra e, poggiando entrambi le mani sul torace, rilasciò moltissima energia benefica della sua Grazia. Dean annaspò all'improvviso, riprese a respirare molto velocemente, la vita stava di nuovo fluendo dentro di lui. Si girò di lato e iniziò a tossire, i suoi polmoni si riempirono così velocemente che a Dean sembrava di avere il fiatone, le ferita al torace era già guarita, non ne rimaneva nemmeno la cicatrice. Finalmente, con un respiro regolare, Dean sospirò. Se per un attimo si sentì tranquillo e rilassato, tutto venne spazzato via dalla vista che aveva davanti; era vicino alla macchina e vedeva perfettamente Sam sul sedile del passeggero ancora immobile.
    - SAM! - senza badare a niente di quello che aveva intorno, corse verso il portello della macchina, si appoggiò guardando un Sam esangue. - Cas! - si voltò a chiamare l'angelo, ma Cas era già lì vicino a lui, spostò leggermente Dean e toccò Sam sulla fronte. Sam ebbe la stessa reazione di Dean, i polmoni, che quasi sicuramente erano stati perforati dalle costole spezzate, erano ritornati come nuovi e richiedevano aria! Dean tirò un sospiro di sollievo. Sam lo guardò per rassicurarlo, uscì dalla macchina e...Dean sbiancò. Il sedile dove Dean aveva appoggiato Sam era totalmente sporco di sangue, sembrava che ne fosse colato diversi litri.
    - Oh, Dean, scusa...mi spiace, ti ho sporcato l'auto, ma la farò lavare, pagherò tutto io. - Disse Sam cercando di tranquillizzare il fratello, sapeva quanto Dean ci tenesse alla sua piccola Baby. Poi si voltò per ringraziare Castiel ma... - Cas ma dove diavolo sono i tuoi vestiti?!? -
    Dean si voltò verso Cas e notò che era tutto nudo. Anche Cas notò che era tutto nudo e con fare tranquillo disse - Non so dove siano i miei vestiti, mi sono ritrovato così. -
    - Credo che...ehm....siano rimasti nella stanza del motel, dove ti abbiamo spogliato. - fece Sam un po' imbarazzato.
    Cas si ritrovò addosso una coperta che Dean aveva preso dalla macchina mentre Sam si stava spiegando con l'angelo. - Copriti svergognato! - gli disse, tutto rosso in faccia, con serietà.
    Sam non sapeva se ridere o scusarsi ancora di più. Aveva trattato male Castiel, ma lui aveva nuovamente salvato la vita a Dean.

    I due fratelli Winchester erano seduti ad un tavolo di un diner piuttosto vuoto, vista l'ora tarda, ma a loro andava bene così. Erano stanchi ma incredibilmente affamati. Dean aveva voluto solo un pezzo di torta, anche se enorme, e rimase stupito quando anche Sam ne chiese una. Il suo fratellino gli aveva fatto un sorrisetto allegro come a dire che ogni tanto poteva anche mandare a quel paese la sua dieta.
    - Allora, era un fantasma? - chiese il minore.
    - Fantasma? Non credo, tutto sembrava fuorché un fantasma. -
    - Ma, prima di essere sbatacchiato di qua e di là, il mio fiato si era condensato, doveva essere un fantasma. - continuò Sam addentando un pezzo di torta e rimanendone molto estasiato.
    - Non lo so. Non so cosa fosse, so solo che voleva uccidermi...e che ce l'aveva con gli angeli. -
    - Con gli angeli? -
    - Sì. Diceva cose strane, li chiamava "Alati", parlava di qualcuno, ma non so di chi parlasse, ero troppo preso dal cercare di liberarmi. - Dean rabbrividì al ricordo di quell'essere.
    - Mi dispiace, non ero lì ad aiutarti. - disse Sam con aria quasi afflitta. -Stavo pensando una cosa.. -
    - Dimmi. -
    - Gli ultimi tempi sono stati piuttosto movimentati per noi, giusto? - la faccia sarcastica di Dean diceva "Ma davvero? Non me ne ero accorto" - Penso che dovremmo prenderci qualche giorno di vacanza. Non parlo di settimane, parlo solo di due o tre giorni. -
    - Va bene, non credo ci sia nulla di male. Vuoi fare qualcosa di particolare o solo stare stravaccato su un letto a dormire per settantadue ore di fila? -
    Sam fece un largo sorriso - Pensavo che...potremmo andare a San Jose. -
    A Dean si strabuzzarono gli occhi! - Winchester House? -
    - Winchester House! - confermò Sam. - Voglio dire, mi fido di papà, se lui diceva che non c'erano più tracce di fantasmi, ci credo, però...possiamo fare i turisti, vedere la casa e...controllare di nuovo se è davvero vuota. -
    - Ti adoro fratellino! - disse Dean con l'aria di un bambino alla quale avevano promesso di portarlo a Disneyland.
    - Lo so. - e con quella decisione, i due terminarono tranquillamente il loro pasto.

    Fuori dal diner c'era un giovane uomo biondo che osservava i due fratelli dalla finestra dove li poteva vedere come si deve. I suoi vestiti erano tornati un po' trasandati e, per sicurezza, aveva nuovamente dipinto una parte dei suoi capelli biondi, stavolta di un azzurro mare. Le sue intenzioni erano chiare, era il momento di lasciar andare il tramite William. Sentì il battito di ali e capì chi fosse lì ad osservarlo.
    - Ciao Castiel, quanto tempo è passato eh, fratello? - chiese mentre si voltava verso Cas.
    - Lo sapevo che eri tu! L'ho capito subito appena ho avvertito l'aurea malefica di quella casa! -
    - E questo non ti ha impedito di entrarci. Ci hai quasi rimesso la vita. -
    - Cosa ti è saltato in mente? Hai rischiato di far uccidere Dean! - la calma flemmatica di Castiel sembrava essersi defilata, era arrabbiato.
    - Ho fatto quello che doveva essere fatto. Sei arrabbiato. - disse alzando un sopracciglio.
    - Non arrabbiato, sono furioso. Dean è sotto la mia responsabilità e tu lo hai messo in pericolo. Non deve succedergli niente! -
    - Ma ti ascolti quando parli? "Dean è sotto la mia responsabilità", ma non ci hai pensato due volte a chiedergli di torturare nuovamente, anche se sapevi benissimo che era sbagliato. - affermò l'angelo biondo zittendo Cas. - "A Dean non deve succedere niente", allora perché continuiamo a chiedergli di fare il cacciatore mettendo la sua vita perennemente in pericolo? Castiel, fratello, Dean è un cacciatore ed è, cosa più importante, l'Uomo Giusto. A te questa cosa potrà anche non piacere, ma solo lui poteva distruggere Askeladd. -
    - E se ti fossi sbagliato? Se non fosse stato Dean la persona giusta? -
    - Tu proprio non ci arrivi, eh? Dean non è solo l'Uomo Giusto, lui è molto di più di questo. Ma tu fai come gli struzzi, metti la testa sotto la sabbia, obbedisci agli ordini e non fai mai domande. Sei proprio un bravo soldatino. -
    - Di cosa parli? Io mi pongo sempre molte domande... -
    - Ti poni le domande sbagliate! Siamo angeli, Castiel, siamo guerrieri, i demoni ci temono, eppure i Sigilli si rompono uno dietro l'altro. Stanno vincendo loro e questo non fa scattare un campanello d'allarme in quella tua testolina? Le cose sono molto più complesse di quello che ti si para davanti. La verità, fratello, è che tu non sai niente. Poniti le domande giuste e forse capirai. -
    Senza aggiungere altro, l'angelo biondo si dileguò lasciando Castiel pieno di domande senza risposte.

