Con un gol per tempo dei due nuovi arrivati la squadra di Allegri supera il Verona e sorpassa i bergamaschi (che hanno una gara in meno) in classifica, raggiungendo la zona Champions.
Forze fresche, nuovo spirito per una Juve che supera il Verona (2-0), approfitta al meglio del passo falso casalingo dell’Atalanta e di slancio la supera, portandosi a quota 45, al quarto posto in classifica. Senza dimenticare che i bergamaschi, fermi a quota 43, hanno all’attivo una gara in meno. All’Allianz Stadium non poteva esserci esordio migliore per i due neo acquisti bianconeri, autori delle reti della vittoria: Vlahovic ha rotto l’equilibrio dopo 13 minuti, Zakaria ha raddoppiato al minuto 61. Era dal 2011 che non capitava una simile coincidenza: l’11 settembre, nel giorno dell’inaugurazione ufficiale dello Juventus Stadium, trovarono il gol dei “deb” Arturo Vidal e un altro svizzero, Stephan Lichtsteiner.
IL TRIDENTE SÌ - La Juve schiera la sua formazione più offensiva da inizio campionato: un tridente composto da Dybala, Vlahovic e Morata. Il Verona deve invece fare a meno di Caprari e dello squalificato Simeone, con anche Faraoni infortunato last minute. Nella Juve Vlahovic non è però l’unico esordiente: con Locatelli squalificato, trova subito spazio Zakaria, in un centrocampo a tre con Rabiot e Arthur. Per il brasiliano è la sesta presenza nelle ultime sei gare. Dietro invece rientra Danilo che aveva visto il campo per l’ultima volta il 20 novembre contro la Lazio. Il Verona al solito predilige il pressing alto, senza rinunciare all’affondo dopo l’intercetto, la Juve spesso si trova imbrigliata nella fitta ragnatela veneta a centrocampo, senza trovare vie di fuga. Ne nasce un primo tempo un po’ farraginoso, di fisico e sportellate, inframmezzato da un doppio colpo di classe che permette alla Juve di portarsi in vantaggio: al 13’ il tocco illuminante di Dybala serve un determinatissimo Vlahovic, che tocca morbido di sinistro e infila un pallonetto facile solo sulla carta. L’attaccante serbo rompe dunque il ghiaccio alla prima apparizione in maglia bianconera, come fu per Tevez, Higuain e Mandzukic, non per Cristiano Ronaldo.
RODAGGIO - Il Verona, col solo Lasagna di punta e gli altri a far densità dalla trequarti in giù, non molla la presa, la Juve prova a oliare i meccanismi: l’impressione è che il trio avanzato cominci a girare prima e meglio del trio in mezzo, dove Zakaria è spesso troppo avanzato e il peso del rilancio dell’azione tocca sovente a Chiellini. Szczesny resta comunque praticamente disoccupato, al 37’ la Juve sfiora il raddoppio, con Dybala che innesca l’azione, Morata rifinisce per Vlahovic che, servito in corsa, cerca un tocco di destro che non trova lo specchio. Ma è l’azione-master, quella che dovrebbe ispirare la squadra da qui in avanti. Certo, il Verona non è squadra facile da prendere d’infilata, ma quando il pallone schizza in avanti il trio offensivo trasuda aggressività e pericolosità.
IL RADDOPPIO - La ripresa riparte con Bessa in campo al posto di Veloso, ma soprattutto un Verona che alza i giri in avanti cercando di sorprendere Szczesny, chiamato a un decisivo intervento di piede dopo tre minuti. La squadra dell’ex Tudor non si limita dunque a sigillare gli spazi ma mantiene l’iniziativa in avanti, all’inseguimento del pareggio. La Juve risponde attendista ma pronta ad infilarsi nel varco giusto, e l’occasione le si presenta, improvvisa, al minuto 61: Morata asseconda con un assist preciso l’affondo di Zakaria, che controlla e conclude con un destro in corsa. La Juve è in vantaggio per 2-0, l’Allianz esplode di gioia. Montipò nega poi la rete del 3-0 a Dybala, che colpisce di destro da posizione ravvicinata. Ma è una Juve finalmente in fiducia, che è ripartita di slancio, che prova a trovare la rete anche con Rabiot (il suo sinistro incrociato viene deviato da Montipò). Poi entrano anche Rugani per un claudicante Chiellini, Cuadrado al posto di Dybala, e sul finire è Kean a regalare il lungo applauso con cui Morata esce dal campo, e McKennie a rilevare Zakaria dolorante alla schiena. Szczesny sbriga ancora qualche faccenda, il texano e Kean avrebbero la palla buona, ma non cambia più nulla: la prima è andata, la strada è tracciata. E domenica prossima tocca all’Atalanta.
Fonte: Gazzetta.It