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    Art Déco

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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 11:00

    Art Déco

    L'Art déco (nome derivato per estrema sintesi dalla dicitura Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925 - e per quest'ultimo motivo detto anche Stile 1925) è stato un fenomeno del gusto che interessò sostanzialmente il periodo fra il 1919 e il 1930 in Europa, mentre in America, in particolare negli USA, si prolungò fino al 1940: riguardò le arti decorative, le arti visive, l'architettura, la moda.

    Storia
    L'Expo parigina del 1925 vide trionfare, fra i molti espositori stranieri, la speciale raffinatezza francese in varie categorie merceologiche, dall'ebanisteria agli accessori di moda: Parigi restava il centro internazionale del buon gusto anche negli anni critici seguiti alla prima guerra mondiale. Ma l'Art déco non nasceva con l'Esposizione, che fu semmai una sorta di rutilante rassegna di un fenomeno nella fase della sua tarda maturità, scaturito nella stessa Parigi intorno al 1910 ad opera di Paul Poiret, stilista dai molteplici interessi, rivolti alla completa riforma estetica dell'ambiente esistenziale moderno. Oltreoceano, gli Stati Uniti d'America aderirono più lentamente al déco, raccogliendone in un certo senso il testimone verso gli anni trenta, col caratteristico gusto per un modellato aerodinamico del cosiddetto Streamlining Modern, di cui furono artefici principalmente i designer Raymond Loewy, Henry Dreyfuss e Walter Dorwin Teague.

    Caratteristiche
    Parigi rimase in ogni caso il centro maggiore del design Art déco, col mobilio di Jacques-Émile Ruhlmann che rinnovava i fasti dell'ebanisteria parigina fra Rococò e Stile Impero, con l'azienda di Süe et Mare, con i pannelli e i mobili modernistici di Eileen Gray, con il ferro battuto di Edgar Brandt e gli oggetti in metallo e le lacche di Jean Dunand, con i lavori in vetro di René Lalique e Maurice Marinot, con gli orologi e la gioielleria di Cartier, coi manifesti di Cassandre e Sepo.

    Il termine "Art déco" non ebbe un ampio uso fino a che quel gusto non fu rivalutato negli anni sessanta.

    Varie e disparate le principali fonti di tale stile eclettico:

    • Le prime opere della Wiener Werkstätte, fondata nel 1903, e soprattutto quelle di astratto geometrismo del principale esponente, Josef Hoffmann;
    • Le arti "primitive", come quella africana, o antiche come l'egizia o l'azteca;
    • La scultura e i vasi dell'antica Grecia, dei periodi geometrico e arcaico;
    • Le ziggurat;
    • Gli scenari e i costumi di Léon Bakst per i Balletti russi di Diaghilev;
    • Le forme cristalline e sfaccettate del Cubismo e del Futurismo;
    • Le stridenti gamme dei colori del Fauvismo;
    • Le forme severe del Neoclassicismo: Boullée, Schinkel;
    • Motivi e forme di animali, il fogliame tropicale, i cristalli, i motivi solari e i getti d'acqua;
    • Forme femminili "moderne", agili e atletiche;
    • Tecnologia da "macchina del tempo" come la radio e i grattacieli;
    • Innovazioni tecnologiche in campo automobilistico e aerodinamico;
    • Industria della moda;
    • Tutto ciò che riguarda il Jazz (Periodo: Hot Jazz e Swing).

    Oltre a queste influenze, l'Art déco è caratterizzata dall'uso di materiali come l'alluminio, l'acciaio inossidabile, lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra. L'uso massiccio di forme a zigzag o a scacchi, e curve vaste (diverse da quelle sinuose dell'Art Nouveau), motivi a 'V' e a raggi solari. Alcuni di questi motivi erano usati per opere molto diverse fra loro, come ad esempio i motivi a forma di raggi solari: furono utilizzati per delle scarpe da donna, griglie per termosifoni, l'auditorium del Radio City Music Hall e la guglia del Chrysler Building. L'Art déco fu uno stile sintetico, e al tempo stesso volumetricamente, aerodinamico, turgido e opulento, probabilmente in reazione all'austerità imposta dagli anni della prima guerra mondiale e della conseguente crisi economica. Fu peraltro uno stile molto popolare per gli interni dei cinematografi, e dei transatlantici come l'Île de France e il Normandie.