    VOGLIO SOLO IL TUO CUORE.
    Dean annaspò tra le coperte cercando di non gridare, il volto orribile di Askeladd era impresso nelle sue retine e lui, pur di non urlare, si morse quasi a sangue il labbro inferiore. Era nel letto e ansimava copiosamente, tenendosi una mano sulla parte sinistra del torace, i battiti del suo cuore erano a mille; tutto sommato, Dean se l'era immaginato che avrebbe avuto un incubo su Askeladd, ma non si è mai pronti quando la paura ti assale all'improvviso. Sam era nel letto alla sua destra che dormiva saporitamente. Erano state una giornata e una notte lunghissime, San Jose o no, avevano bisogno di dormire, di riposare prima di ripartire la mattina dopo, ma sembrava proprio che a Dean non fosse concesso. Riprendendo fiato si alzò dal letto, in punta di piedi andò fino in bagno, chiuse piano con la chiave e, davanti al lavandino, si lavò. Sperava che l'acqua fredda lo avrebbe calmato. Si guardò allo specchio e quello che vide non gli piacque. Era pallido, con delle brutte occhiaie viola sotto gli occhi, i suoi occhi così spenti e tristi. Lentamente scivolò di lato mettendosi seduto sul coperchio della tazza del water, abbassò le spalle, incrociò le braccia, ci affondò il viso e cominciò a piangere. Per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto farsi vedere da Sam in quello stato; era successo una volta, quando aveva confessato gli orrori che gli erano stati inferti all'Inferno, ma soprattutto quelli che LUI aveva inferto alle altre anime. Lì si era sfogato perché era qualcosa che non riusciva più a gestire, ma voleva che fosse l'ultima. Non aveva ancora saputo che era stato lui a spezzare il primo Sigillo, quando avevano affrontato una sirena. Sam gli aveva detto che era un debole, che sapeva solo piangere; certo, era sotto l'influsso del veleno della sirena, ma aveva temuto che, forse, era davvero così, piangeva per ogni cosa che succedeva, e questo lo fece vergognare ancora di più, ma i singhiozzi continuarono, ormai la diga aveva ceduto.
    Un leggero tocco sulla spalla gli fece alzare la testa. Davanti a lui, inginocchiato in modo da poterlo guardare dritto negli occhi, c'era l'angelo biondo, nuovamente con i capelli bicolore, proprio come lo erano gli occhi. Lo guardava con sguardo dolce.
    - Non vergognarti Dean. Piangere è una cosa normale per gli esseri umani; stai portando un grosso peso sulle spalle, se ogni tanto vuoi sfogarti ne hai tutto il diritto. - gli disse con una voce calda a rassicurante.
    - Sam...Sam è quasi morto oggi... - disse Dean singhiozzando, ripensando a quel sedile sporco di sangue.
    - Lo so...mi spiace di averlo coinvolto in tutto questo. -
    - Quella cosa...quella...è morta? -
    - Sì, Dean, questa volta lo è. - rispose deciso l'angelo.
    - Questa volta? ...ma...che cos'era? -
    L'angelo si rattristò per un momento, non era certo che fosse il caso di dire a Dean tutto, ma in fondo era quasi morto facendo il suo dovere, ed era stato lui a gettare il cacciatore nella mani di quell'essere.
    - Molto tempo fa, quando gli esseri umani erano giovani, nacque un uomo particolare. Sarebbe inutile dirti il suo nome, come ho detto, gli esseri umani erano giovani, non esisteva nemmeno la scrittura, neanche i geroglifici erano stati creati, non riusciresti mai a trovare il suo nome in qualche testo antico. Ed in fondo, non ha poi molta importanza. A quei tempi gli uomini avevano iniziato a stare in gruppo, praticamente creando le prime vere comunità della storia umana. Quell'uomo era molto ambizioso, voleva diventare il capo di tutte le tribù che si stavano formando nel territorio dove viveva, vedeva lontano, affermava che il mondo era molto più grande di come lo credevano ed era convinto che solo lui sarebbe stato la persona giusta a governare su tutti gli altri, di essere una guida per gli uomini. In verità la sua anima era molto sporca e corrotta e quando un essere umano ha un'anima così, attira inevitabilmente l'attenzione dei demoni. Un demone gli si presentò e gli fece un'offerta: il demone gli assicurava che ogni villaggio, ogni gruppo, ogni uomo, donna o bambino che avrebbe incontrato sul suo cammino sarebbe diventato un suo suddito, lui sarebbe diventato colui che avrebbe comandato su tutti gli altri, e tutto questo sarebbe durato dieci anni. Per dieci anni le cose sarebbero andate bene, ma c'era un prezzo da pagare, la sua anima. -
    - Il primo demone degli incroci? - chiese Dean.
    L'angelo biondo sorrise - Si può dire di sì, anche se a quei tempi non esistevano incroci, dato che non esistevano nemmeno le strade, ma possiamo dire che fosse un demone degli incroci...e tu sai cosa succede dopo dieci anni, vero? -
    Dean deglutì, si ricordava perfettamente i cerberi che lo avevano dilaniato per portare la sua anima all'Inferno.
    - I dieci anni passarono e l'uomo era diventato il capo di ogni cosa posasse sopra gli occhi, ma arrivarono i cerberi e l'uomo morì. Fu trascinato all'Inferno. Tu sai già che i demoni sono le anime dannate che si sono trasformate, la sua anima era già preda dell'oscurità, così divenne un demone in brevissimo tempo. E non solo, divenne anche un demone molto spietato. Era un vero flagello. Così mi fu chiesto di occuparmene. Il demone, che si faceva chiamare Askeladd, stava cercando una cosa particolare quando lo affrontai; ovviamente sono un angelo e, per quanto possa essere potente un demone, io lo ero di più. Lo uccisi. O almeno credevo. - sospirò.
    - Non l'hai ucciso? -
    - Sì, Dean, io l'ho ucciso...ma lui tornò. -
    - Cosa? -
    - Lui tornò. Non è una cosa fattibile, un demone che muore non torna all'Inferno, quando un demone torna all'Inferno significa che è stato esorcizzato; di un demone che viene ucciso non rimane niente, è un nulla, è in un Vuoto assoluto. Ma non Askeladd. Lui tornò. In quella forma orribile che hai potuto conoscere. In vita, nella sua nuova vita demoniaca, Askeladd aveva un'ossessione, un'ossessione così potente e forte che gli impediva di morire definitivamente. Provai ad ucciderlo per molto anni, per secoli, i miei stessi fratelli mi dissero che Askeladd era la MIA di ossessione, forse era così. Ma poi...sei arrivato tu. E le cose sono cambiate. -
    - Perché? -
    - Perché tu sei l'Uomo Giusto. Tu solo potevi ucciderlo. -
    - Io non capisco, non ho fatto niente. - si lamentò Dean.
    - Non è vero, lui aveva un'ossessione che cercava da migliaia di anni, tu gli hai dato quello che stava cercando. -
    - Che cosa gli ho dato? -
    - LA VITA. - disse l'angelo con un sorriso radioso. - La tua energia vitale. La tua Anima così folgorante. Gliene hai data così tanta di energia che, alla fine, non è riuscito a contenerla e questo lo ha distrutto. -
    - La vita? Tutto qui? -
    - Sì, per lui che era morto all'apice della sua esistenza, con tutti i popoli sottomessi, per essere poi trascinato all'Inferno senza goderne i frutti era inaccettabile. Lui voleva indietro ciò che i demoni gli avevano tolto. -
    - Ma...la mia anima è sporca...non... -
    - Oh no, Dean, non lo è. La tua anima è la più luminosa di tutto il mondo. Non ci sono anime come la tua, e c'è una buona ragione per cui lo è. -
    - E se avessi sbagliato? Se non avessi capito cosa dovevo fare? Io...io ho solo ricordato la frase di Cas, non ho fatto poi molto. -
    - Mi fa piacere sapere che Castiel ha contribuito ad aiutarti, ma sarebbe andata così, perché sei l'Uomo Giusto. La scelta migliore. -
    - Io non mi sento così, mi sento inutile. -
    L'angelo si accigliò a quelle parole. - Dean, essere l'Uomo Giusto non è solo combattere per impedire la distruzione dei Sigilli. Presto, molto presto, ti verrà chiesto di fare delle scelte, e sarà allora che dovrai veramente contare sul tuo intuito. -
    - Quali scelte? - chiese il giovane con aria spaventata.
    - Non posso dirtelo; ma non perché non voglia o non possa, chiariamo, non posso perché non voglio influenzare le scelte che farai. -
    - E se faccio la scelta sbagliata?! -
    - Non ha importanza. -
    - Certo che ce l'ha, se sbaglio cosa rischiamo? La fine del mondo?!? - chiese sempre più preoccupato il maggiore dei Winchester.
    - Non ha importanza, perché io sono assolutamente certo che farai sempre la scelta giusta. Sai cosa distingue un angelo da un uomo? L'uomo ha il libero arbitrio. L'uomo può fare delle scelte, moltissime scelte, ed io so che tu sei una persona buona e che cercherai sempre di fare la cosa giusta. Quello che voglio dirti è che non devi lasciare che siano gli altri a dirti cosa fare. Devi farlo da solo. -
    - Ho paura di fallire. - disse chinando ancor di più la testa, ormai anche il naso cominciava a gocciolare.
    - Io invece no. Io credo in te Dean Winchester. -
    - Sai, è una cosa strana. Continuo a chiedere a Cas cosa devo fare, ma lui mi dice sempre e solo "non lo so" oppure "non posso", è molto snervante. Io non so nemmeno quale sia il tuo nome, ma almeno tu hai cercato di darmi una spiegazione a quello che mi sta succedendo intorno. -
    - Castiel ha osservato l'umanità per migliaia di anni, ma ci ha interagito pochissime volte, non sa bene come comportarsi con gli esseri umani. Molti affermano che Castiel si stia prendendo cure di te; a me piace pensare che sei tu che ti stai prendendo cura di lui. - Sorrise felice, allungò le mani a coppa sulle guance di Dean e lo guardò intensamente. - Sei stato bravo Dean, ti sei comportato bene. - Appoggiò due dita sulla sua fronte e disse - Possa questa notte essere serena, gentile, misericordiosa, e che il Sonno dei Giusti scenda su di te. -
    Quando Dean riaprì gli occhi, l'angelo non c'era più. Ma nemmeno l'ansia, l'angoscia, la voglia di piangere, sentiva una pace dentro di se che non avvertiva da molto tempo. Raddrizzò le spalle, si pulì il viso dalle lacrime e anche dal muco. Si alzò, uscì dal bagno e guardò Sam, un grosso fagotto di coperte che russava e un piede che fuoriusciva dal letto, era dura trovare un motel con dei letti abbastanza lunghi per quel gigante. Afferrò l'alluce a Sam che, senza svegliarsi, ma mugugnando nel sonno, lo ritirò all'interno delle coperte. Dean sorrise, gli sembrava ancora il bambino che aveva cresciuto. Si infilò nuovamente sotto le coperte, prese un lungo respiro, si addormentò.
    E quella notte Dean Winchester non ebbe nessun incubo.

