Un film di Brian De Palma. Con Amy Irving, Sissy Spacek, Piper Laurie, John Travolta, William Katt.Titolo originale Carrie. Drammatico, durata 98 min. - USA 1976.
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Carrie (Sissy Spacek) è una ragazza timida e complessata, oppressa dalla madre pazza e bigotta (Piper Laurie) e ridicolizzata dalle compagne più furbe. Carrie però scopre di avere dei misteriosi poteri telecinetici e li usa per cercare una terribile e sanguinosa vendetta dopo essere stata ridicolizzata una volta di troppo al ballo della scuola, davanti a tutti. Il tema è classico dell’horror ed è un tema prettamente catartico: la vendetta dell’offeso, più assaporata dallo spettatore quanto più l’offeso è stato maltrattato nella prima parte del film. L’oppressione deve essere senza scampo e squallida (De Palma la dipinge benissimo) e la vendetta trova così una sua “giustificazione”, più meccanica che morale. Tutta la compassione che artatamente viene creata nei confronti di Carrie è strumentale alla sua vendetta, fa parte di un calcolo, anche spettacolare, che tende a coinvolgere emotivamente lo spettatore non consentendogli una visione senza pregiudizi (è il meccanismo de Il giustiziere dela notte e bisogna dire che funziona). Tratto da un romanzo di Stephen King, Carrie è un horror riuscito che De Palma conduce con fermezza sino al redde rationem finale altamente spettacolare, dove la rabbia esplode e colpisce giusti e ingiusti. Ottima Sissy Spacek, ma bravi in genere anche gli altri con Piper Laurie che con questo film si è creata una nuova carriera da caratterista. In parti di supporto si vedono anche Nancy Allen, futura moglie (per un po’) di De Palma, e un giovane John Travolta
Fonte MY Movies
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Carrie (Sissy Spacek) è una ragazza timida e complessata, oppressa dalla madre pazza e bigotta (Piper Laurie) e ridicolizzata dalle compagne più furbe. Carrie però scopre di avere dei misteriosi poteri telecinetici e li usa per cercare una terribile e sanguinosa vendetta dopo essere stata ridicolizzata una volta di troppo al ballo della scuola, davanti a tutti. Il tema è classico dell’horror ed è un tema prettamente catartico: la vendetta dell’offeso, più assaporata dallo spettatore quanto più l’offeso è stato maltrattato nella prima parte del film. L’oppressione deve essere senza scampo e squallida (De Palma la dipinge benissimo) e la vendetta trova così una sua “giustificazione”, più meccanica che morale. Tutta la compassione che artatamente viene creata nei confronti di Carrie è strumentale alla sua vendetta, fa parte di un calcolo, anche spettacolare, che tende a coinvolgere emotivamente lo spettatore non consentendogli una visione senza pregiudizi (è il meccanismo de Il giustiziere dela notte e bisogna dire che funziona). Tratto da un romanzo di Stephen King, Carrie è un horror riuscito che De Palma conduce con fermezza sino al redde rationem finale altamente spettacolare, dove la rabbia esplode e colpisce giusti e ingiusti. Ottima Sissy Spacek, ma bravi in genere anche gli altri con Piper Laurie che con questo film si è creata una nuova carriera da caratterista. In parti di supporto si vedono anche Nancy Allen, futura moglie (per un po’) di De Palma, e un giovane John Travolta
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