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Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
rosy73- Guardati le spalle Cacciatore!
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- Messaggio n°101
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
rosy73- Guardati le spalle Cacciatore!
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- Messaggio n°102
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
thomas- Sempre per un bene superiore!
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- Messaggio n°103
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Anziani e tecnologia
Giornali on line, internet, cellulari … non sono più un’esclusiva dei giovani. Anzi, recenti studi dimostrano che le nuove tecnologie aiutano anche a mantenere attivo il cervello
La figura del nonno restio di fronte ai mezzi tecnologici che guarda con sospetto a quella strana scatola parlante chiamata Tv sembra proprio un ricordo di altre epoche. Per essere al passo con i tempi le persone anziane usano quello che la tecnologia mette a disposizione forse con un po’ meno di abilità manuali ma, una volta imparate le dinamiche e i trucchi, sono assolutamente in grado di disimpegnarsi con gli strumenti tecnologici. Questo non solo per quanto riguarda il PC e la rete, ma anche i cellulari; sarà perché i figli sono più sicuri di raggiungere papà e mamma, che i nipoti possono parlare liberamente coi nonni o che i nonni stessi vogliono comunicare con amici e parenti ma i cellulari sono nella borsetta e in tasca a persone di tutte le età, tanto che recentemente è uscito in commercio un cellulare con i tasti dei numeri ben visibili. E’ infatti quello della vista uno dei problemi che tiene lontane le persone anziane dai mezzi tecnologici: come inviare un sms in quei corpi così minuscoli dei cellulari in commercio? O come cavarsela, magari con qualche problema di vista di fronte al video fastidiosamente luminoso di un computer?
Giornali on line, internet, cellulari … non sono più un’esclusiva dei giovani. Anzi, recenti studi dimostrano che le nuove tecnologie aiutano anche a mantenere attivo il cervello
La figura del nonno restio di fronte ai mezzi tecnologici che guarda con sospetto a quella strana scatola parlante chiamata Tv sembra proprio un ricordo di altre epoche. Per essere al passo con i tempi le persone anziane usano quello che la tecnologia mette a disposizione forse con un po’ meno di abilità manuali ma, una volta imparate le dinamiche e i trucchi, sono assolutamente in grado di disimpegnarsi con gli strumenti tecnologici. Questo non solo per quanto riguarda il PC e la rete, ma anche i cellulari; sarà perché i figli sono più sicuri di raggiungere papà e mamma, che i nipoti possono parlare liberamente coi nonni o che i nonni stessi vogliono comunicare con amici e parenti ma i cellulari sono nella borsetta e in tasca a persone di tutte le età, tanto che recentemente è uscito in commercio un cellulare con i tasti dei numeri ben visibili. E’ infatti quello della vista uno dei problemi che tiene lontane le persone anziane dai mezzi tecnologici: come inviare un sms in quei corpi così minuscoli dei cellulari in commercio? O come cavarsela, magari con qualche problema di vista di fronte al video fastidiosamente luminoso di un computer?
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
UN PICCOLO MA IMPORTANTE EPISODIO...
Un gruppo di condomini ha fatto ricorso contro l'ordine di smontare l'ascensore che avevano installato per consentire una più agevole mobilità a due anziani che abitavano all'ultimo piano. Per far spazio all'ascensore era stata ristretta la rampa di scale e l'inquilino del primo piano si era rivolto alla magistratura sostenendo che l'architettura del villino era stata alterata e che, adesso, nelle scale non sarebbe potuta passare una barella di soccorso.
La Cassazione, che ha accolto il ricorso, invita infatti ogni condominio a venire incontro alle esigenze di socializzazione delle persone disabili e invalide, perché a tutti deve essere facilitato l'accesso senza barriere. La Suprema Corte - con la sentenza 18334 - esorta a non essere rigidi nell'osservanza dei regolamenti condominiali quando il loro rispetto finisce per diventare «irragionevole». la «socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la loro salute, tale da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura e riabilitazione».
Un gruppo di condomini ha fatto ricorso contro l'ordine di smontare l'ascensore che avevano installato per consentire una più agevole mobilità a due anziani che abitavano all'ultimo piano. Per far spazio all'ascensore era stata ristretta la rampa di scale e l'inquilino del primo piano si era rivolto alla magistratura sostenendo che l'architettura del villino era stata alterata e che, adesso, nelle scale non sarebbe potuta passare una barella di soccorso.
La Cassazione, che ha accolto il ricorso, invita infatti ogni condominio a venire incontro alle esigenze di socializzazione delle persone disabili e invalide, perché a tutti deve essere facilitato l'accesso senza barriere. La Suprema Corte - con la sentenza 18334 - esorta a non essere rigidi nell'osservanza dei regolamenti condominiali quando il loro rispetto finisce per diventare «irragionevole». la «socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la loro salute, tale da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura e riabilitazione».
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rosy73- Guardati le spalle Cacciatore!
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Coppia senior relax a casa, usando il loro tablet PC.
EMME67- Guardati le spalle Cacciatore!
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- Messaggio n°106
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Se guardi le mani degli anziani potrai leggerci la fatica del lavoro,le nodosità del tempo..Ma puoi vederci anche le carezze che hanno elargito...
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Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te....
thomas- Sempre per un bene superiore!
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- Messaggio n°107
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
L'amore non lo si può insegnare....ma lo si può trasmettere...
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thomas- Sempre per un bene superiore!
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- Messaggio n°108
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Anziano "fragile"
Nella vita di molti anziani, si manifestano con notevole frequenza svariate patologie, che assumono carattere di cronicità. La pluripatologia comporta spesso una ridotta autonomia funzionale, a cui si associano spesso solitudine ed isolamento. Aggrava questa condizione l’assunzione di numerosi farmaci, i quali possono contribuire, con i loro effetti collaterali, allo sviluppo di una condizione di “fragilità”, che aumenta a sua volta il rischio di ulteriori problemi sanitari.
Effettivamente, il rischio di morte, in un periodo di osservazione di tre anni, sembrerebbe più che doppio per gli anziani “fragili” rispetto a coetanei non fragili.
L’autonomia dell’anziano, compromessa in funzioni essenziali come la cognitiva, la motoria, il linguaggio, l’alimentazione, l’igiene personale (tipicamente alterate in patologie prevalentemente neurologiche), si riduce con il progredire della sua fragilità. Se inoltre coesiste una compromissione sensoriale (uditiva o visiva), l’autonomia diviene ancora più precaria, aggravandosi in presenza di problemi psichiatrici (ansia, depressione, delirio, allucinazioni, agitazione); la dipendenza di queste persone diviene totale e la loro permanenza a domicilio risulta spesso impossibile.