    NOTA DELL'AUTRICE
    Benvenuti alle eccitanti note finali. Bé, in verità non è detto che forse ne abbiate bisogno, ma magari sono io che ho bisogno di spiegare certe scelte fatte. Ma siete stati grandi ad arrivare fino alla fine. Lo so lo so, anche stavolta ho trattato Dean malissimo, viene sempre preso a calci dove non batte il sole, anche se poi riesce a vincere e sopravvivere; guardate il lato positivo, non è finito in ospedale.
    1) La prima cosa di cui voglio parlare è la Forza di Castiel. La questione "Castiel" è sempre stata, per me, molto ingarbugliata. Quanto è forte questo angelo? Boh, e chi lo sa? Nella 4x16, Dean viene mandato all'ospedale da Alastair, Sam chiede a Castiel di curarlo ma lui risponde "non posso", quindi ci da l'impressione che non ne sia in grado...ma se ricordiamo la 5x02, dove Bobby chiede a Castiel di curarlo, allora è logico pensare che un angelo dovrebbe esserne in grado (io però non ricordo, nella quarta stagione, Cas & Bobby nella stessa stanza e voi?). Anche Bobby non fu curato, ma ho pensato che Cas non fosse al 100% perché era stato ucciso da Raffaele. Nella quarta stagione, invece, è logico pensare che un angelo sia perfettamente in grado di curare un essere umano. Castiel ha afferrato l'anima d Dean e l'ha rimessa in un corpo morto da quattro mesi, ormai in putrefazione avanzata, rimettendolo a nuovo. E credo che anche Zaccaria abbia curato Dean per poi fargli passare le tre settimane come Dean Smith (le ferite ci mettono molti giorni a guarire, per nasconderle, è meglio farle guarire subito). Insomma, io penso che Cas nella quarta stagione sia in grado di curare un essere umano, ma siccome il dubbio rimane (Cas dice troppo spesso NON POSSO) ho scritto che ha dovuto usare parecchia energia della sua Grazia.
    2) La spada scintillante che per poco non uccide tutti gli angeli è una mia creazione. La Spada di Michele è, di fatto, l'arma più potente del Paradiso e Dean è conosciuto come La Spada di Michele. Askeladd, che voleva riavere la sua vita, era anche incavolato nero con gli angeli perché per migliaia di anni hanno cercato di eliminarlo, quindi diciamo che voleva due piccioni con una fava, e cioè la sua vita e la distruzione degli angeli per mano della Spada. È stato Askeladd a fare un collegamento psichico, tra Dean e gli angeli, che ha debilitato gli alati; ricordate però che, normalmente, se qualcuno uccide Dean Winchester gli angeli continuano a vivere, state tranquilli. Ed è inutile aggiungere che, una volta morto Askeladd, gli angeli si sono subito ripresi (almeno quelli sopravvissuti).
    3) Mi sono sempre chiesta una cosa: perché nella 4x18 Castiel si comporta in modo normale, aiutando Dean a salvare Sam, utilizzando l'arcangelo a difesa del Profeta, mentre nella 4x20 (e nella 4x19 non si è nemmeno visto), doveva parlare a Dean dei sospetti che aveva sugli angeli e la questioni dei Sigilli? Perché a Castiel sono venuti dei dubbi? Chi gli ha messo la pulce nell'orecchio? Così ho messo la conversazione tra Cas e l'angelo biondo, dove il biondo gli insinua il dubbio, dopotutto le parole hanno il loro peso e non si possono più ritirare, se uno ti dice che c'è qualcosa che non va è facile che venga un piccolo dubbio, no?
    4) E questo ci porta all'angelo biondo e al fatto che non gli ho dato un nome. La verità è che non sapevo che nome dargli. Il fatto che sappia che gli angeli non impediscono del tutto la distruzione dei Sigilli perché alle alte sfere vogliono fa scoppiare l'Apocalisse ci fa capire che non è un angelo della stessa portata di Castiel (che non sa mai nulla), anzi...a dirla tutta potrebbe essere benissimo un arcangelo. Arcangelo minore per l'esattezza, quelli maggiori li conosciamo. Avevo pensato a nomi come Jehudiel o Zerachiel, ma forse l'arcangelo minore migliore potrebbe essere UMABEL che è anche un angelo custode sotto il comando di Michele in persona; non per scherzare, ma dovrebbe essere l'angelo custode di Dean Winchester, nato il 24 Gennaio. Ma essendo un Custode, non ha molto senso che lo abbia mandato contro Askeladd mettendolo seriamente in pericolo, quindi...questo arcangelo minore rimarrà senza nome.
    5) Askeladd urla che sta per uccidere il Tramite di Michele (l'avete capito che il generale era lui, vero?), Dean non sa di essere il suo Tramite, lo scoprirà solo all'inizio della quinta stagione, ma dato che stava cercando di sopravvivere, non ci ha fatto proprio caso. La stessa cosa vale per la conversazione con l'angelo biondo in bagno, lui gli dice che dovrà fare una scelta...questa scelta, che si rifiuta di dirgli quale sia, è quella se dire Sì a Michele....oppure No a Michele...l'angelo vuole fargli capire che crede in lui, qualunque sarà la sua scelta, sarà quella giusta. Significa che questo arcangelo minore non è affatto contento che i Sigilli vengano distrutti e che l'Apocalisse venga fatta scoppiare perché agli angeli va bene così. A lui no!
    C'è altro? No. Grazie per la pazienza, anche le Note sono state incredibilmente lunghe, come sono prolissa io, nessuno lo è!


