Festen
Un film di Thomas Vinterberg. Con Ulrich Thomsen, Henning Moritzen, Thomas Bo Larsen, Paprika Steen, Birthe Neumann.Drammatico, durata 106' min. - Danimarca 1998.
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Una grande famiglia dell'alta borghesia danese si riunisce in una lussuosa residenza di campagna per festeggiare il 60° compleanno del patriarca (Moritzen). Durante il pranzo Christian (Thomsen), il primogenito, pronuncia un discorso in cui denuncia il comportamento pedofilo e incestuoso del padre, accusandolo di essere responsabile del recente suicidio della sua gemella Linda. 2° film di Vinterberg tra i firmatari, con Lars von Trier e altri registi danesi, del polemico manifesto del collettivo Dogma 95. Anche a prescindere dalla feroce demolizione della figura paterna, è forse il film antiborghese più feroce degli anni '90. Il febbrile impeto espressivo con cui una festa di famiglia si trasforma in un rito cannibalico risulta troppo programmatico nella sua ridondanza, e incline a una certa rozza ingenuità nello sforzo di rinnovare a livello stilistico una materia che ha i suoi ascendenti nel teatro di Ibsen e Strindberg, nel cinema dell'ultimo Bergman. Premio della giuria a Cannes e quello dell'Avvenire del cinema europeo a Strasburgo. Proclamato il miglior film nordico del 1998.
Fonte My Movies
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Una grande famiglia dell'alta borghesia danese si riunisce in una lussuosa residenza di campagna per festeggiare il 60° compleanno del patriarca (Moritzen). Durante il pranzo Christian (Thomsen), il primogenito, pronuncia un discorso in cui denuncia il comportamento pedofilo e incestuoso del padre, accusandolo di essere responsabile del recente suicidio della sua gemella Linda. 2° film di Vinterberg tra i firmatari, con Lars von Trier e altri registi danesi, del polemico manifesto del collettivo Dogma 95. Anche a prescindere dalla feroce demolizione della figura paterna, è forse il film antiborghese più feroce degli anni '90. Il febbrile impeto espressivo con cui una festa di famiglia si trasforma in un rito cannibalico risulta troppo programmatico nella sua ridondanza, e incline a una certa rozza ingenuità nello sforzo di rinnovare a livello stilistico una materia che ha i suoi ascendenti nel teatro di Ibsen e Strindberg, nel cinema dell'ultimo Bergman. Premio della giuria a Cannes e quello dell'Avvenire del cinema europeo a Strasburgo. Proclamato il miglior film nordico del 1998.
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