    Alcuni storici considerano l'Art déco come una forma popolare e alternativa del Modernismo o del Movimento Moderno in architettura. Di fatto, il Razionalismo italiano utilizzò alcuni elementi di questa espressione artistica frammisti a strutture razionali, soprattutto nelle nuove città costruite durante il regime fascista - in Italia e ancor di più nelle colonie (Dodecaneso, Libia, Eritrea, Etiopia) - dove riagganci alla tradizione locale ed un certo gusto dell'esotico ne furono il filo conduttore. Come esempi più significativi potremmo citare diversi palazzi di Rodi, che ne portano i segni più evidenti, mentre in città di nuova fondazione ma essenzialmente razionaliste, come Portolago, nell'isola greca di Lero, o Sabaudia in Italia se ne leggono solo accenni in alcuni edifici.

    L'Art déco cominciò a perdere lentamente campo in Occidente una volta raggiunta la produzione di massa. Cominciò a essere derisa perché si riteneva che fosse kitsch e che presentasse un'immagine falsa del lusso. Alla fine questo stile fu stroncato dall'austerità della seconda guerra mondiale.

    In stati coloniali, come l'India, divenne il punto di partenza del Modernismo e continuò ad essere usato fino agli anni sessanta.

    Vi fu un nuovo interesse per l'Art déco negli anni ottanta, grazie al design grafico di quel periodo, dove la sua associazione ai film noir e alla moda degli anni trenta portò al suo uso nella pubblicità per la moda e la gioielleria.

    L'"Art Déco Historic Districts" a Miami Beach, in Florida, è il luogo con la più alta concentrazione al mondo di architettura Art Déco. Dalla Ocean Drive alla Collins Avenue, da Lincoln Rd. a Espanola Way, si possono ammirare hotels, appartamenti e altri edifici in questo stile costruiti tra 1923 e 1943. In particolar modo, il frequente utilizzo di elementi tropicali all'interno delle decorazioni (come fenicotteri, palme e fiori), dei motivi nautici e delle tonalità pastello (come il giallo, il celeste, il lilla e il rosa) ha comunemente ribattezzato questo movimento, nel caso di Miami, Tropical Art Déco. Nel 2015 la cantautrice statunitense Lana Del Rey rilascia una canzone dal nome Art Deco.

    Il 2017, invece, è l'anno della grande mostra sull'Art Déco in Italia, a Forlì, presso i Musei di San Domenico, dall'11 febbraio al 18 giugno.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 11:09

    Tamara de Lempicka
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    Tamara de Lempicka, nata Tamara Rosalia Gurwik (Varsavia, 16 maggio 1898 – Cuernavaca, 18 marzo 1980), è stata una pittrice polacca, appartenente alla corrente dell'Art Déco.

    Biografia
    Figlia di Malvina Decler, una polacca e di Boris Gurwik-Górski, agiato ebreo russo. A seguito della prematura scomparsa del padre, dovuta al divorzio secondo le dichiarazioni dell'artista, o a un suicidio secondo altre ipotesi, Tamara vive con sua madre e i suoi due fratelli (Stanisław e Adrienne), sostenuta dalla famiglia Decler e vezzeggiata dalla nonna Clementine. Proprio per accompagnare la nonna compie il suo primo viaggio in Italia nel 1907, nel corso del quale, dopo aver visitato le città d'arte italiane ed essersi spostata in Francia, Tamara impara alcuni rudimenti di pittura da un francese di Mentone. La sua formazione scolastica, seguita dalla nonna Clementine, va posta tra una scuola di Losanna (Villa Claire) in Svizzera e un prestigioso collegio Polacco di Rydzyna. L'anno successivo, alla morte della nonna, si trasferisce a San Pietroburgo in casa della zia Stefa Jansen. Un giorno nella dimora di San Pietroburgo arrivò un pittore che doveva fare un ritratto di Tamara. A lei non piacque molto il suo lavoro perché pensava che lei avrebbe fatto di meglio. Qualche anno dopo,mentre era al Teatro dell'Opera con la zia, Tamara vide un uomo nella folla. Capì che era l'uomo che avrebbe sposato e così fu. Si chiamava Tadeusz ed era un avvocato. I due si sposarono nel 1916.