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    Messaggio Da Kim Winchester Gio Lug 30, 2020 1:20 pm

    Eccomi giunta alla conclusione della lettura!
    Ho trovato il tuo scritto molto bello e interessante.
    Trovo che migliori ogni volta che scrivi qualcosa......

    Durante la prima parte mi sono spaventata un pochino: vedevo i personaggi cadere uno ad uno sotto la tua penna, e credevo che George R.R. Martin si fosse impossessato di te, ma poi per fortuna le cose hanno preso la piega giusta! 


    Forse ti sei solo dilungata un pochino con alcune frasi che spiegano i fatti precedenti o successivi a quelli di cui tu narri, e che forse hai inserito come spiegazione per chi non conosce bene la serie.
    Magari io li ho trovati a volte non sempre necessari, semplicemente perché so di cosa parli e conosco i fatti. Comunque non ci stavano affatto male, e d'altronde sono esplicativi per chi non rammenta tutto o non è a conoscenza dell'intera questione.

    Ho trovato molto interessanti anche le tue note!

    Ripeto: mi è piaciuto molto, e a tratti, mi ha anche commosso, cosa che mi succede anche guardando SPN, quindi direi che sei riuscita a ricreare in pieno l'atmosfera della nostra serie!

    BRAVA!  ok2 applauso applauso applauso
    P.s. Ho qualche dubbio sul fatto che la Winchester House sia ormai ''libera'', un giorno o l'altro ci farò una capatina io.......  sogghigno sogghigno sogghigno


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    Messaggio Da APUMA Gio Lug 30, 2020 2:09 pm

    Kim Winchester ha scritto:Eccomi giunta alla conclusione della lettura!
    Ho trovato il tuo scritto molto bello e interessante.
    Trovo che migliori ogni volta che scrivi qualcosa......