Le gravi encefalopatie vascolari (definite anche “multi-infartuali” od “arteriosclerotiche”), insieme alla Malattia di Alzheimer, sono causa di demenza, che costituisce il fattore principale nello sviluppo della fragilità.
In questa tipologia di anziano, si riduce drasticamente la capacità di valutazione critica e di giudizio, di organizzazione e di pianificazione, di linguaggio corretto ed appropriato, di vestizione. Egli non è più in grado di orientarsi in luoghi noti come il proprio domicilio. Ciò può ulteriormente renderlo agitato ed oppositivo, a volte anche violento.
I repentini cambiamenti di luogo ed orario, di persone, possono generare o peggiorare uno stato confusionale, soprattutto notturno ed a volte latente.
La grave incapacità, da parte di questa tipologia di anziano fragile, di “gestire” mentalmente situazioni nuove, tra cui il confronto con ambienti e persone non abituali, genera in questi soggetti ansia ed agitazione anche gravi. Non sono rari comportamenti di “fuga” con abbandono dell’abitazione o dei reparti ospedalieri di degenza.
Quindi, certe azioni come lo spostare l’anziano dalla propria abitazione, magari per fargli fare le vacanze “fuori porta” con i figli o, peggio ancora, l’eventualità di un ricovero ospedaliero, sono occasione di peggioramenti drammatici in soggetti fino a quel momento in fase di compenso.
Pertanto è preferibile mantenere con gli anziani i seguenti atteggiamenti, supportati da una costante calma e pazienza:
1) evitare il più possibile cambiamenti di orari ed abitudini di vita quotidiana (pasti; igiene personale e dell’ambiente circostante; riposo);
2) evitare il più possibile cambiamenti nell’arredamento abitativo (ciò vale anche per pazienti ospedalizzati od isti-tuzionalizzati): non sostituire il letto, non cambiare la stanza se non strettamente necessario;
3) stimolare regolarmente l’orientamento dell’anziano, ripetendogli spesso che ora è, dove si trova e perché, ricordandogli il nome di chi lo assiste, il nome degli eventuali compagni di camera;
4) accertarsi che conosca la topografia dell’ambiente domestico, ospedaliero o residenziale in cui si trova, accompagnandolo cortesemente e senza fretta se si dimostra disorientato.
Ricordiamoci che il disagio fisico, causato ad esempio da stipsi, ritenzione d’urina, stati infettivi o febbrili, dolori addominali od articolari, può indurre agitazione in un anziano che non è in grado di riferirci il proprio malessere, incrementando quindi la sua fragilità.
E’ fondamentale effettuare un inventario degli oggetti in possesso dell’anziano, possibilmente coinvolgendolo; infatti non è raro che smarrisca oggetti, anche preziosi, spesso da lui riposti in nascondigli bizzarri (soldi, gioielli in frigorifero; alimenti in bagno...). E’ “naturale”, in un siffatto anziano fragile, la sua tendenza ad accusare altri (familiari, assistenti) di furto o sottrazione volontaria di oggetti, con la possibilità di sviluppo di uno stato di agitazione psicomotoria dettata dalla sensazione di essere stato derubato, cosa che lo può far diventare anche violento.
Purtroppo, con il passare del tempo, l’anziano demente può sviluppare altre forme di fragilità, estremamente critiche come la compromissione motoria, la disfagia, le complicanze da allettamento.
Pur esistendo malattie in cui la compromissione motoria è parte integrante delle stesse (gravi esiti cerebrovascolari - ictus ischemico o emorragico -, malattie neurologiche a decorso cronico/progressivo - Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Polineuropatie, De-menze, malattie cerebellari e del midollo spinale -), essa tende a manifestarsi spontaneamente con il progredire degli anni.
Questo spiega perché bisogna ridurre al minimo indispensabile la permanenza a letto dell’anziano, anche se peraltro sano; si tratta di un approccio che deve costituire una vera e propria ossessione per chi si occupa di anziani, in quanto il declino globale si previene anche con il movimento.
L’allettamento può essere responsabile di un circolo vizioso che espone i pazienti a gravi rischi, dalle infezioni respiratorie alle piaghe da decubito, allungando impropriamente anche i ricoveri ospedalieri.
Bisogna stimolare l’anziano a trascorrere periodi sempre più lunghi dapprima seduto nel letto, poi fuori dal letto anche in carrozzina/poltrona, consumando i pasti a tavola. Deve iniziare ad effettuare qualche passo, inizialmente su percorsi brevi e successivamente sempre più lunghi. Un obiettivo è quello di utilizzare gli abituali servizi igienici (confinando, allo stretto necessario, il ricorso a pappagalli, padelle o comode), così come camminare anche semplicemente all’interno dell’appartamento o nei corridoi della casa.
Molti anziani, nel complesso sani, hanno la tendenza a rifiutare l’esercizio fisico, divenendo lamentosi e riferendo disturbi di vario tipo, spesso immaginari.
Diviene compito del medico, in questo caso, dimostrare l’assenza di controindicazioni al movimento: un po’ di fermezza è determinante nel vincere il rifiuto e può arrecare solo beneficio. Anche i familiari si sentiranno rassicurati e non si lasceranno spaventare da eventuali atteggiamenti non collaborativi del parente in là con gli anni.
Viceversa, ci sono anziani che minimizzano o sottovalutano i propri limiti motori, o semplicemente non ne sono consapevoli. Essi pongono problemi opposti e vanno scoraggiati dal rischiare troppo, affidandoli ad un fisioterapista per un corretto inquadramento dell’attività motoria consentita, rispettando i tempi ed i parametri di sicurezza.
Sia chi si muove poco, ed ha perso la naturale sicurezza e stabilità motoria, sia chi si muove troppo, trascurando la sua reale capacità motoria, risulta a rischio di cadute. Esse costituiscono la complicanza più frequente e temibile nelle persone anziane con compromissione motoria.
Non si ripete mai abbastanza che bisogna sempre verificare l’esistenza di eventuali barriere architettoniche, eliminandole se possibile; devono essere eliminati gli arredi inutili e pericolosi (tappeti, stuoie, ecc.), adottando presidi quali maniglie di sostegno, tappetini antiscivolo, ecc. ad esempio in bagno. Si deve illuminare adeguatamente gli ambienti, garantendo anche una luce sufficiente nelle ore notturne.
E’ compito del medico verificare se, tra i farmaci assunti dall’anziano, ve ne siano alcuni che possono aumentare più di altri il rischio di caduta, anche se in realtà quasi tutti i farmaci assunti cronicamente dall’anziano possono causare ipotensione, instabilità posturale, debolezza muscolare, sonnolenza (tutti effetti potenzialmente pericolosi).
