Da annika il Mer 28 Nov 2012 - 19:16
PER LA SERIE: PREMIO RODODENTROZico: "Italia-Brasile 3-2?
Fu la rovina del calcio"Zico, Falcao, Socrates, Junior. L'Italia li ha accolti tutti, dopo averli battuti. Sarrià di Barcellona, 5 luglio 1982: Pablito Rossi si risveglia e comincia a scrivere la storia. Gli azzurri battono il Brasile 3 a 2, poi conquisteranno il Mundial. Potevano solo vincere e vinsero. Il contropiede che spegne il futebol bailado. 28 novembre 2012: sono passati più di trent'anni, ma Zico non dimentica. "Il Brasile aveva una squadra fantastica, riconosciuta in tutto il mondo, e ovunque andiamo la gente ci ricorda quel team del 1982". L'ex numero 10 dell'Udinese ha il cuore gelato dall'Iraq: sul proprio sito internet ha diffuso la notizia di aver lasciato la guida della nazionale asiatica per inadempienze contrattuali della federcalcio locale. E con questa rabbia mista a tristezza rievoca il passato. sliding doors— "Se avessimo vinto quella partita il calcio probabilmente sarebbe stato differente", spiega Zico. "Dopo di allora , invece, cominciammo a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta -non fu positiva per il mondo del calcio. Se quel giorno avessimo segnato cinque reti, l'Italia ne avrebbe segnate sei, perchè trovavano sempre il modo di capitalizzare i nostri errori". Zico critica infine l'eccessiva fisicità del calcio moderno:"Il Brasile è una terra fertile per i calciatori, ma dobbiamo cambiare la mentalità nelle squadre giovanili dei club. Sono sicuro che se facessi oggi un provino per una squadra, sarei scartato perchè troppo poco prestante, e basso di statura". la replica— Zico chiama, Rossi risponde. Un po' come quel giorno al Sarrià, dove l'ultima parola fu di Pablito. Immancabile, allora, la replica dell'ex attaccante azzurro alla provocazione del brasiliano: "Quel 3-2 fu una lezione per la quale il Brasile ci dovrebbe ringraziare e darmi un premio. Una sconfitta dalla quale impararono molto, soprattutto a giocare più coperti. Tanto è vero che poi hanno vinto altre due edizioni del Mondiale. Zico naturalmente si lancia in un paradosso e non penso che a quella vittoria si possa attribuire un peso così grande. È vero, invece, che da allora il loro approccio è cambiato, è diventato più guardingo, si sono europeizzati. Anche perchè tanti brasiliani hanno conosciuto i campionati del nostro continente. Eppure vederli giocare è sempre uno spettacolo. Pur evolvendosi, il loro calcio è rimasto lo specchio di un paese dove lo spettacolo resta importante".
Fonte Gazzetta dello Sport