    Durante la rivoluzione russa del 1918, suo marito venne arrestato dai bolscevichi, ma venne liberato grazie agli sforzi e alle conoscenze della giovane moglie. Considerata la situazione politica in Russia, i Łempicka decisero di trasferirsi a Parigi, dove nacque la figlia Kizette nel 1920. Tamara iniziò a studiare pittura alla Académie de la Grande Chaumiere e alla Académie Ranson con maestri come Maurice Denis e André Lhote. Qui affinò il suo stile personale, fortemente influenzato delle istanze artistiche dell'Art Déco, ma al contempo assai originale. Nel 1922 espone al Salon d'Automne, la sua prima mostra in assoluto. In breve tempo divenne famosa come ritrattista col nome di Tamara de Lempicka. Nel 1928 divorziò dal marito.

    Fu anche ospite di Gabriele D'Annunzio al Vittoriale, rifiutando i suoi continui tentativi di seduzione. Dopo aver viaggiato estesamente per l'Europa, ivi compreso in Italia e in Germania, all'inizio della seconda guerra mondiale si trasferì a Beverly Hills in California con il secondo marito, il barone Raoul Kuffner de Diószegh (1886-1961), che aveva sposato nel 1933. Nel 1943 si spostarono nuovamente, questa volta a New York, dove la pittrice continuò la sua attività artistica.

    Dopo la morte del barone Kuffner nel 1961, Łempicka andò a vivere a Houston in Texas, dove sviluppò una nuova tecnica pittorica consistente nell'utilizzo della spatola al posto del pennello. Le sue nuove opere, vicine all'arte astratta, vennero accolte freddamente dalla critica, tanto che la pittrice giurò di non esporre più i suoi lavori in pubblico. Nel 1978 si trasferì a Cuernavaca in Messico. Morì nel sonno il 18 marzo 1980. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato, e le ceneri vennero sparse sul vulcano Popocatepetl.

    Era bisessuale dichiarata.

    Curiosità
    La pop-star Madonna - affascinata dalla biografia della pittrice - è divenuta una delle principali collezioniste delle opere di Tamara de Lempicka, e ne ha prestate alcune a musei e per l'organizzazione di eventi. Ciò ha contribuito nei recenti anni alla riscoperta (almeno mediatica) e alla rivalutazione della Lempicka.
    Madonna ha presentato le opere della Lempicka nei video musicali di alcuni dei suoi grandi successi, ad esempio in Open Your Heart (1987), Express Yourself (1989), Vogue (1990) e Drowned World/Substitute for Love (1998), e durante il Who's That Girl tour del 1987 e il Blond Ambition world tour del 1990.

    Tra gli altri collezionisti delle opere della Lempicka troviamo l'attore Jack Nicholson e l'attrice-cantante Barbra Streisand.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:30

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    Il Chrysler Building di New York, uno degli edifici-simbolo dell'Art déco


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:33

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    Esempio di elemento decorativo Art déco


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:35

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    La Sala della Cheli, Prioria del Vittoriale degli italiani.


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:37

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    Arnaldo Dell'Ira - Lampada "a grattacielo", 1929.


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:39

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    Il monumento ai caduti di Casale Monferrato di Leonardo Bistolfi.


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    Messaggio Da APUMA Lun 4 Dic 2017 - 16:40

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    Una Chrysler Airflow del 1934.


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    Messaggio Da APUMA Mar 5 Dic 2017 - 10:48

    Maurice Ascalon
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    Maurice Ascalon, nome d'arte di Moshe Klein (Ungheria, 1913 – Cuernavaca, agosto 2003), è stato uno scultore, designer industriale israeliano, a detta di molti il padre del moderno movimento israeliano delle arti decorative.