L’anziano fragile spesso convive con patologie urologiche, ginecologiche, proctologiche, le quali creano i presupposti anatomici per problemi igienici spesso umilianti perché minano l’autonomia nelle funzioni escretorie. Queste ultime possono divenire una vera e propria ossessione.
La corretta assistenza al paziente anziano comporta la regolare registrazione delle evacuazioni, della loro quantità e dell’aspetto. La cateterizzazione è utile se per breve tempo, anche se può essere inevitabile il suo impiego a permanenza (diviene difficile svezzare i pazienti dal suo impie-go, in un secondo tempo).
Bisogna adottare delle strategie di prevenzione e controllo dell’incontinenza, in particolare:
1) scegliere per l’anziano un abbigliamento facile da togliere e rimettere;
2) facilitare il tragitto verso i servizi igienici;
3) programmare una minzione ed una defecazione periodica, mettendo l’anziano nelle condizioni più agevoli per riconoscere lo stimolo, se ancora presente;
4) curare la dieta e temporizzare l’assunzione di liquidi, ad esempio riducendola alla sera.
Con quest’ultimo punto si pone in evidenza come, nell’anziano, la corretta nutrizione sia un problema spesso sottovalutato: anche l’anziano “autosufficiente” tenderà, nel tempo, ad ipersemplificare la propria dieta, che diverrà monotona e poco variata e povera di liquidi (per il succitato problema/pericolo di incontinenza urinaria e per la riduzione del senso della sete).
I problemi alimentari sono da ricondurre, sovente, a solitudine, declino cognitivo, ridotta autonomia motoria, problemi odontoiatrici. Le conseguenze possono essere serie: disturbi tipici dell’età avanzata, quali l’osteoporosi, sono aggravati da una dieta inadeguata priva di proteine, vitamina D, Calcio. Carenza di vitamina B12 ed acido folico inducono, oltre a problemi ematologici (anemia in primis), neuropatie e demenza.
Quasi tutte le malattie neurologiche possono comportare o comportano disfagia (= alterata deglutizione). La disfagia è un fenomeno pericoloso: la perdita dei normali riflessi di deglutizione facilita il passaggio di frammenti di cibo nella laringe, di qui in trachea e nei bronchi; ne possono conseguire broncopolmoniti “ab ingestis” o grave soffocamento fino alla morte. Ciò permette di comprendere come, nell’anziano fragile, l’apporto alimentare ed idrico viene progressivamente ridotto, con tutte le consequenzialità (si instaura un circolo vizioso disfagia, alterata nutrizione, deperimento, incremento della disfagia).
Una conseguenza pratica della disfagia è la progressiva difficoltà, per il paziente, ad assumere regolarmente la terapia farmacologica per bocca: questo aspetto deve essere sempre indagato, perché spesso i pazienti ed i familiari non lo rimarcano. Il medico ha il compito di sostituire la formulazione o il tipo di farmaci da assumere, se necessario.
Esistono, comunque, tecniche e supporti nutrizionali speciali (addensanti dei cibi, acqua gelificata, ecc.) per garantire la nutrizione e l’idratazione del disfagico; esistono approcci differenziati (sondino naso/gastrico o PEG - Percu-taneous Endoscopic Gastrostomy = gastrostomia endoscopica percutanea -) per mantenere la nutrizione enterale in soggetti assolutamente incapaci di deglutire, così come procedure parenterali (catetere nella vena succlavia) per la somministrazione endovenosa (e.v.) di sacche nutrizionali.
Nell’anziano fragile, affetto da lesioni che danneggiano le aree cerebrali del linguaggio, situate nel lobo frontale e temporale dell’emisfero cerebrale dominante, si può sviluppare l’afasia: si tratta dell’impossibilità o grave difficoltà, per il paziente, ad esprimersi verbalmente od a comprendere il linguaggio degli altri.
L’afasico, di per sé, non è demente. Sviluppa una condizione particolarmente penosa e frustrante: i pensieri, i sentimenti, i ricordi, le idee, le azioni (le cosiddette funzioni esecutive) sono in ordine ed “imprigionati” in un cervello che non riesce più a padroneggiare quella serie codificata di simboli sonori o scritti che costituiscono il linguaggio.
Chi si rapporta con un paziente afasico deve: adoperare frasi brevi e semplici; mantenere il contatto visivo; lasciare tempo al paziente affinché assimili il messaggio; non cambiare bruscamente argomento; guardare l’espressione del paziente per vedere se ha capito; cercare di sfruttare altri canali di comunicazione (mimica, disegno, ecc.).
Nel caso in cui il paziente si esprima in modo non comprensibile, non fare finta di avere capito. Allorché ricorra ad imprecazioni o parolacce, non ci si deve scandalizzare: si tratta spesso di automatismi involontari non controllabili. Inoltre non bisogna spaventarsi quand’anche il paziente, frustrato, piange, si arrabbia, colpisce col pugno il tavolo. Si tratta di fenomeni comuni, in base ai quali è importante tranquillizzare e rasserenare il paziente stesso.
Nell’anziano fragile, con deterioramento cognitivo, i deficit sensoriali visivi o uditivi possono essere motivo di isolamento, frequentemente causa di gravi disturbi comportamentali, soprattutto crepuscolari o notturni, associati al potenziale rischio di cadute.
In un anziano deteriorato, i deficit sensoriali sono angoscianti se ombre, riflessi, giochi di luce vengono percepiti in modo distorto: possono essere immaginati soggetti estranei, magari vestiti in modo bizzarro, che si aggirano nella stanza; oppure animali repellenti, insetti, ecc..
Se ha problemi uditivi, potrà percepire musica, rumori di treni, ecc.. Queste sensazioni allucinatorie portano spesso alla elaborazione di veri e propri stati deliranti.
In queste situazioni, è necessario tranquillizzare il paziente con pacatezza ed atteggiamento rassicurante, in quanto egli può cercare di fuggire, diventando oppositivo e violento se si cerca di trattenerlo.
La sedazione farmacologia può essere necessaria, ma va sempre decisa e dosata solo dal medico. La restrizione fisica è da considerarsi una misura estrema: le manovre di contenzione, se ingiustificate ed inappropriate, potrebbero configurare il reato di violenza privata, senza contare il rischio di lesioni che in questa situazione possono essere ritenute dolose.
da:Salute e Benessere/Medicina
Nella vita di molti anziani, si manifestano con notevole frequenza svariate patologie, che assumono carattere di cronicità. La pluripatologia comporta spesso una ridotta autonomia funzionale, a cui si associano spesso solitudine ed isolamento. Aggrava questa condizione l’assunzione di numerosi farmaci, i quali possono contribuire, con i loro effetti collaterali, allo sviluppo di una condizione di “fragilità”, che aumenta a sua volta il rischio di ulteriori problemi sanitari.