    Durante la prima parte mi sono spaventata un pochino: vedevo i personaggi cadere uno ad uno sotto la tua penna, e credevo che George R.R. Martin si fosse impossessato di te, ma poi per fortuna le cose hanno preso la piega giusta! 

    Forse ti sei solo dilungata un pochino con alcune frasi che spiegano i fatti precedenti o successivi a quelli di cui tu narri, e che forse hai inserito come spiegazione per chi non conosce bene la serie.
    Magari io li ho trovati a volte non sempre necessari, semplicemente perché so di cosa parli e conosco i fatti. Comunque non ci stavano affatto male, e d'altronde sono esplicativi per chi non rammenta tutto o non è a conoscenza dell'intera questione.
    Ho trovato molto interessanti anche le tue note!

    Ripeto: mi è piaciuto molto, e a tratti, mi ha anche commosso, cosa che mi succede anche guardando SPN, quindi direi che sei riuscita a ricreare in pieno l'atmosfera della nostra serie!
    BRAVA!  ok2 applauso applauso applauso
    P.s. Ho qualche dubbio sul fatto che la Winchester House sia ormai ''libera'', un giorno o l'altro ci farò una capatina io.......  sogghigno sogghigno sogghigno
    In effetti è così; questa è una cosa che mi ha fatto notare anche Massimiliano, nel prolungarmi troppo in spiegazioni e rimandi che dovremmo conoscere perfettamente. Ma io sono 'na fanatica, tu sei 'na fanatica, per noi certe spiegazioni non servono, lo so, ma per altri? Un bravo scrittore deve saper coinvolgere anche chi non ha mai seguito certe opere, spesso personaggi conosciuti vengono ripresentati nelle stesse medesime maniere e, solo dopo un Tot numero di libri, l'autore smette sicuro che ormai i personaggi si conoscono...io cerco di spiegare cose che non tutti ricordano con i miei punti di vista.

    Grazie per aver letto la mia umilissima opera! abbraccione abbraccione abbraccione abbraccione abbraccione abbraccione La tua opinione, per me, è estremamente importante!!


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    Messaggio Da Kim Winchester Ven Lug 31, 2020 3:12 pm

    APUMA ha scritto:
    Kim Winchester ha scritto:Eccomi giunta alla conclusione della lettura!
    Ho trovato il tuo scritto molto bello e interessante.
    Trovo che migliori ogni volta che scrivi qualcosa......

    Durante la prima parte mi sono spaventata un pochino: vedevo i personaggi cadere uno ad uno sotto la tua penna, e credevo che George R.R. Martin si fosse impossessato di te, ma poi per fortuna le cose hanno preso la piega giusta! 

    Forse ti sei solo dilungata un pochino con alcune frasi che spiegano i fatti precedenti o successivi a quelli di cui tu narri, e che forse hai inserito come spiegazione per chi non conosce bene la serie.
    Magari io li ho trovati a volte non sempre necessari, semplicemente perché so di cosa parli e conosco i fatti. Comunque non ci stavano affatto male, e d'altronde sono esplicativi per chi non rammenta tutto o non è a conoscenza dell'intera questione.
    Ho trovato molto interessanti anche le tue note!

    Ripeto: mi è piaciuto molto, e a tratti, mi ha anche commosso, cosa che mi succede anche guardando SPN, quindi direi che sei riuscita a ricreare in pieno l'atmosfera della nostra serie!
    BRAVA!  ok2 applauso applauso applauso
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    In effetti è così; questa è una cosa che mi ha fatto notare anche Massimiliano, nel prolungarmi troppo in spiegazioni e rimandi che dovremmo conoscere perfettamente. Ma io sono 'na fanatica, tu sei 'na fanatica, per noi certe spiegazioni non servono, lo so, ma per altri? Un bravo scrittore deve saper coinvolgere anche chi non ha mai seguito certe opere, spesso personaggi conosciuti vengono ripresentati nelle stesse medesime maniere e, solo dopo un Tot numero di libri, l'autore smette sicuro che ormai i personaggi si conoscono...io cerco di spiegare cose che non tutti ricordano con i miei punti di vista.

    Grazie per aver letto la mia umilissima opera!  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione La tua opinione, per me, è estremamente importante!!
    Sì infatti non ci stavano male, anche io, come ti ho scritto, avevo capito quale fosse il tuo fine e a quale genere di lettore fossero riferite le spiegazioni.
    Comunque a volte servono anche a me, mica mi ricordo tutto.......... me ne accorgo guardando i vecchi episodi........  sogghigno


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    Messaggio Da APUMA Ven Lug 31, 2020 3:34 pm

    APUMA ha scritto:
    Kim Winchester ha scritto:In effetti è così; questa è una cosa che mi ha fatto notare anche Massimiliano, nel prolungarmi troppo in spiegazioni e rimandi che dovremmo conoscere perfettamente. Ma io sono 'na fanatica, tu sei 'na fanatica, per noi certe spiegazioni non servono, lo so, ma per altri? Un bravo scrittore deve saper coinvolgere anche chi non ha mai seguito certe opere, spesso personaggi conosciuti vengono ripresentati nelle stesse medesime maniere e, solo dopo un Tot numero di libri, l'autore smette sicuro che ormai i personaggi si conoscono...io cerco di spiegare cose che non tutti ricordano con i miei punti di vista.

    Grazie per aver letto la mia umilissima opera!  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione  abbraccione La tua opinione, per me, è estremamente importante!!
    Sì infatti non ci stavano male, anche io, come ti ho scritto, avevo capito quale fosse il tuo fine e a quale genere di lettore fossero riferite le spiegazioni.
    Comunque a volte servono anche a me, mica mi ricordo tutto.......... me ne accorgo guardando i vecchi episodi........  sogghigno
    Le prime cinque stagioni le so QUASI a memoria, non è un caso che la maggior parte delle Fan Fiction (manco ne avessi scritte centinaia) si svolgono sempre nelle prime cinque stagioni, solamente UN BEL BOCCONCINO si svolge nell'ottava, o meglio tra la settima e l'ottava visto che parla di Dean & Benny in Purgatorio.


