Sono in vita i genitori?
Io li ho persi entrambi.
Perderne uno, signor Worthing, può essere considerata una disgrazia. Ma perderli entrambi è sbadataggine!
dal film L'importanza di chiamarsi Ernest (2002)
Colin Firth è Jack
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Sterminati sono i suoi ruoli teatrali, al pari di quelli televisivi. Mentre il suo talento come interprete poderoso, che tiene la scena, è leggermente nascosto quando si parla di cinema. Colin Firth è un attore anglosassone che, sul palcoscenico, fra delitti e castighi, sensi di colpa e abusi di potere, viene preso direttamente per le corna dal pubblico. Mentre sul grande schermo diventa quasi un reietto, creatore di personaggi poco sviscerati e per nulla analizzati in profondità. Forse perché il ruolo che gli viene affidato più spesso è quello dell'uomo che perde la testa e tutta la sua serietà per una donna… e quindi anche per l'amore. Si riparte da lì ogni volta, senza la necessità di rintracciare i fili rossi dell'anima. D'altronde è così che piace a Hollywood! Ci si ferma al generale quindi. È questa l'impressione che dà la sua filmografia non abbondante (una trentina di film in tutto). Colin Firth, in definitiva, è sempre Colin Firth, almeno al cinema. Eccezion fatta per due casi.
I ruoli più impegnativi
Per il magnifico Valmont interpretato nell'omonimo film di Forman, all'interno del quale offre una recitazione così gravida di stimoli e di riflessioni sul materialismo e la superficialità umana da essere perfetto. E per il compatto e travolgente Darcy della miniserie su tensioni amorose e sociali, tratta dal libro di Jane Austen "Orgoglio e pregiudizio", che ha lasciato il pubblico inglese supinamente entusiasta.
L'infanzia e il teatro
Figlio di due docenti universitari (suo padre è professore di storia al King Alfred College di Winchester, mentre la madre insegna studio comparativo delle religioni all'Open University), trascorre gran parte della sua infanzia assieme ai nonni, missionari metodisti, in Nigeria. A 5 anni, torna in Gran Bretagna per cominciare la sua istruzione obbligatoria. È ancora adolescente quando comincia ad avvicinarsi al mondo della recitazione, iscrivendosi al Drama Centre di Chalk Farm, dove vi rimane per due anni. Proprio durante una rappresentazione di fine corso, nel quale interpreta Amleto, viene notato per la sua performance e invitato a entrare nella compagnia del West End di Londra, dove metterà in scena "Another Country" di Julian Mitchell. Il suo ruolo è quello di Tommy Judd, migliore amico del protagonista Guy Burgess (allora interpretato da Rupert Everett).
Nel contempo, Firth comincia anche ad apparire in televisione partecipando dal telefilm Crown Court, ma rimane alquanto sorpreso quando lo invitano a riprendere il ruolo di Tommy Judd anche nella sua trasposizione cinematografica: sarà il suo primo film. Diretto da Marek Kanievska, sempre accanto a Everett e a Cary Elwes prenderà così parte ad Another Country – La scelta (1984). Poi, per tutti gli anni Ottanta, sarà attivo sia sul grande che sul piccolo schermo inglese, ma lo si vedrà maggiormente a teatro, dato che diventerà un membro attivissimo della Royal Shakespeare Company. Il suo "Re Lear" continua, ancora oggi, a fa parlare di sé.
I successi al cinema e in televisione
Nel 1989, Milos Forman lo inserisce nella pellicola Valmont, dove stringerà una forte relazione romantica con una delle attrici principali, Meg Tilly, dalla quale avrà perfino un figlio, Will, nato nel 1990. Dopo essere stato accanto a Peter O'Toole in Le ali del successo (1990), lascerà la Tilly per l'attrice Jennifer Ehle, conosciuta sul set del suo successo televisivo più grande: la miniserie televisiva Pride and Prejudice (1995).
In seguito, comincia a lavorare anche in America, con un discreto successo. Sono gli anni di Segreti (1997) con Michelle Pfeiffer e sono gli anni in cui conosce e sposa (sempre nel 1997) la produttrice italiana Livia Giuggioli, dalla quale avrà due figli: Luca (nato a Roma nel 2001) e Mateo (2003). Ritroverà poi l'amico Everett, ma anche una Gwyneth Paltrow con profumo di Oscar, in Shakespeare in Love (1998), cui seguirà il film con Julie AndrewsLa fidanzata ideale (2000).