Effettivamente, il rischio di morte, in un periodo di osservazione di tre anni, sembrerebbe più che doppio per gli anziani “fragili” rispetto a coetanei non fragili.
L’autonomia dell’anziano, compromessa in funzioni essenziali come la cognitiva, la motoria, il linguaggio, l’alimentazione, l’igiene personale (tipicamente alterate in patologie prevalentemente neurologiche), si riduce con il progredire della sua fragilità. Se inoltre coesiste una compromissione sensoriale (uditiva o visiva), l’autonomia diviene ancora più precaria, aggravandosi in presenza di problemi psichiatrici (ansia, depressione, delirio, allucinazioni, agitazione); la dipendenza di queste persone diviene totale e la loro permanenza a domicilio risulta spesso impossibile.
Le gravi encefalopatie vascolari (definite anche “multi-infartuali” od “arteriosclerotiche”), insieme alla Malattia di Alzheimer, sono causa di demenza, che costituisce il fattore principale nello sviluppo della fragilità.
In questa tipologia di anziano, si riduce drasticamente la capacità di valutazione critica e di giudizio, di organizzazione e di pianificazione, di linguaggio corretto ed appropriato, di vestizione. Egli non è più in grado di orientarsi in luoghi noti come il proprio domicilio. Ciò può ulteriormente renderlo agitato ed oppositivo, a volte anche violento.
I repentini cambiamenti di luogo ed orario, di persone, possono generare o peggiorare uno stato confusionale, soprattutto notturno ed a volte latente.
La grave incapacità, da parte di questa tipologia di anziano fragile, di “gestire” mentalmente situazioni nuove, tra cui il confronto con ambienti e persone non abituali, genera in questi soggetti ansia ed agitazione anche gravi. Non sono rari comportamenti di “fuga” con abbandono dell’abitazione o dei reparti ospedalieri di degenza.
Quindi, certe azioni come lo spostare l’anziano dalla propria abitazione, magari per fargli fare le vacanze “fuori porta” con i figli o, peggio ancora, l’eventualità di un ricovero ospedaliero, sono occasione di peggioramenti drammatici in soggetti fino a quel momento in fase di compenso.
Pertanto è preferibile mantenere con gli anziani i seguenti atteggiamenti, supportati da una costante calma e pazienza:
1) evitare il più possibile cambiamenti di orari ed abitudini di vita quotidiana (pasti; igiene personale e dell’ambiente circostante; riposo);
2) evitare il più possibile cambiamenti nell’arredamento abitativo (ciò vale anche per pazienti ospedalizzati od isti-tuzionalizzati): non sostituire il letto, non cambiare la stanza se non strettamente necessario;
3) stimolare regolarmente l’orientamento dell’anziano, ripetendogli spesso che ora è, dove si trova e perché, ricordandogli il nome di chi lo assiste, il nome degli eventuali compagni di camera;
4) accertarsi che conosca la topografia dell’ambiente domestico, ospedaliero o residenziale in cui si trova, accompagnandolo cortesemente e senza fretta se si dimostra disorientato.
Ricordiamoci che il disagio fisico, causato ad esempio da stipsi, ritenzione d’urina, stati infettivi o febbrili, dolori addominali od articolari, può indurre agitazione in un anziano che non è in grado di riferirci il proprio malessere, incrementando quindi la sua fragilità.
E’ fondamentale effettuare un inventario degli oggetti in possesso dell’anziano, possibilmente coinvolgendolo; infatti non è raro che smarrisca oggetti, anche preziosi, spesso da lui riposti in nascondigli bizzarri (soldi, gioielli in frigorifero; alimenti in bagno...). E’ “naturale”, in un siffatto anziano fragile, la sua tendenza ad accusare altri (familiari, assistenti) di furto o sottrazione volontaria di oggetti, con la possibilità di sviluppo di uno stato di agitazione psicomotoria dettata dalla sensazione di essere stato derubato, cosa che lo può far diventare anche violento.
Purtroppo, con il passare del tempo, l’anziano demente può sviluppare altre forme di fragilità, estremamente critiche come la compromissione motoria, la disfagia, le complicanze da allettamento.
Pur esistendo malattie in cui la compromissione motoria è parte integrante delle stesse (gravi esiti cerebrovascolari - ictus ischemico o emorragico -, malattie neurologiche a decorso cronico/progressivo - Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Polineuropatie, De-menze, malattie cerebellari e del midollo spinale -), essa tende a manifestarsi spontaneamente con il progredire degli anni.
Questo spiega perché bisogna ridurre al minimo indispensabile la permanenza a letto dell’anziano, anche se peraltro sano; si tratta di un approccio che deve costituire una vera e propria ossessione per chi si occupa di anziani, in quanto il declino globale si previene anche con il movimento.
L’allettamento può essere responsabile di un circolo vizioso che espone i pazienti a gravi rischi, dalle infezioni respiratorie alle piaghe da decubito, allungando impropriamente anche i ricoveri ospedalieri.
Bisogna stimolare l’anziano a trascorrere periodi sempre più lunghi dapprima seduto nel letto, poi fuori dal letto anche in carrozzina/poltrona, consumando i pasti a tavola. Deve iniziare ad effettuare qualche passo, inizialmente su percorsi brevi e successivamente sempre più lunghi. Un obiettivo è quello di utilizzare gli abituali servizi igienici (confinando, allo stretto necessario, il ricorso a pappagalli, padelle o comode), così come camminare anche semplicemente all’interno dell’appartamento o nei corridoi della casa.
Molti anziani, nel complesso sani, hanno la tendenza a rifiutare l’esercizio fisico, divenendo lamentosi e riferendo disturbi di vario tipo, spesso immaginari.
Diviene compito del medico, in questo caso, dimostrare l’assenza di controindicazioni al movimento: un po’ di fermezza è determinante nel vincere il rifiuto e può arrecare solo beneficio. Anche i familiari si sentiranno rassicurati e non si lasceranno spaventare da eventuali atteggiamenti non collaborativi del parente in là con gli anni.
Viceversa, ci sono anziani che minimizzano o sottovalutano i propri limiti motori, o semplicemente non ne sono consapevoli. Essi pongono problemi opposti e vanno scoraggiati dal rischiare troppo, affidandoli ad un fisioterapista per un corretto inquadramento dell’attività motoria consentita, rispettando i tempi ed i parametri di sicurezza.
