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LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE Signbo10

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    LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE

    APUMA
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    Messaggio Da APUMA Gio Nov 01, 2012 10:21 am

    LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE
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    « Sotto l'epidermide della storia, pulsano le vene di Londra. Questi simboli, la squadra, il pentacolo; anche un individuo profondamente ignorante e depravato come voi, avverte che essi sono pregni di energia e di significato. Quel significato sono io, sono io quell'energia. Un giorno gli uomini diranno, guardandosi indietro, che sono stato il precursore del XX secolo. » (Jack Lo Squartatore)

    La vera storia di Jack lo squartatore (From Hell) è un film del 2001 diretto dai fratelli Hughes, tratto dal romanzo grafico From Hell di Alan Moore ed Eddie Campbell dedicato al misterioso serial killer Jack lo squartatore.

    Trama
    Nella Londra del 1888, un gruppo di prostitute lotta per la sopravvivenza contro le angherie di un esoso e violento protettore, quando la loro vita viene rallegrata da un felice evento: la loro collega Ann Crook, infatti, è uscita dal giro e ha sposato un ricco pittore, Albert, sempre in giro per il mondo a vendere i suoi quadri, e la loro unione è appena stata benedetta dalla nascita di una bellissima bambina. In previsione dell'arrivo di Albert dalla Francia quel pomeriggio, Ann chiede alle amiche di tenerle la piccola Alice per un pomeriggio, ed esse accettano con gioia. Ma quando, alla sera, due delle prostitute vanno a riportare la neonata alla casa dei due coniugi, assistono ad una scena spaventosa: Albert ed Ann, infatti, sono stati sorpresi a letto insieme da un manipolo di misteriosi uomini dall'aria aristocratica, presi di peso e caricati su una carrozza che è partita a tutta velocità per le strade di Londra. Non sapendo cosa fare di Alice, le ragazze la portano a casa dei nonni materni perché la accudiscano, ma durante la notte una delle prostitute viene brutalmente assassinata in un vicolo buio. Delle indagini si occupa l'Ispettore Abberline, un oppiomane dalle straordinarie capacità premonitive, che si è rifugiato nelle droghe e nell'alcool dopo la morte della moglie nel dare alla luce un bambino già morto.
    Lo affianca il Sergente Godley, sempre impegnato nel tentativo di salvare l'amico dalla sua sindrome autodistruttiva, ed insieme i due fanno una raccapricciante scoperta, ovvero che alla prostituta, dopo la morte, sono state inflitte orrende mutilazioni genitali. Alla prima vittima se ne somma presto una seconda, ed avviene così la conoscenza tra i due agenti e Mary Jane Kelly, la prostituta dai capelli rossi, intervenuta al funerale dell'amica: con il tempo, l'Ispettore riesce a guadagnarsi la fiducia della ragazza, e, dalla descrizione che lei gli fa degli uomini che ha visto rapire Ann e Albert, Abberline riconosce il capo della Sezione Speciale della polizia, Ben Kidney.
    Quella stessa notte, l'Ispettore Abberline si intrufola di soppiatto nella sede della Sezione Speciale, con la complicità del Sergente Godley, e scopre in archivio dei documenti che riguardano Ann Crook e la piccola Alice: da queste carte, egli viene a sapere che la sfortunata Ann è stata ricoverata in un istituto per malattie mentali, ed insieme a Mary Kelly decide di andare a trovarla per farsi dire cosa le è successo. Quando però i due si trovano davanti alla ragazza, tutte le loro speranze svaniscono: la povera Ann è infatti in stato semi-catatonico, per colpa di una lobotomia che le è stata praticata per curare una sua presunta schizofrenia paranoide. Interrogata dall'accorata Mary Kelly, la ragazza non può far altro che farfugliare frasi incoerenti dove afferma di essere una regina e che Albert sia il suo principe. Colto da un sospetto, Abberline decide di portare Mary Kelly alla Galleria e le mostra i quadri della Famiglia Reale, dove la ragazza riconosce con sua enorme sorpresa il fantomatico marito di Ann, Albert: costui altro non è che il principe Edward Albert Victor, nipote della Regina Vittoria e legittimo erede al trono d'Inghilterra dopo il padre.