Dopo il film tv con Kenneth BranaghConspiracy (2001), è sempre accanto a Rupert Everett nella commedia di Oscar Wilde L'importanza di chiamarsi Ernest (2002), anche se il ruolo migliore della sua carriera è sicuramente quello dello scrittore Jamie Bennett perdutamente innamorato della sua cameriera portoghese Aurelia in Love Actually – L'amore davvero (2003) di Richard Curtis, dove è perfettamente inserito in un cast che comprende anche Hugh Grant, Liam Neeson, Emma Thompson, Alan Rickman, Keira Knightley, Bill Nighy e Rowan Atkinson.
Gli ultimi anni
A consolidare la sua fama arrivano anche i due film tratti dai due best sellers della serie Bridget Jones, rispettivamente girati nel 2001 e nel 2004. Mentre nel 2007 è ancora una volta accanto a un Everett en travestì nello spassoso St. Trinian's, ballando e cantando anche con Meryl Streep nel musical Mamma Mia! (2008). Nel 2009 - dopo aver preso parte a Un marito di troppo (2008) - partecipa a Un matrimonio all'inglese di Stephan Elliott e interpreta Joe nel drammatico Genova di Winterbottom. Seguono poi altre quattro interessanti pellicole: A Single Man, Dorian Gray e A Christmas Carol, tutte del 2009 e, nel 2011, Il discorso del Re, film sulla lotta contro la balbuzia di Re Giorgio VI che vale a Firth il premio Oscar 2011 per il miglior attore.
Nel 2012 cambia genere e inizia l'anno con un film di spionaggio: La talpa, nel quale recita al fianco di Gary Oldman.
Sobrio, chiaro e piacevole, non dotato certo dell'autoironia caustica di un Hugh Grant
senza prostituta al seguito, ha una recitazione che finora potrebbe essere definita con un vecchio slogan pubblicitario italiano: "basta la parola". E basta davvero la parola, dato che gli inglesi vanno letteralmente in sollucchero per questi ruoli cinematografici così poco
incalliti di negatività e così poco intensi. Da sfruttare di più.
I ruoli più impegnativi
Per il magnifico Valmont interpretato nell'omonimo film di Forman, all'interno del quale offre una recitazione così gravida di stimoli e di riflessioni sul materialismo e la superficialità umana da essere perfetto. E per il compatto e travolgente Darcy della miniserie su tensioni amorose e sociali, tratta dal libro di Jane Austen "Orgoglio e pregiudizio", che ha lasciato il pubblico inglese supinamente entusiasta.
L'infanzia e il teatro
Figlio di due docenti universitari (suo padre è professore di storia al King Alfred College di Winchester, mentre la madre insegna studio comparativo delle religioni all'Open University), trascorre gran parte della sua infanzia assieme ai nonni, missionari metodisti, in Nigeria. A 5 anni, torna in Gran Bretagna per cominciare la sua istruzione obbligatoria. È ancora adolescente quando comincia ad avvicinarsi al mondo della recitazione, iscrivendosi al Drama Centre di Chalk Farm, dove vi rimane per due anni. Proprio durante una rappresentazione di fine corso, nel quale interpreta Amleto, viene notato per la sua performance e invitato a entrare nella compagnia del West End di Londra, dove metterà in scena "Another Country" di Julian Mitchell. Il suo ruolo è quello di Tommy Judd, migliore amico del protagonista Guy Burgess (allora interpretato da Rupert Everett).
Nel contempo, Firth comincia anche ad apparire in televisione partecipando dal telefilm Crown Court, ma rimane alquanto sorpreso quando lo invitano a riprendere il ruolo di Tommy Judd anche nella sua trasposizione cinematografica: sarà il suo primo film. Diretto da Marek Kanievska, sempre accanto a Everett e a Cary Elwes prenderà così parte ad Another Country – La scelta (1984). Poi, per tutti gli anni Ottanta, sarà attivo sia sul grande che sul piccolo schermo inglese, ma lo si vedrà maggiormente a teatro, dato che diventerà un membro attivissimo della Royal Shakespeare Company. Il suo "Re Lear" continua, ancora oggi, a fa parlare di sé.