Sia chi si muove poco, ed ha perso la naturale sicurezza e stabilità motoria, sia chi si muove troppo, trascurando la sua reale capacità motoria, risulta a rischio di cadute. Esse costituiscono la complicanza più frequente e temibile nelle persone anziane con compromissione motoria.
Non si ripete mai abbastanza che bisogna sempre verificare l’esistenza di eventuali barriere architettoniche, eliminandole se possibile; devono essere eliminati gli arredi inutili e pericolosi (tappeti, stuoie, ecc.), adottando presidi quali maniglie di sostegno, tappetini antiscivolo, ecc. ad esempio in bagno. Si deve illuminare adeguatamente gli ambienti, garantendo anche una luce sufficiente nelle ore notturne.
E’ compito del medico verificare se, tra i farmaci assunti dall’anziano, ve ne siano alcuni che possono aumentare più di altri il rischio di caduta, anche se in realtà quasi tutti i farmaci assunti cronicamente dall’anziano possono causare ipotensione, instabilità posturale, debolezza muscolare, sonnolenza (tutti effetti potenzialmente pericolosi).
L’anziano fragile spesso convive con patologie urologiche, ginecologiche, proctologiche, le quali creano i presupposti anatomici per problemi igienici spesso umilianti perché minano l’autonomia nelle funzioni escretorie. Queste ultime possono divenire una vera e propria ossessione.
La corretta assistenza al paziente anziano comporta la regolare registrazione delle evacuazioni, della loro quantità e dell’aspetto. La cateterizzazione è utile se per breve tempo, anche se può essere inevitabile il suo impiego a permanenza (diviene difficile svezzare i pazienti dal suo impie-go, in un secondo tempo).
Bisogna adottare delle strategie di prevenzione e controllo dell’incontinenza, in particolare:
1) scegliere per l’anziano un abbigliamento facile da togliere e rimettere;
2) facilitare il tragitto verso i servizi igienici;
3) programmare una minzione ed una defecazione periodica, mettendo l’anziano nelle condizioni più agevoli per riconoscere lo stimolo, se ancora presente;
4) curare la dieta e temporizzare l’assunzione di liquidi, ad esempio riducendola alla sera.
Con quest’ultimo punto si pone in evidenza come, nell’anziano, la corretta nutrizione sia un problema spesso sottovalutato: anche l’anziano “autosufficiente” tenderà, nel tempo, ad ipersemplificare la propria dieta, che diverrà monotona e poco variata e povera di liquidi (per il succitato problema/pericolo di incontinenza urinaria e per la riduzione del senso della sete).
I problemi alimentari sono da ricondurre, sovente, a solitudine, declino cognitivo, ridotta autonomia motoria, problemi odontoiatrici. Le conseguenze possono essere serie: disturbi tipici dell’età avanzata, quali l’osteoporosi, sono aggravati da una dieta inadeguata priva di proteine, vitamina D, Calcio. Carenza di vitamina B12 ed acido folico inducono, oltre a problemi ematologici (anemia in primis), neuropatie e demenza.
Quasi tutte le malattie neurologiche possono comportare o comportano disfagia (= alterata deglutizione). La disfagia è un fenomeno pericoloso: la perdita dei normali riflessi di deglutizione facilita il passaggio di frammenti di cibo nella laringe, di qui in trachea e nei bronchi; ne possono conseguire broncopolmoniti “ab ingestis” o grave soffocamento fino alla morte. Ciò permette di comprendere come, nell’anziano fragile, l’apporto alimentare ed idrico viene progressivamente ridotto, con tutte le consequenzialità (si instaura un circolo vizioso disfagia, alterata nutrizione, deperimento, incremento della disfagia).
Una conseguenza pratica della disfagia è la progressiva difficoltà, per il paziente, ad assumere regolarmente la terapia farmacologica per bocca: questo aspetto deve essere sempre indagato, perché spesso i pazienti ed i familiari non lo rimarcano. Il medico ha il compito di sostituire la formulazione o il tipo di farmaci da assumere, se necessario.
Esistono, comunque, tecniche e supporti nutrizionali speciali (addensanti dei cibi, acqua gelificata, ecc.) per garantire la nutrizione e l’idratazione del disfagico; esistono approcci differenziati (sondino naso/gastrico o PEG - Percu-taneous Endoscopic Gastrostomy = gastrostomia endoscopica percutanea -) per mantenere la nutrizione enterale in soggetti assolutamente incapaci di deglutire, così come procedure parenterali (catetere nella vena succlavia) per la somministrazione endovenosa (e.v.) di sacche nutrizionali.
Nell’anziano fragile, affetto da lesioni che danneggiano le aree cerebrali del linguaggio, situate nel lobo frontale e temporale dell’emisfero cerebrale dominante, si può sviluppare l’afasia: si tratta dell’impossibilità o grave difficoltà, per il paziente, ad esprimersi verbalmente od a comprendere il linguaggio degli altri.
L’afasico, di per sé, non è demente. Sviluppa una condizione particolarmente penosa e frustrante: i pensieri, i sentimenti, i ricordi, le idee, le azioni (le cosiddette funzioni esecutive) sono in ordine ed “imprigionati” in un cervello che non riesce più a padroneggiare quella serie codificata di simboli sonori o scritti che costituiscono il linguaggio.
Chi si rapporta con un paziente afasico deve: adoperare frasi brevi e semplici; mantenere il contatto visivo; lasciare tempo al paziente affinché assimili il messaggio; non cambiare bruscamente argomento; guardare l’espressione del paziente per vedere se ha capito; cercare di sfruttare altri canali di comunicazione (mimica, disegno, ecc.).
Nel caso in cui il paziente si esprima in modo non comprensibile, non fare finta di avere capito. Allorché ricorra ad imprecazioni o parolacce, non ci si deve scandalizzare: si tratta spesso di automatismi involontari non controllabili. Inoltre non bisogna spaventarsi quand’anche il paziente, frustrato, piange, si arrabbia, colpisce col pugno il tavolo. Si tratta di fenomeni comuni, in base ai quali è importante tranquillizzare e rasserenare il paziente stesso.
Nell’anziano fragile, con deterioramento cognitivo, i deficit sensoriali visivi o uditivi possono essere motivo di isolamento, frequentemente causa di gravi disturbi comportamentali, soprattutto crepuscolari o notturni, associati al potenziale rischio di cadute.