    Biografia
    Nato nell'Ungheria orientale, fin da piccolo era determinato nel voler assecondare la sua passione artistica, tuttavia per farlo fu costretto ad abbandonare le proprie radici di ebraismo ultrareligioso chassidico perché nello Shtetl dell'Ungheria orientale dove crebbe l'espressione artistica veniva biasimata. A quindici anni Maurice lasciò la famiglia e la casa della sua infanzia per studiare arte all'Accademia delle Belle Arti di Bruxelles. Portò con sé una profonda conoscenza dei rituali e delle tradizioni delle cerimonie ebraiche, a cui in seguito attinse per le sue sperimentazioni artistiche.

    Nel 1934, dopo aver intrapreso la propria formazione artistica prima a Bruxelles e poi a Milano, Maurice migrò nell'allora Palestina (che poi sarebbe diventata terra di Israele). Là incontrò la sua futura moglie, Ziporah Kartujinsky, un'ebrea polacca, nipote del noto cartografo e scienziato che portava lo stesso cognome; Ziporah, morta nel 1982, divenne lei stessa scultrice in età già avanzata e creò magnifici bassorilievi raffiguranti la vita Shtetl della sua infanzia.

    Nel 1939, Maurice Ascalon ideò e creò "The Toiler of the Soil, the Laborer and the Scholar", una scultura di rame enorme (14 piedi d'altezza) in rilievo a sbalzo ottenuta mediante martello. Rappresenta tre figure e decorava la facciata del Padiglione della Palestina ebraica alla Fiera mondiale di New York del 1939. Questo lavoro gli fu commissionato proprio per questo padiglione che è così importante a livello storico perché presentava al mondo l'idea di uno stato ebraico moderno. Ora quest'opera d'arte si trova allo Spertus Museum di Chicago.

    Alla fine degli anni Trenta, Maurice fondò una società israeliana di arte decorativa, la Pal-Bell, che produceva menorah in bronzo e ottone a marchio registrato e altri articoli funzionali e decorativi, sia di stampo ebraico sia laici, esportati in tutto il mondo in grandi quantità. Il riconoscibilissimo design tipico di Maurice (talvolta art decò, tal altra più tradizionale) introdusse l'uso di una patina di color verde grazie all'azione chimica (il verderame) nella fabbricazione israeliana in metallo, caratteristica che ancora adesso è il segno distintivo del settore artigianale israeliano. Durante la guerra d'indipendenza israeliana del 1948 Maurice mise a punto delle munizioni per l'esercito israeliano e, su richiesta del governo di Israele, convertì la sua azienda alla produzione di munizioni per lo sforzo bellico. Nel 1956 Maurice migrò negli Stati Uniti d'America.

    Alla fine degli anni Cinquanta e durante gli anni Sessanta, Maurice visse a New York e a Los Angeles. Divenne famoso come maestro argentiere creando per le sinagoghe stupende corone Torah e altri oggetti cerimoniali ebraici di cui venne a conoscenza durante la giovinezza. Per un po' di tempo insegnò scultura alla facoltà di belle arti alla University of Judaism di Los Angeles.

    Alla fine degli anni Settanta, il laboratorio di Maurice, ora formalmente soprannominato Studio Ascalon, si trasferì nell'area di Filadelfia. Divenne (e lo è ancora sotto la direzione del figlio David Ascalon) uno studio artistico multisfaccettato dedito all'ideazione e alla creazione di arte sito-specifica per il culto e gli spazi pubblici.