I successi al cinema e in televisione
Nel 1989, Milos Forman lo inserisce nella pellicola Valmont, dove stringerà una forte relazione romantica con una delle attrici principali, Meg Tilly, dalla quale avrà perfino un figlio, Will, nato nel 1990. Dopo essere stato accanto a Peter O'Toole in Le ali del successo (1990), lascerà la Tilly per l'attrice Jennifer Ehle, conosciuta sul set del suo successo televisivo più grande: la miniserie televisiva Pride and Prejudice (1995).
In seguito, comincia a lavorare anche in America, con un discreto successo. Sono gli anni di Segreti (1997) con Michelle Pfeiffer e sono gli anni in cui conosce e sposa (sempre nel 1997) la produttrice italiana Livia Giuggioli, dalla quale avrà due figli: Luca (nato a Roma nel 2001) e Mateo (2003). Ritroverà poi l'amico Everett, ma anche una Gwyneth Paltrow con profumo di Oscar, in Shakespeare in Love (1998), cui seguirà il film con Julie AndrewsLa fidanzata ideale (2000).
Dopo il film tv con Kenneth BranaghConspiracy (2001), è sempre accanto a Rupert Everett nella commedia di Oscar Wilde L'importanza di chiamarsi Ernest (2002), anche se il ruolo migliore della sua carriera è sicuramente quello dello scrittore Jamie Bennett perdutamente innamorato della sua cameriera portoghese Aurelia in Love Actually – L'amore davvero (2003) di Richard Curtis, dove è perfettamente inserito in un cast che comprende anche Hugh Grant, Liam Neeson, Emma Thompson, Alan Rickman, Keira Knightley, Bill Nighy e Rowan Atkinson.
Gli ultimi anni
A consolidare la sua fama arrivano anche i due film tratti dai due best sellers della serie Bridget Jones, rispettivamente girati nel 2001 e nel 2004. Mentre nel 2007 è ancora una volta accanto a un Everett en travestì nello spassoso St. Trinian's, ballando e cantando anche con Meryl Streep nel musical Mamma Mia! (2008). Nel 2009 - dopo aver preso parte a Un marito di troppo (2008) - partecipa a Un matrimonio all'inglese di Stephan Elliott e interpreta Joe nel drammatico Genova di Winterbottom. Seguono poi altre quattro interessanti pellicole: A Single Man, Dorian Gray e A Christmas Carol, tutte del 2009 e, nel 2011, Il discorso del Re, film sulla lotta contro la balbuzia di Re Giorgio VI che vale a Firth il premio Oscar 2011 per il miglior attore.
Nel 2012 cambia genere e inizia l'anno con un film di spionaggio: La talpa, nel quale recita al fianco di Gary Oldman.
Sobrio, chiaro e piacevole, non dotato certo dell'autoironia caustica di un Hugh Grant
senza prostituta al seguito, ha una recitazione che finora potrebbe essere definita con un vecchio slogan pubblicitario italiano: "basta la parola". E basta davvero la parola, dato che gli inglesi vanno letteralmente in sollucchero per questi ruoli cinematografici così poco
incalliti di negatività e così poco intensi. Da sfruttare di più.
Premi & Nomination
Golden Globes 2011
Nomination miglior attore in un film drammatico per il film Il discorso del re di Tom Hooper
Golden Globes 2011
Premio miglior attore in un film drammatico per il film Il discorso del re di Tom Hooper
Premio Oscar 2011
Nomination miglior attore per il film Il discorso del re di Tom Hooper
BAFTA 2011
Nomination miglior attore per il film Il discorso del re di Tom Hooper
Premio Oscar 2011
Premio miglior attore per il film Il discorso del re di Tom Hooper
European Film Awards 2011
Nomination miglior attore europeo per il film Il discorso del re di Tom Hooper
European Film Awards 2011
Premio miglior attore europeo per il film Il discorso del re di Tom Hooper
Golden Globes 2010
Nomination miglior attore in un film drammatico per il film A Single Man di Tom Ford
BAFTA 2010
Nomination miglior attore per il film A Single Man di Tom Ford
Premio Oscar 2010
Nomination miglior attore per il film A Single Man di Tom Ford
BAFTA 2010
Premio miglior attore per il film A Single Man di Tom Ford
Festival di Venezia 2009
Premio coppa volpi migliore interpretazione maschile per il film A Single Man di Tom Ford
Foto di Colin Firth
Fonte: MYMovies