In un anziano deteriorato, i deficit sensoriali sono angoscianti se ombre, riflessi, giochi di luce vengono percepiti in modo distorto: possono essere immaginati soggetti estranei, magari vestiti in modo bizzarro, che si aggirano nella stanza; oppure animali repellenti, insetti, ecc..
Se ha problemi uditivi, potrà percepire musica, rumori di treni, ecc.. Queste sensazioni allucinatorie portano spesso alla elaborazione di veri e propri stati deliranti.
In queste situazioni, è necessario tranquillizzare il paziente con pacatezza ed atteggiamento rassicurante, in quanto egli può cercare di fuggire, diventando oppositivo e violento se si cerca di trattenerlo.
La sedazione farmacologia può essere necessaria, ma va sempre decisa e dosata solo dal medico. La restrizione fisica è da considerarsi una misura estrema: le manovre di contenzione, se ingiustificate ed inappropriate, potrebbero configurare il reato di violenza privata, senza contare il rischio di lesioni che in questa situazione possono essere ritenute dolose.
da:Salute e Benessere/Medicina
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- Messaggio n°109
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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- Messaggio n°110
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
In aumento gli anziani vittime di reati
ROMA - Presentati a Roma i dati di una ricerca sugli anziani vittime di reati, condotta nell'ambito del progetto europeo Access (Against Crime Care for Elders Support and Security), coordinato dalla Fondazione Santa Lucia. La ricerca conferma l'aumento dei reati commessi a danno di persone anziane negli ultimi anni.
Il Programma "Viva gli Anziani!" in piazza a Testaccio
Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale (al ritmo dello 0,3 % per anno). Nel 2012 questo tipo di reati sono stati quasi il 13% del totale, mentre erano ancora il 10,5 % nel 2005. Nel caso delle rapine in abitazione, il 44% è stato commesso ai danni di persone anziane (2011). Altro dato significativo è la crescita delle aggressioni fisiche e verbali: 5.783 casi di lesioni e percosse nel 2011, contro i 4.835 del 2005, 11.829 casi di minacce e ingiurie nel 2011. contro i 9.072 del 2005. Le frodi sono in aumento, anche se il numero è sicuramente sottostimato. In questo caso gli anziani più a rischio sono quelli che vivono da soli o che non abbiano una rete relazionale sufficientemente valida.
Dunque anche sotto questo aspetto, la popolazione anziana vive una particolare condizione di fragilità, che necessita di misure di protezione specifiche, che combattano le forme di isolamento sociale e favoriscano gli scambi intergenerazionali e la coesione sociale. In questa direzione lavora da anni il Programma "Viva gli Anziani!", che, con i suoi operatori di quartiere, rappresenta una presenza amica e familiareper le strade del Centro Storico di Roma (un alter ego del cosiddetto "poliziotto di quartiere"). Una presenza simpatica che ha ricadute positive anche sulla sicurezza degli anziani.
ROMA - Presentati a Roma i dati di una ricerca sugli anziani vittime di reati, condotta nell'ambito del progetto europeo Access (Against Crime Care for Elders Support and Security), coordinato dalla Fondazione Santa Lucia. La ricerca conferma l'aumento dei reati commessi a danno di persone anziane negli ultimi anni.
Il Programma "Viva gli Anziani!" in piazza a Testaccio
Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale (al ritmo dello 0,3 % per anno). Nel 2012 questo tipo di reati sono stati quasi il 13% del totale, mentre erano ancora il 10,5 % nel 2005. Nel caso delle rapine in abitazione, il 44% è stato commesso ai danni di persone anziane (2011). Altro dato significativo è la crescita delle aggressioni fisiche e verbali: 5.783 casi di lesioni e percosse nel 2011, contro i 4.835 del 2005, 11.829 casi di minacce e ingiurie nel 2011. contro i 9.072 del 2005. Le frodi sono in aumento, anche se il numero è sicuramente sottostimato. In questo caso gli anziani più a rischio sono quelli che vivono da soli o che non abbiano una rete relazionale sufficientemente valida.
Dunque anche sotto questo aspetto, la popolazione anziana vive una particolare condizione di fragilità, che necessita di misure di protezione specifiche, che combattano le forme di isolamento sociale e favoriscano gli scambi intergenerazionali e la coesione sociale. In questa direzione lavora da anni il Programma "Viva gli Anziani!", che, con i suoi operatori di quartiere, rappresenta una presenza amica e familiareper le strade del Centro Storico di Roma (un alter ego del cosiddetto "poliziotto di quartiere"). Una presenza simpatica che ha ricadute positive anche sulla sicurezza degli anziani.
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
non sempre i grandi uomini sono uomini grandi...
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Sapete cosa diceva mia nonna? Che anche dopo anni e anni di matrimonio tutte le volte che vedeva suo marito tornare da lavoro dalla finestra della cucina le tremavano le gambe dall’emozione. Mi faceva sempre l’esempio delle mandorle, che a volte hanno due noccioli all’interno: diceva che lei e suo marito erano così, erano legati stretti come due noccioli di mandorla. Sai come sono fatti i noccioli di mandorla? Stanno uno incastrato nell’altro, uno concavo e uno convesso, devono adattarsi e combaciare. Ecco, finché non troverai una persona che ti faccia sentire così, una persona che sia il tuo nocciolo di mandorla, allora potrai star certa che non sarà la persona con cui passare il resto della tua vita.
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
L’amore degli anziani salverà il mondo
Come non considerare penosa la condizione nella quale si trovano oggi le giovani generazioni ambosessi, catturati nel vortice dell’essere belli a tutti i costi, qualità ritenuta indispensabile ed irrinunciabile per instaurare un rapporto di coppia.
Tra i giovani si moltiplicano così le richieste di ritocchino eseguito dal chirurgo estetico come regalo per i diciotto anni, sia per i maschi, che per le femmine, si ricorre a qualsiasi mezzo per raggiungere quella perfezione fisica non attribuita geneticamente, si soffre quando non si è fisicamente perfetti, al punto di arrivare a costruire anche il proprio avatar da fare vivere virtualmente sui social network. Essere condannati ad essere giovani per sempre, convinti che solo così si puo’ essere degni di essere amati, come è accaduto all’eterno Peter Pan, Micheal Jackson. Chi salverà questo mondo di giovani e belli, per natura o per artificio, ma poi incapaci di amare veramente, perché incapaci di amare se stessi ?
