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Bignonia
Bignonia L. è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bignoniaceae.
Descrizione
Queste vigorose decidue, originarie delle Americhe, crescono con grande rapidità fino ad oltre 10 metri d'altezza, arrampicandosi grazie ai viticci dotati di ventose. In Italia crescono in tutte le regioni.
Specie
Il genere Bignonia comprende oltre 450 specie. Fra le più note ci sono Bignonia capreolata e Bignonia venusta.
Alcune specie che in passato venivano attribuite a questo genere vengono attualmente assegnate ad altri generi della famiglia Bignoniaceae come Campsis, Pandorea, Phaedranthus, Podranea, Pyrostegia e Tecoma.
La Bignonia capreolata L., 1753 è una specie di pianta appartenente al genere della Bignonia, originaria del sud-est degli Stati Uniti.
Descrizione
Si tratta di una specie sempreverde, particolarmente vigorosa, che cresce molto rapidamente fino a raggiungere anche i 10 metri di altezza. In Italia cresce all'aperto nelle regioni più calde del centro e del sud del paese, mentre al nord viene coltivata nelle serre o all'aperto nelle zone dove il clima è più mite per tutto il periodo dell'anno.
Le foglie sono ovali, oblunghe e dentate, di colore verde lucido in primavera e d'estate e rosse in autunno, e si sviluppano a coppie simmetricamente rispetto al ramo. È oltretutto una pianta rampicante, che si "aggrappa" con delle ventose che si trovano al termine dei viticci ramificati delle foglie.
I fiori, di color rosso-arancio, sono raggruppati in cime peduncolate e possiedono una corolla tubulosa lunga circa 4 o 5 centimetri che termina con cinque lobi allargati. Sono molto visitati dalle api (Apis mellifera)
La Bignonia venusta Ker Gawl., 1818 è una specie di pianta appartenente al genere della Bignonia, nativa del Sud America.
Descrizione
Si tratta di una specie molto diffusa di rampicante sempreverde, con viticci e fusti legnosi, che cresce molto rapidamente arrivando anche a 15 metri di altezza, e fiorisce alla fine dell'inverno.
I fiori di color arancio-dorati sono tubulosi e raggruppati a mazzetti.
La coltivazione richiede sufficiente spazio per la libera crescita delle radici, un terreno dotato di buona fertilità, umido ma con un buon drenaggio, lunga esposizione al Sole ed un'accurata potatura in primavera.
Fonte: WIKIPEDIA
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Il Significato della Bignonia
Si tratta di una pianta molto diffusa anche in Europa. Conosciuta dai greci, deve essere giunta nel nostro continente molto presto nella sua versione orientale rispetto a ciò che può suggerirci la storia commerciale delle popolazioni del mediterraneo. In Italia si trova con molta facilità nella zona appenninica, dove d’estate in alcuni luoghi viene addirittura considerata una pianta infestante nel corso dell’estate.
Sebbene molto bella anche nell’espressione europea, la grandiosità dello sviluppo nel luogo di origine viene difficilmente raggiunta nei nostri campi. Nel linguaggio dei fiori la bignonia è sinonimo di pace, fortuna e prosperità: motivazione per la quale i suoi fiori sono spesso parte integrante degli addobbi floreali delle chiese in occasione di matrimoni o simili ricorrenze.
Una leggenda greca vuole che le bignonie siano l’incarnazione terrena delle anime delle muse una volta decedute.
Fonte: PolliceGreen
Si tratta di una pianta molto diffusa anche in Europa. Conosciuta dai greci, deve essere giunta nel nostro continente molto presto nella sua versione orientale rispetto a ciò che può suggerirci la storia commerciale delle popolazioni del mediterraneo. In Italia si trova con molta facilità nella zona appenninica, dove d’estate in alcuni luoghi viene addirittura considerata una pianta infestante nel corso dell’estate.
Sebbene molto bella anche nell’espressione europea, la grandiosità dello sviluppo nel luogo di origine viene difficilmente raggiunta nei nostri campi. Nel linguaggio dei fiori la bignonia è sinonimo di pace, fortuna e prosperità: motivazione per la quale i suoi fiori sono spesso parte integrante degli addobbi floreali delle chiese in occasione di matrimoni o simili ricorrenze.
Una leggenda greca vuole che le bignonie siano l’incarnazione terrena delle anime delle muse una volta decedute.
Fonte: PolliceGreen
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Nome: Achillea millefolium.
Famiglia: compositae.
Nomi comune: cent pied, erba dei somari, erba del soldato, millefoglie, sanguinella, stagna sangue.
Habitat: nei campi e nelle rive fino a 2200 metri.
Parti usate: solamente i fiori.
Raccolta: giugno settembre.
Conservazione: fare essiccare il una porto areato e all'ombra
Proprietà: antispasmodiche, aperitive, astringenti, cicatrizzanti, coloretiche, digestive, toniche
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Un magnifico effetto colorato offerto da bordure ed aiuole dalla primavera all’autunno. Uno spettacolo garantito dalla Gazania, pianta erbacea perenne originaria del continente africano ed appartenente alla famiglia delle Composite. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti ramificati, che si allungano fino a raggiungere i quaranta centimetri di lunghezza
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Erica Carnea
L'Erica carnea si presenta come una pianta con fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. È pianta perenne e forma dei cuscini fioriti dato il suo sviluppo per lo più in larghezza. Tipica delle Alpi, Appennini settentrionali ed Alpi Apuane; vive a quote fino ai 2500 m s.l.m. in prati e pascoli, su pendii rocciosi e soleggiati e nelle zone luminose al limitare dei boschi di conifere. Appartiene alla famiglia delle Ericaceae.