    Nel febbraio 2003, Maurice Ascalon ha compiuto novanta anni a Cuernavaca, in Messico, dove viveva col figlio maggiore Adir Ascalon, scultore e pittore surrealista che ha collaborato con il noto muralista messicano David Alfaro Siqueiros. Maurice è morto nell'agosto 2003 dopo una lunga e proficua vita a causa delle complicanze della malattia di Parkinson, malattia che ha dovuto affrontare durante quasi tutti gli ultimi dieci anni di vita I lavori commissionati a Maurice Ascalon includono le installazioni permanenti in luoghi di culto e spazi pubblici in tutti gli Stati Uniti, Messico e Israele. I suoi lavori hanno partecipato a delle mostre e fanno parte delle collezioni di istituzioni come il Jewish Museum (New York), il Museum of American Jewish History di Philadelphia, lo Spertus Museum di Chicago e della University of Judaism di Los Angeles.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Mar 5 Dic 2017 - 10:50

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    Immagine da catalogo di un'opera decorativa di Maurice Ascalon prodotta dalla sua azienda, la Pal-Bell Company, 1948 circa.


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    Messaggio Da APUMA Mar 5 Dic 2017 - 16:18

    George Barbier

    George Barbier (Nantes, 16 ottobre 1889 – Parigi, 1932) è stato un pittore, illustratore, disegnatore di moda francese.

    Biografia
    Allievo di Jean Paul Laurens alla "Scuola nazionale superiore di Belle arti" di Parigi, iniziò ad esporre al Salon degli Umoristi nel 1910, con lo pseudonimo di Edouard William. L'anno seguente espose alla Galleria Boutet de Monvel. Dal 1912 fino a che visse, Barbier fu regolarmente presente al Salon degli Artisti Decoratori.
    Lavorò per giornali satirici, come Le rire o La Baionette, e per riviste di moda, come La gazette du bon ton, alla quale fornì non solo disegni ma anche testi, Modes et manières d'aujourd'hui, Les fuillets d'Art, Foemina, Vogue, Comoedia illustré, Il giornale delle signore e delle mode, utilizzando sempre in modo magistrale la tecnica del pochoir, che egli prediligeva. Realizzò anche l'Ex libris di Jacques Nouvion, direttore de Il giornale delle signore.

    Disegnò gioielli e vetri decorativi, e creò numerose scenografie e costumi per il music-hall, il teatro e il cinema. Gli si debbono infatti i costumi di Rodolfo Valentino nel film Monsieur Beaucaire del 1924.
    Illustrò cataloghi pubblicitari e numerosi testi letterari, in particolare di Charles Baudelaire, Théophile Gautier, Pierre Louÿs, Alfred de Musset, Paul Verlaine. Il suo capolavoro resta l'"Almanacco delle mode presenti, passate e future", in cinque volumi, pubblicato fra il 1922 e il 1925 con il titolo "Falbalas et Fanfreluches".
    Comparve inoltre come attore di secondo piano in diversi film dell'epoca.

    L'influenza che ebbero su di lui i vasi greci, le miniature indiane, le opere di Aubrey Beardsley e di Léon Bakst segnò profondamente il suo stile preciso e diligente, tipico della corrente in cui pienamente operò: l'Art déco.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Mar 5 Dic 2017 - 16:21

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    Il cappotto di zibellino di George Barbier.


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    Messaggio Da APUMA Mar 5 Dic 2017 - 16:25

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    Messaggio Da APUMA Gio 21 Dic 2017 - 16:09

    Emma Bonazzi

    Emma Bonazzi (Bologna, 1881 – Bologna, 1959) è stata una pittrice, disegnatrice, illustratrice e pubblicitaria italiana.

    Biografia
    Emma Bonazzi, detta Tigiù, si diploma nel 1913 all'Accademia di Belle arti di Bologna e vince un Premio, offerto dal ministero della Pubblica Istruzione. Frequenta il Corso speciale di Figura di Domenico Ferri, dal 1910 al 1913. Nel 1914 partecipa alla II Secessione Romana, con un dipinto Bambola. L'anno successivo vince, ex aequo con Olga Raisini, il Concorso Bevilacqua, a Bologna, con il disegno a carboncino Santa in estasi. Nel 1915 è anche presente all'Esposizione Internazionale di San Francisco. Nel 1916 partecipa all'esposizione della "Società Francesco Francia", a Bologna, e pubblica sulla neonata rivista "Bianco e Nero" una enigmatica Salomè, a china. Nel 1918 vince il premio "Città di Stoccolma", con una Salomè, realizzata a pittura e a ricamo. Dipinge La Samaritana.