E’ compito degli anziani sciogliere l’incantesimo e mostrare la vera natura dell’amore, che risiede nel rispetto di se stesso e dell’altro, nell’accettazione dei propri e altrui limiti anche e soprattutto fisici, nella capacità di ridisegnare l’amore nel corso della propria vita, adattandolo al tempo che passa e al corpo che si modifica. Perché l’amore quando ci si conosce a vent’anni quando il corpo, pur se imperfetto, concede e presta tutte le sue virtù della giovane età è facile, se non automatico perché dettato da leggi fisiologiche, ma diventa un’arte sublime quando si è anziani, perché richiede dirifondare l’amore su altre leggi e principi. L’amore tra anziani ha il pregio di mostrarci come la vita può essere vissuta pienamente e direttamente in ogni momento della propria esistenza, tramite la continua realizzazione di un’alchimia di emozioni, sensazioni e fisicità.
L’amore tra gli anziani racchiude in sé un messaggio creativo e salvifico per il mondo, secondo il diritto che hanno gli umani di ricercare la propria felicità per l’intero corso della vita e che niente e nessuno dovrebbe potere condizionare o annullare.
Come non considerare penosa la condizione nella quale si trovano oggi le giovani generazioni ambosessi, catturati nel vortice dell’essere belli a tutti i costi, qualità ritenuta indispensabile ed irrinunciabile per instaurare un rapporto di coppia.
Tra i giovani si moltiplicano così le richieste di ritocchino eseguito dal chirurgo estetico come regalo per i diciotto anni, sia per i maschi, che per le femmine, si ricorre a qualsiasi mezzo per raggiungere quella perfezione fisica non attribuita geneticamente, si soffre quando non si è fisicamente perfetti, al punto di arrivare a costruire anche il proprio avatar da fare vivere virtualmente sui social network. Essere condannati ad essere giovani per sempre, convinti che solo così si puo’ essere degni di essere amati, come è accaduto all’eterno Peter Pan, Micheal Jackson. Chi salverà questo mondo di giovani e belli, per natura o per artificio, ma poi incapaci di amare veramente, perché incapaci di amare se stessi ?
E’ compito degli anziani sciogliere l’incantesimo e mostrare la vera natura dell’amore, che risiede nel rispetto di se stesso e dell’altro, nell’accettazione dei propri e altrui limiti anche e soprattutto fisici, nella capacità di ridisegnare l’amore nel corso della propria vita, adattandolo al tempo che passa e al corpo che si modifica. Perché l’amore quando ci si conosce a vent’anni quando il corpo, pur se imperfetto, concede e presta tutte le sue virtù della giovane età è facile, se non automatico perché dettato da leggi fisiologiche, ma diventa un’arte sublime quando si è anziani, perché richiede dirifondare l’amore su altre leggi e principi. L’amore tra anziani ha il pregio di mostrarci come la vita può essere vissuta pienamente e direttamente in ogni momento della propria esistenza, tramite la continua realizzazione di un’alchimia di emozioni, sensazioni e fisicità.
L’amore tra gli anziani racchiude in sé un messaggio creativo e salvifico per il mondo, secondo il diritto che hanno gli umani di ricercare la propria felicità per l’intero corso della vita e che niente e nessuno dovrebbe potere condizionare o annullare.
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Il valore degli anziani
Quando muore un anziano è come se si bruciasse una biblioteca
Quando muore un anziano è come se si bruciasse una biblioteca
Quando ero piccolo ho letto su un libro questa frase: “Quando muore un anziano è come se si bruciasse una biblioteca”. Pensando ai miei nonni che erano persone semplici e che avevano fatto forse la quinta elementare avevo l’impressione che questa fosse una bella frase ma forse un po’ troppo retorica. Crescendo ho capito invece quanta verità si celasse in quella similitudine. Gli anziani sono depositari di una cultura che spesso non ha niente a che fare con i libri, ma non per questo è meno importante, anzi. Ogni persona invecchiando diventa testimone di una storia originale, fatta di esperienze, incontri, vittorie, sconfitte… Se chiediamo a un anziano di raccontarci la sua vita avremmo il racconto di episodi unici, difficilmente rintracciabili in qualsiasi volume di qualsiasi biblioteca. E l’insegnamento di questi racconti è sicuramente più autentico perché scaturisce da esistenze vissute fino in fondo che ci dimostrano come i tempi sono cambiati e quello che è successo un tempo. Il valore degli anziani sta proprio in questo: ricordare il passato e fare tesoro dei loro valori per vivere meglio il presente e progettare con serenità il futuro.
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- Messaggio n°118
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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- Messaggio n°119
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Ralph, a 104 anni twitta consigli sulle piante
Il giardiniere Hoare risponde all'hashtag #AskRalph
MILANO - Ha piantato il suo primo fiore – un anemone giapponese –
che aveva solo sei anni, ma quasi un secolo dopo (è nato nel 1908 e va
quindi per i 105) Ralph Hoare non solo non si è ancora stufato di
occuparsi delle sue amate piante (ha una predilezione per le rose, che
gli ricordano l’adorata moglie Dorothy, morta nel 2007) ma si è persino messo a cinguettar consigli di giardinaggio su Twitter
dalla sua casa di Longlevens, nel Gloucester. Ad avere l’idea di
tradurre in seguitissimi tweet le sue dritte “verdi” è stato il locale
negozio della catena Furniture Village (specializzato in mobili per la
casa e da giardino) che in una settimana, ovvero da quando ha lanciato
l’hashtag #AskRalph,
è stato letteralmente sommerso di richieste di giardinieri in erba, che
vogliono sapere da Ralph come potare le petunie o ravvivare l’orto.
E proprio come il giardiniere Chance del film “Oltre il
giardino”, che sapeva tutto ma proprio tutto di piante ed affini, anche
Ralph ha il suggerimento giusto per ognuno dei suoi follower (che crescono a vista d’occhio, manco fossero i
narcisi del suo giardino), che condensa nei 140 caratteri consentiti dal
social network (ma per richieste più complesse si può ricorrere alla
mail askralph@furniturevillage.co.uk),
anche se a volte deve farsi aiutare da qualche familiare (ha sei nipoti
e altrettanti pronipoti) per raccapezzarsi con il suo iPad. «Non
conosco bene i computer – racconta al Daily Express – e uso l’iPad solo per le mail e Twitter e per piazzare le scommesse sui cavalli».
Come detto, la passione
per il giardinaggio risale a quand’era appena un bambino, ma è stato
solamente nel 1957, quando si è trasferito nel Gloucester, che il signor
Hoare (un ex impiegato di banca e veterano della RAF) ha potuto creare
il giardino dei suoi sogni. «Il giardinaggio ti aiuta ad avere qualcosa
di cui occuparti e a tenerti attivo sia con il corpo che con la mente.