Descrizione
Dal fusto sottile e legnoso spuntano foglioline aghiformi dal colore verde vivo, che lo ricoprono per la sua totalità. Possono presentarsi anche di color bronzeo o giallo scuro, in particolari condizioni di esposizione alla luce.
I fiori riuniti in grappoli apicali sono di colore rosa più o meno sfumato. Forma della corolla richiama una botte ed è formata dalla fusione dei singoli petali fra loro. Dalla sommità della corolla si intravedono 8 stami scuri e uno stilo più lungo, che viene urtato dagli insetti che si posano sul fiore, favorendone l'impollinazione. Esiste anche una mutazione naturale dai fiori molto chiari, a volte totalmente bianchi, e classificata come Erica carnea var. albina. Fiorisce da febbraio a giugno. È una pianta molto robusta e spesso capita di vedere i fiori rosei spuntare nella neve, annunciando la primavera.
Utilizzi del fiore
I fiori hanno proprietà diuretiche assai potenti e servono per la preparazione di tisane urinarie. Hanno inoltre azione antisettica dovuta alla presenza di arbutina; sono usati in casi di cistiti, specie quelle prostatiche, preferiti ad altri preparati, in quanto non tossici.
Etimologia
Erica deriva dal verbo greco "Ερεικέιν = rompere" (già usato da Teocrito), poiché le sue radici sono capaci di frantumare le rocce silicee.
Fonte: WIKIPEDIA
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Il Significato dell'Erica
Nel colore bianco, ad esempio, nel linguaggio dei fiori, l’erica rappresenta la protezione, l’ammirazione e la speranza che i sogni e i desideri si avverino mentre nel colore rosa-lilla prende invece il significato di solitudine.
Andando a gettare uno sguardo tra le leggende che caratterizzano questa fioritura, ve ne è una interessante riguardo l’erica bianca. Per chi non lo sapesse quest’ultima è uno dei simboli portafortuna più diffusi in scozia. La pianta, molto diffusa nel territorio e nelle diverse tonalità, è donata alle persone alle quali si vuole più bene, soprattutto con l’augurio che possa vivere in un matrimonio felice. In questo caso appena colta, viene legata con un nastro in tartan.
Parlavamo di una leggenda..essa narra l’esistenza della figlia del bardo Ossian, Malvina. Era una fanciulla molto bella e molto dolce e promesso sposa di un guerriero forte e valoroso di nome Oscar. Quest’ultimo fu costretto a partire in cerca di fortuna. Un giorno di autunno, mentre la ragazza era impegnata ad ascoltare il padre cantare e pensava al proprio amato, arrivò presso la sua casa il messaggero del suo amore, ferito e sanguinante, giunto con l’intento di recarle notizie del ragazzo.
Purtroppo l’uomo non era foriero di buone notizie: Oscar, durante un combattimento, era stato ferito a morte e non sarebbe mai più tornato a casa. Aveva però, prima di morire, raccolto un mazzetto di fiori da donare alla sua amata come segno di amore eterno. All’udire quelle parole, Malvina fuggì verso la collina scoppiando in un doloroso pianto. Una lacrima della giovane, scivolando sui petali dei fiori viola, li fece diventare improvvisamente bianchi. Malvina guardando i fiori allora esclamò “Che l’erica bianca, simbolo del mio dolore, porti fortuna a chiunque la trovi”.
Fonte: PolliceGreen
Nel colore bianco, ad esempio, nel linguaggio dei fiori, l’erica rappresenta la protezione, l’ammirazione e la speranza che i sogni e i desideri si avverino mentre nel colore rosa-lilla prende invece il significato di solitudine.
Andando a gettare uno sguardo tra le leggende che caratterizzano questa fioritura, ve ne è una interessante riguardo l’erica bianca. Per chi non lo sapesse quest’ultima è uno dei simboli portafortuna più diffusi in scozia. La pianta, molto diffusa nel territorio e nelle diverse tonalità, è donata alle persone alle quali si vuole più bene, soprattutto con l’augurio che possa vivere in un matrimonio felice. In questo caso appena colta, viene legata con un nastro in tartan.
Parlavamo di una leggenda..essa narra l’esistenza della figlia del bardo Ossian, Malvina. Era una fanciulla molto bella e molto dolce e promesso sposa di un guerriero forte e valoroso di nome Oscar. Quest’ultimo fu costretto a partire in cerca di fortuna. Un giorno di autunno, mentre la ragazza era impegnata ad ascoltare il padre cantare e pensava al proprio amato, arrivò presso la sua casa il messaggero del suo amore, ferito e sanguinante, giunto con l’intento di recarle notizie del ragazzo.
Purtroppo l’uomo non era foriero di buone notizie: Oscar, durante un combattimento, era stato ferito a morte e non sarebbe mai più tornato a casa. Aveva però, prima di morire, raccolto un mazzetto di fiori da donare alla sua amata come segno di amore eterno. All’udire quelle parole, Malvina fuggì verso la collina scoppiando in un doloroso pianto. Una lacrima della giovane, scivolando sui petali dei fiori viola, li fece diventare improvvisamente bianchi. Malvina guardando i fiori allora esclamò “Che l’erica bianca, simbolo del mio dolore, porti fortuna a chiunque la trovi”.
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