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    Messaggio Da Kim Winchester Ven Lug 31, 2020 3:55 pm

    APUMA ha scritto:
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    Kim Winchester ha scritto:In effetti è così; questa è una cosa che mi ha fatto notare anche Massimiliano, nel prolungarmi troppo in spiegazioni e rimandi che dovremmo conoscere perfettamente. Ma io sono 'na fanatica, tu sei 'na fanatica, per noi certe spiegazioni non servono, lo so, ma per altri? Un bravo scrittore deve saper coinvolgere anche chi non ha mai seguito certe opere, spesso personaggi conosciuti vengono ripresentati nelle stesse medesime maniere e, solo dopo un Tot numero di libri, l'autore smette sicuro che ormai i personaggi si conoscono...io cerco di spiegare cose che non tutti ricordano con i miei punti di vista.

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    Anche io le prime 5 le ricordo meglio, perché le ho viste e riviste!  Trooooppo belle!   sogghigno sogghigno sogghigno

    Aspetto la tua prossima FanFiction e, ovviamente, anche la prossima di Dokuro!   MicioEvviva


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    Messaggio Da APUMA Sab Dic 12, 2020 2:28 pm

    - Titolo Fan Fiction: Don't You Cry No More
    - Nome/Nick autrice: APUMA
    - Fandom: Supernatural
    - Timeline: Quindicesima stagione, all'interno della 15x20
    - Sommario: Commedia
    - Spoiler: ATTENZIONE! Gli eventi si svolgono all'interno dell'ultima puntata dell'ultima stagione, se non l'avete vista, non provateci neppure a leggerla!!
    - Personaggi: Dean Winchester, Bobby, altro personaggio...
    - Disclaimer: I personaggi delle serie SUPERNATURAL non mi appartengono, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun Copyright.
    Note: Cosa aspettarsi quando si muore. Dean sta per scoprirlo.




    LEGGERLO E' BELLO....SCRIVERLO E' MEGLIO! - Pagina 5 Don_t_10

    Don't You Cry No More

    La giornata era splendida, il cielo era azzurro, l'aria era rinfrescante, Bobby era vicino a lui con la birra più schifosa che ricordasse, ma era comunque incredibilmente fantastica. Solo un leggero velo di tristezza che, in Paradiso, non avrebbe dovuto esserci, poteva rovinare tutto.
    - Quasi perfetto. - disse Dean Winchester, seduto su una sedia davanti alla vecchia Roadhouse.
    Bobby volse il viso verso di lui, sapeva cosa gli passava nella testa, cosa lo rendesse malinconico in un luogo dove la malinconia doveva essere bandita.
    - Arriverà presto. - disse. - Il tempo qui è...È diverso. Puoi avere tutto quello che hai sempre voluto...o di cui hai bisogno...o che sognavi. - continuò il vecchio amico. - Quindi credo che il punto sia...Cosa farai adesso Dean? - chiese alla fine con un leggero sorriso sulle labbra.
    Dean ci pensò su. - Mi piacerebbe battere il mio record personale in una notte infuocata di sesso selvaggio!!! -
    Bobby sputò per terra la birra che stava bevendo, ecco il tipico Dean di sempre. - Cosa? Puoi avere quello che vuoi e la prima cosa che ti viene in mente è il sesso? -
    Dean lo fissò in maniera strana - Ma perché no? Non mi dirai che in Paradiso non si può? - Sghignazzò il giovanotto. Bobby aveva però l'aria contrita e seria e...non era un buon segno. - Un momento, mi stai dicendo che il sesso è vietato in Paradiso?!? - la voce di Dean si era leggermente alzata.
    - Bè, in verità non lo so, voglio dire, chi ci ha pensato? A parte te? -
    - Frena frena frena! Hai appena detto che qui si può avere tutto quello che si vuole, ma se parlo di sesso è tutto troppo oscuro, stiamo scherzando?!? - sempre più alta.
    - Rilassati. -
    - Rilassati un corno! Qui urge una discussione con Jack immediatamente! -
    - Vuoi...ehm...vuoi veramente fare una ramanzina al nuovo Dio?!? - gli occhi di Bobby erano leggermente di fuori.
    - Certo che sì, sono uno dei suoi padri putativi, posso eccome! Ma dico, nemmeno fossi morto! - a quella frase Dean si bloccò. - Oh, cavolo! Ma io sono morto! E quindi è morto anche il mio "amichetto"?!? PERCHÉ?!?!? - adesso era veramente disperato.
    - Ragazzo, rilassati, potrebbe venirti un infarto! -
    - Ma quale infarto! Sono finito all'Inferno, ecco dove, un luogo dove il sesso è tornato un tabù, bacchettoni che non siete altro!! - urlò sempre più forte, piagnucolando il giovane.
    - Ehm...magari invece puoi. Solo perché io non ci ho pensato, non significa che non si possa. -
    Dean lo guardò con gli occhi più cucciolosi e disperati che avesse mai visto.
    - Diciamo che Jack farà quel che deve fare per renderti felice, quindi, ADESSO, cosa farai Dean? - chiese di nuovo.
    Dean si guardò intorno con aria corrucciata, ma appena vide la sua bellissima Impala del 67, lucida come se fosse appena uscita dalla catena di montaggio, si girò verso l'amico con un dolce sorriso. - Credo che mi farò un giro. -
    - SÌ! - disse Bobby con un gridolino, alzando il pugno, era riuscito in un'impresa, distrarre Dean da una delusione. - Divertiti! -
    Dean si alzò, e saltellando come un bambino, iniziò ad avviarsi verso la sua Baby, Bobby ridacchiava per il suo modo di accogliere le cose così infantile, Dean si voltò verso di lui, con il pugno alzato, pollice e mignolo in fuori - Ci vediamo Pisellone!! - cantilenò.
    Bobby non sputò la birra, ma rimanendo a bocca aperta, questa fuoriuscì sbrodolandolo tutto.
    - Ma sei morto battendo la testa? - gli chiese con un leggero tic all'occhio.
    - Nah, un pezzo di ferro mi ha infilzato nella schiena. - disse tutto contento.
    - Wow! Hai sofferto molto? -
    - Ci ho messo sette minuti a morire!! - mostrando un sorriso a trentadue denti. - Ma quando hai un pezzo di ferro lungo più o meno quindici centimetri che ti entra dalla schiena e arriva fino a grattarti lo sterno, bè, sembrano sette ore! - continuò l'uomo sghignazzando come uno scemo. Bobby non sapeva più che dire.
    Tranquillamente e tutto felice, Dean entrò dentro la macchina. La SUA adorata macchina, la sua bambina. - Ehi, piccola. - disse con il più dolce dei sorrisi. Guardò lo specchietto retrovisore e...URLÒ DALLO SPAVENTO!
    - MA HO GLI OCCHI A FORMA DI STELLINA!!! - Ed era così, le sue pupille erano sostituite da due brillanti stelline dorate che mandavano scintille. - Porca miseria, ma qui non è solo una questione di parlare a Jack dell'ape e dei fiori, basta con stelline, cuoricini e arcobaleni. Per cosa ha preso il Paradiso? Per un parco giochi?! Cas gli ha regalato troppi peluche!!! - e così dicendo iniziò a schiaffeggiarsi forte sulle guance. Controllò di nuovo, le pupille erano tornate normali, in compenso c'erano stelline che svolazzavano dentro tutto l'abitacolo. - Faremo un LUNGO discorso Jack! - Con un cipiglio estremo mise in moto accendendo contemporaneamente la radio...
    Carry on, my wayward son There'll be peace when you are done
    Sul viso di Dean spuntò nuovamente un sorriso. - Adoro questa canzone! - e partì.