Quando mi sento solo o giù di morale, penso alle mie rose che fioriranno
presto e questo mi dà la forza per andare avanti. E se i miei consigli
serviranno a convincere sempre più persone a dedicarsi al giardinaggio,
questa non potrà che essere una buona cosa, perché così allora tutti
potranno campare oltre cent’anni». Corriere della sera
Il giardiniere Hoare risponde all'hashtag #AskRalph
MILANO - Ha piantato il suo primo fiore – un anemone giapponese –
che aveva solo sei anni, ma quasi un secolo dopo (è nato nel 1908 e va
quindi per i 105) Ralph Hoare non solo non si è ancora stufato di
occuparsi delle sue amate piante (ha una predilezione per le rose, che
gli ricordano l’adorata moglie Dorothy, morta nel 2007) ma si è persino messo a cinguettar consigli di giardinaggio su Twitter
dalla sua casa di Longlevens, nel Gloucester. Ad avere l’idea di
tradurre in seguitissimi tweet le sue dritte “verdi” è stato il locale
negozio della catena Furniture Village (specializzato in mobili per la
casa e da giardino) che in una settimana, ovvero da quando ha lanciato
l’hashtag #AskRalph,
è stato letteralmente sommerso di richieste di giardinieri in erba, che
vogliono sapere da Ralph come potare le petunie o ravvivare l’orto.
E proprio come il giardiniere Chance del film “Oltre il
giardino”, che sapeva tutto ma proprio tutto di piante ed affini, anche
Ralph ha il suggerimento giusto per ognuno dei suoi follower (che crescono a vista d’occhio, manco fossero i
narcisi del suo giardino), che condensa nei 140 caratteri consentiti dal
social network (ma per richieste più complesse si può ricorrere alla
mail askralph@furniturevillage.co.uk),
anche se a volte deve farsi aiutare da qualche familiare (ha sei nipoti
e altrettanti pronipoti) per raccapezzarsi con il suo iPad. «Non
conosco bene i computer – racconta al Daily Express – e uso l’iPad solo per le mail e Twitter e per piazzare le scommesse sui cavalli».
Come detto, la passione
per il giardinaggio risale a quand’era appena un bambino, ma è stato
solamente nel 1957, quando si è trasferito nel Gloucester, che il signor
Hoare (un ex impiegato di banca e veterano della RAF) ha potuto creare
il giardino dei suoi sogni. «Il giardinaggio ti aiuta ad avere qualcosa
di cui occuparti e a tenerti attivo sia con il corpo che con la mente.
Quando mi sento solo o giù di morale, penso alle mie rose che fioriranno
presto e questo mi dà la forza per andare avanti. E se i miei consigli
serviranno a convincere sempre più persone a dedicarsi al giardinaggio,
questa non potrà che essere una buona cosa, perché così allora tutti
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Lavoro degli anziani
L'aumento della vita media e l'incremento della componente anziana della popolazione pongono l'esigenza di un allungamento della vita attiva. Questo obiettivo non sembra raggiungibile, però, con un innalzamento rigido dell'età pensionabile. Una misura coercitiva che imponga la permanenza al lavoro a tutti oltre i 65 anni di età e per 40 e più ore la settimana rischia di essere velleitaria. Non tiene conto né delle esigenze dei singoli, né dei comportamenti delle imprese, che tendono ad espellere anzi tempo i lavoratori anziani. Occorre, invece, un ripensamento del rapporto tra la vita lavorativa, la formazione e il pensionamento. Anche in età anziana, il lavoro è una grande risorsa per i singoli e la società.
Un lavoro meno gravoso e, soprattutto, meno totalizzante rispetto a quello svolto in altre età. Part time, pensionamento parziale, formazione permanente e riqualificazione professionale, regole di cumulo meno penalizzanti possono contribuire a comporre il giusto mix di politiche attive del lavoro, formative e previdenziali per aiutare chi è anziano a lavorare finché può e ne ha voglia. Agire sul lato dell'offerta, però, non basta. L'organizzazione dell'attività produttiva deve essere progressivamente adattata ad una forza lavoro che invecchia.
L'aumento della vita media e l'incremento della componente anziana della popolazione pongono l'esigenza di un allungamento della vita attiva. Questo obiettivo non sembra raggiungibile, però, con un innalzamento rigido dell'età pensionabile. Una misura coercitiva che imponga la permanenza al lavoro a tutti oltre i 65 anni di età e per 40 e più ore la settimana rischia di essere velleitaria. Non tiene conto né delle esigenze dei singoli, né dei comportamenti delle imprese, che tendono ad espellere anzi tempo i lavoratori anziani. Occorre, invece, un ripensamento del rapporto tra la vita lavorativa, la formazione e il pensionamento. Anche in età anziana, il lavoro è una grande risorsa per i singoli e la società.
Un lavoro meno gravoso e, soprattutto, meno totalizzante rispetto a quello svolto in altre età. Part time, pensionamento parziale, formazione permanente e riqualificazione professionale, regole di cumulo meno penalizzanti possono contribuire a comporre il giusto mix di politiche attive del lavoro, formative e previdenziali per aiutare chi è anziano a lavorare finché può e ne ha voglia. Agire sul lato dell'offerta, però, non basta. L'organizzazione dell'attività produttiva deve essere progressivamente adattata ad una forza lavoro che invecchia.
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
l sole dei vecchi è un sole stanco. Trema come una stella e non si fa vedere, ma solca le acque d’argento dei notturni favori. E tu che hai le mani piene d’amore per i vecchi sappi che sono fanciulli attenti al loro pudore. (ALDA MERINI)
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Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
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- Messaggio n°125
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
Sono gli anziani coloro che conoscono la verità e la vita,
ciò che è importante e ciò che non lo è,
nonchè il vero significato di parole quali integrità, lealtà,
onestà, amicizia e amore.
Neale Donald Walsch
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nonchè il vero significato di parole quali integrità, lealtà,
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- Messaggio n°126
Re: Spalle al muro, Quando gli anni, son fucili contro..
La vecchiaia è – mi piace dirlo così – la sede della sapienza della vita. I vecchi hanno la sapienza di avere camminato nella vita,
come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio.
E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù.
Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino,
che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita. Mi viene in mente quello che un poeta tedesco diceva della vecchiaia: “Es ist ruhig, das Alter, und fromm”: è il tempo della tranquillità e della preghiera. E anche di dare ai giovani questa saggezza.
Sua Santità Papa Francesco
come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio.
E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù.
Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino,
che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita. Mi viene in mente quello che un poeta tedesco diceva della vecchiaia: “Es ist ruhig, das Alter, und fromm”: è il tempo della tranquillità e della preghiera. E anche di dare ai giovani questa saggezza.
Sua Santità Papa Francesco
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