    Cominciando a capire l'entità del complotto che si cela dietro la figura di Jack lo Squartatore, l'Ispettore chiede consiglio a Sir William Gull, medico onorario della Famiglia Reale d'Inghilterra, della cui esperienza si era già avvalso per un consulto sulle mutilazioni della terza donna uccisa, che si facevano via via più brutali. Abberline confida al medico tutti i suoi sospetti e le sue deduzioni: il fatto che Edward, anglicano, avesse contratto un regolare matrimonio con la prostituta in una chiesa cattolica; il fatto che a quel matrimonio fossero presenti Mary Kelly e tutte le sue amiche, comprese le donne uccise; e il fatto che la bimba, Alice, è ora a tutti gli effetti la legittima erede al trono. Sir Gull non smentisce i suoi sospetti, ma gli rivela di come il principe Edward sia affetto da sifilide, e da un tremito così violento alle mani da rendere impossibile un lavoro di precisione come quello che è stato operato sulle prostitute. Trovandosi nell'impossibilità di proteggere le ragazze da un assassino che non sa ancora identificare, Abberline ordina a Mary Kelly di nascondersi per qualche giorno assieme alle uniche due amiche superstiti, e le tre donne si chiudono in una stanzetta assieme ad Ada, un'altra prostituta belga dai capelli biondi, che una delle donne, Liz, ha adescato perché le faccia compagnia. Ma un litigio tra le due amanti spinge Liz a fuggire dalla stanzetta in preda all'ira, e per strada è fin troppo facile per Jack lo Squartatore attirarla in un cantuccio e ucciderla.
    E la stessa fine attende la penultima superstite, uscita per cercarla, lasciando così sola Mary Kelly e l'innocente Ada. Jack arriva comunque a scoprire il loro nascondiglio e a commettere l'ultimo, il più atroce e spaventoso dei suoi delitti, equivocando però l'identità della ragazza che (almeno nella fiction cinematografica) scopriamo essere in realtà la povera Ada. Mary Kelly riesce a salvarsi, portando via con sé la piccola Alice. Abberline scopre infine la terrificante verità: Jack lo Squartatore non è altri che Sir William Gull, la cui lealtà alla Corona e l'appartenenza alla Massoneria gli hanno preso la mano e lo hanno portato a discendere una strada verso l'inferno, verso la psicopatia e la follia.
    Gull, nel drammatico confronto finale, suggerirà all'ispettore una acquiescenza della Regina Vittoria stessa verso gli omicidi, ma al poliziotto sarà impedito di rivelare la verità: gli sgherri dei servizi segreti inglesi prenderanno in consegna Gull e lo rinchiuderanno in un manicomio criminale non prima di avergli praticato una lobotomia per mano del suo più stretto allievo nonché genero, anche lui massone e complice. Nel finalissimo, vediamo uno stordito Abberline immaginare la vita di Mary e della piccola Alice in attesa di un suo arrivo che non avverrà mai. Abberline, difatti, resterà a Londra per proteggere le due donne. Se partisse, dice, verrebbe seguito e porterebbe i complici nascosti di Jack a concludere il suo lavoro.
    Abberline muore con un'overdose di oppio nella fumeria; una volta scoperto il cadavere, il sergente Godley non può far altro che mettergli due monete sugli occhi per il viaggio nell'aldilà.

    Curiosità


    • In una scena del film, durante una riunione di congresso del dottorato viene messo in mostra "The Elephant Man" (Joseph Merrick) che coperto da un velo viene mostrato a tutta la giuria.
    • Durante la scena in cui sta facendo il bagno, l'ispettore Abberline si appresta a preparare l'occorrente per consumare l'assenzio. Vi è un richiamo ad una credenza insita nel mondo della letteratura di quel secolo: la leggenda vuole che i poeti del decadentismo fossero dediti a tale vizio, ossia, l'assunzione di assenzio e laudano, per poter acquisire l'ispirazione necessaria per scrivere opere che imprimessero su carta sensazioni, timori e disagi, insomma il cosiddetto spleen, ben descritto da Charles Baudelaire nella sua raccolta di poesie Les fleurs du mal.
    • Quando vediamo per la prima volta l'ispettore Abberline consumare oppio egli ha una serie di visioni, tra di esse viene mostrato per un breve periodo il volto di Joseph Merrick.
    • Nella scena finale del film, quando il sergente Godley mette due monete sugli occhi del defunto ispettore Abberline, recita un verso tratto dall'Amleto di Shakespeare.


    Fonte: WIKIPEDIA


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