    La strada era eccezionale, niente scossoni, Baby filava via con una facilità incredibile e a Dean sembrava di cavalcare un onda di grandissime emozioni, tutte positive. Quello doveva essere davvero il Paradio.
    - Once I rose above the noise and confusion Just to get a glimpse beyond this illusion!! - cantava a squarciagola come se non ci fosse un domani, peccato che non si rendesse conto che gli animali che stavano nei boschi ai lati della strada cadevano a terra svenuti! Ormai era un dato di fatto: DEAN WINCHESTER ERA TORNATO STONATO COME UNA CAMPANA! ...e nemmeno se ne accorgeva, per lui c'era solo la strada, la macchina, la musica. - Masquerading as a man with a reason My charade is the event of the seasooooonnnnn... - SPAM!! Una ruota dell'Impala scoppiò all'improvviso. - ooooooooOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHH! - la canzone sembrava adesso un terrificante latrato, mentre Dean gridava cercando anche di mantenere il controllo dell'auto che sbandava a destra e a sinistra. (Gli animali ringraziarono!) - AAAAAAAHHHHHHHH! - Niente, ormai non si fermava più. Una forte sterzata da parte di Dean fece capitolare il tutto e Baby andò a sbattere contro il guardrail spaccandolo; l'auto cominciò la sua lunga corsa contro alberi di ogni genere e grandezza, mentre il suo guidatore urlava senza remore. Alla fine del burrone (tutto sommato abbastanza corto) si fracassò direttamente contro il grosso tronco di un albero accartocciandosi su se stessa e fermando la sua infernale corsa. Dean rimase immobile al volante. Era leggermente scombussolato, in tanti anni di guida erano veramente pochi gli incidenti d'auto che aveva avuto, finire in quel modo sembrava quasi una presa in giro. Uscì dall'auto con le gambe tremolanti, se fosse stato vivo avrebbe vomitato, ma tanto era morto, no? Guardò Baby. Tre ruote erano forate, due cerchioni piegati, tutti gli sportelli graffiati, il cofano saltato e schiacciato contro il tronco, Baby era un ammasso di lamiere.
    - E questo sarebbe il Paradiso? - chiese Dean con una vocina piccola piccola. - PERCHÉ?!?! - a quell'urlo dovevano seguire tuoni, fulmini, saette, pioggia a catinelle, l'umore nero di un giorno tempestoso, ma in verità si sentivano solo gli uccellini allegri e felici canticchiare. Dato che risposte non ne arrivarono, Dean scoppiò a piangere! - Che schifo di Paradiso! - continuava a ripetersi, mentre calde lacrime scendevano sulle sue guance...e anche un po' di moccio dal naso!
    Piangeva ancora quando si rese conto che qualcosa luccicava ai suoi piedi. - Un cellulare? - Grande fu la sorpresa. Dean raccolse l'oggetto, lo fissava come se fosse qualcosa di alieno. - Ma...si usano i cellulari in Paradiso? - Accese l'aggeggetto, funzionava, niente App, niente Wallpaper, nessun numero nella rubrica, c'era un solo numero alle chiamate veloci: 318. Dean premette la cornetta verde e si mise in ascolto.
    - Hai appena chiamato Urgenza "Paradise", sono la tua operatrice celestiale Becca, cosa posso fare per te? - Una voce effettivamente celestiale, Dean sembrava un po' confuso.
    - Ehm...mi chiamo...ehm...sono Dean Winchester e...ho appena avuto un incidente stradale, sono finito fuori strada, la mia macchina è dentro un burrone abbracciata ad un albero, sto piangendo come una bambina e avrei bisogno di un carro attrezzi. - disse con un grosso groppo in gola.
    - Pronto intervento immediato signor Winchester. - CLIC.
    - Ma...MI HA ATTACCATO IL TELEFONO IN FACCIA! - Dean era basito. - Non mi ha nemmeno chiesto in che strada sono, come cavolo... - un improvviso clacson suonò dalla strada soprastante. Dean alzò gli occhi e vide un carro attrezzi fermarsi sul ciglio. - Dio, che velocità. - sembrava più un sospiro che un commento a voce alta. Dal mezzo uscì un uomo, spalle larghe, pancia un po' prominente, viso allegro e sorridente.
    - Salve! Il signor Winchester? -
    - Sì? - Non voleva essere una domanda, ma in tanti anni Dean aveva cercato di rimanere anonimo in tutte le caccie che la sua famiglia aveva affrontato, a volte ci riusciva, a volte no, ma nessuno lo aveva mai chiamato Signor Winchester...o forse sì, solo che non se lo ricordava.
    - Sono Paul! - disse mentre scendeva nel burrone a dare la mano a Dean. - Mi hanno detto del suo problema, sono qui par aiutarla. -
    - Grazie. - la sua voce era nuovamente come quella di un bambino.
    Il lavoro fu molto veloce, Paul prese il gancio del carro attrezzi e in men che non si dica Baby era nuovamente sulla strada.
    - Ecco fatto! - disse allegramente Paul.
    - Sì, bè, grazie. Anche se...è distrutta... - la voglia di piangere tornò come un boomerang, di lì a poco avrebbe inondato l'intera zona di lacrime...e moccio.
    - Ma no, è come nuova. -
    Dean lo guardò basito, poi guardo Baby e...la sua Impala del 67 sembrava appena uscita dalla catena di montaggio (di nuovo), lucida come non mai (di nuovo!), non c'era nemmeno un'ammaccatura.
    - Porca vacca!!! -
    - Sì, bella macchina. - gli disse Paul. Si sentì la suoneria di un cellulare, non quello che Dean teneva ancora in mano, era quello del gentile Paul; accostò l'apparecchio all'orecchio, annuiva, borbottava e sorrideva. - Devo andare signor Winchester, a quanto pare lo Shinkansen si è schiantato a 500 chilometri orari presso la stazione, c'è un po' di lavoro da fare. -
    - Mio Dio, è terribile! Chissà quanti morti?!? - Dean era allibito.
    - Naah, nessuno, o meglio, tutti, sono già tutti morti, parlo dello Shinkansen del Paradiso, almeno una volta al mese deraglia; le persone fanno a gara a salirci per assaporare il divertimento di ballare la macarena stando seduti sui sedili. - detto questo risalì sul suo mezzo. - Ah, signor Winchester? -
    - Sì? -
    - La sua macchina è di nuovo perfettamente operativa, ma il colpo potrebbe aver destabilizzato la sua radio, se dovesse avere dei problemi basta chiamare Urgenza "Paradise", risolveranno il problema. - chiuse lo sportello e se ne andò.
    Dean era senza parole in mezzo alla strada. - Ok, è...andata bene, giusto? - Non sapeva proprio a chi lo stava chiedendo, ma aveva importanza? Baby era integra e perfetta e la giornata sembrava ancora lunga, come la strada. Così decise di ripartire, voleva vedere fin dove poteva arrivare quella strada, o magari tornare indietro dopo un certo numero di miglia, chi poteva saperlo, quello era il Paradiso, poteva fare quello che voleva.
    Salì in macchina, mise in moto facendo accendere anche la radio - Benvenuti a Radio "Paradise", la vostra Radio preferita per l'eternità! - "Bello!" pensò Dean "Hanno una radio tutta loro!" - Oggi, come domani, come nei giorni a venire, ascolteremo la migliore musica che Michelle abbia mai ascoltato in tutta la sua vita! -
    - Michelle? -
    - Ed ecco per Michelle "Woman in love" della sua cantante preferita, Barbra Streisand! -
    Life is a moment in space When the dream is gone
    - MIO DIO! Cos'è 'sta roba?!? - gridò senza ritegno Dean.
    It's a lonelier place I kiss the morning goodbye
    - Cellulare, il cellulare!!! -
    - Hai appena chiamato Urgenza "Paradise", sono la tua operatrice celestiale Becca, cosa posso fare per te? -
    - Sono Dean Winchester, ho avuto un incidente stradale e...Paul mi ha detto che la radio poteva essere destabilizzata. C'è una musica terribile per una certa Michelle ed io mi sto per sentire male. -
    - Pronto intervento immediato signor Winchester. - CLIC.
    - Di nuovo?!? - gli avevano riattaccato il telefono in faccia.
    La voce alla radio cambiò tono, da smielato divenne più energetico. - Benvenuti a Radio "Paradise", la vostra Radio preferita per l'eternità! -
    - Già. -
    - Oggi, come domani, come nei giorni a venire, ascolteremo la migliore musica che Dean abbia mai ascoltato in tutta la sua vita! -
    - Speriamo che sia il Dean giusto. - esclamò Dean.
    - Ed ecco per Dean "Carry on my wayward son" dei mitici Kansas! -
    Carry on, my wayward son There'll be peace when you are done
    - Ooooohhhhh, grazie a Dio! Jack! Grazie a Jack! - sospirò Dean. - Certo, ci sono un po' di angoli da smussare in questo Paradiso, ma...diciamo che siamo nella direzione giusta. -
    Sgommò prepotentemente, partì a razzo e, per i poveri animali ancora lì intorno, tornò a cantare a squarciagola!!
    Don't you cry no mooooooreeeee!!!!!

    NOTE DELL'AUTRICE
    Allora, ho scritto questa scemenza perché...perché faccio una gran fatica ad accettare il finale di Supernatural. Basta andare in giro su YouTube e la morte di Dean te la ritrovi continuamente sotto gli occhi. Questo è il mio modo per, come dire, "elaborare il lutto", ovvero farlo nella maniera che mi riesce meglio: scherzarci sopra. E adesso qualche precisazione...
    • Il titolo! Bè, Supernatural è terminato con un episodio che s'intitola "Carry on", che significa PROSEGUIRE. Credo che non sia solo Dean che chiede a Sam di andare avanti, ma che pure noi telespettatori dobbiamo proseguire la nostra vita dopo Supernatural. Carry on sono anche le prime due parole della canzone dei Kansas. Io ho voluto il titolo DON'T YOU CRY NO MORE perché, non è solo l'ultima frase della canzone dei Kansas, ma vuole anche essere una cosa che devo fare IO: smettere di piangere...se ci riesco...
    • Il numero di telefono che Dean trova sul cellulare (318) dovrebbe rappresentare Dio. In verità non ho idea di quale sia il numero che lo rappresenta. Sappiamo che il 666 indica il Diavolo, ma sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento ci sono così tanti numeri che è impossibile capirlo perfettamente, così ho fatto di testa mia scegliendo tre numeri ben precisi: il n.3 è considerato il numero perfetto (e anche fortunato) per antonomasia, tanto che ho letto che il 333 rappresenta gli Angeli; il n.1, bè, è il Primo quindi è Dio, non credo ci siano altre definizioni numeriche giuste per rappresentarlo, anche perché in Supernatural la religione principale di cui si parla è quella monoteista; il n.8 è il numero dell'infinito, è un numero potente, nella simbologia cristiana l'ottavo giorno rappresenta la trasfigurazione e il Nuovo Testamento. Dopo i sei giorni della creazione e dopo il settimo, il sabato, l'ottavo annuncia l'eternità, la resurrezione di Cristo e quella dell'uomo, è il numero della Rosa dei Venti, nei tarocchi è la Giustizia...insomma, mi sembrava un numero appropriato. Comunque, è solo un numero telefonico.
    • Dean Winchester è stonato. Lo sanno tutti. Nessuno può dimenticarsi la sua orribile performance al Karaoke quando era un demone, quindi è incredibile che nella 15x07 Dean riesca a cantare così bene. La verità è che quello che vediamo cantare non è Dean, è Jensen Ackles. Ecco la ragione per cui ho scritto che Dean Winchester ERA TORNATO stonato.
    • Avete mai visto IN & OUT con Kevin Kline? In quel film viene detto che agli omosessuali piacciono tantissimo le musiche e i film di Barbra Streisand. La reazione di Dean ad una delle sue più famose canzoni dovrebbe farvi capire che il maggiore dei Winchester è eterosessuale. La Destiel sarà anche diventata Canon, ma solo a metà. Sorry.


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    Un Mega Bacio alla mia cara Hunterus Heroicus KIM, Mishamiga in Winchester!
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