    Dalla pittura alle Arti applicate
    Artista eclettica, si presenta come pittrice, come grafica e decoratrice, eccellendo nel mondo delle arti applicate. Nel dopoguerra si avvicina anche alla ceramica, realizzando opere per la manifattura "Maioliche Deruta" e per consorzio di ceramiche C. I. M. A. di Deruta, diretto da Alpinolo Magnini. Ha prodotto delicati acquerelli, lavori di ricamo, manifesti e oggetti, come le scatole per i cioccolatini Perugina che piacevano tanto a Gabriele D'Annunzio. Per la Perugina, dal 1924 fino agli inizi degli anni '40, Emma Bonazzi ha progettato manifesti, confezioni di lusso - in legno, seta, cartone - e curato allestimenti dei negozi. Creava donnine enigmatiche e languide, dalle linee morbide e sinuose, fiabesche, spiritose. Nei suoi lavori mescolava elementi diversi: stoffe di lana e seta, camoscio, ricami, pittura a olio e ad acquerello, metalli.

    Dal 1917 entra in contatto con lo Stabilimento Grafico di Edmondo Chappuis e realizza la locandina Date carta alla Croce Rossa e il manifesto per l'acqua "Litiosina". Illustra un racconto per il "Corriere dei Piccoli". Nel 1919 è all'Esposizione Regionale Lombarda d'Arte Decorativa e, alla mostra romana della Società Amatori e Cultori, presenta l'opera In rosa.

    Nel 1920 invia alla Biennale di Venezia il trittico Grano, Melograno e Salice e espone alla II Secessione Romana. Nel 1921 presenta alla I Biennale Romana Donne Abruzzesi e alla Fiorentina Primaverile tre dipinti, sei acquerelli e dodici ricami. Nel 1922 partecipa alla Fiera internazionale del Libro e, alla XIII Biennale di Venezia, espone il dipinto La Formica. Realizza il manifesto per la Tournée dei Balletti Russi Leonidoff e il calendario della Barilla, di schietto gusto Déco. Nel 1924 dipinge Pronta per il veglione.

    Nel 1928 progetta lo stand per l'Istituto Seta Italiana, alla Mostra Campionaria del Littoriale di Bologna, per cui esegue anche il manifesto. Il motto del ciclo della seta è: Dal baco al bozzolo - matassa, filatura, tessitura, tintura - al vestito. L'anno successivo illustra il libro per ragazzi Quando il diavolo ci mette la coda, edito da Cappelli. Nel 1921 disegna il manifesto Coppa del Re e nel 1937 quello per "Liquori Pilla", stampati dalle Tipografie Baroni.

    Nel secondo dopoguerra ha vissuto a Bologna, dimenticata. In suo soccorso "Il Giornale dell'Emilia" aprì una sottoscrizione, dal titolo: "Una pittrice in miseria".
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Gio 21 Dic 2017 - 16:11

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    Italia. Espresso 60 cent., 1924, Baci Cioccolato Perugina.


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    Messaggio Da APUMA Gio 21 Dic 2017 - 16:17

    Jean Carlu

    Jean Carlu (Bonnières-sur-Seine, 3 maggio 1900 – Nogent-sur-Marne, 1997) è stato un pubblicitario e grafico francese.

    Assieme a Cassandre, Paul Colin e Charles Loupot (soprannominati "I moschettieri") è stato uno dei più importanti cartellonisti pubblicitari francesi del primo dopoguerra. Con uno stile influenzato in generale da Cubismo, Futurismo e Purismo, e più in particolare riconducibile all'Art Decò, si contraddistinse all'epoca per una grafica e un'abilità comunicativa particolarmente chiara e sintetica.

    Carlu inizia la propria attività in Francia nel 1918 come illustratore e come autore di manifesti. Tra i lavori più importanti di questo periodo è possibile citare la locandina per Il Monello di Charlie Chaplin. Nel 1930 aderisce all'Union des Artistes Modernes.

    Nel 1940 viene inviato dal governo del proprio paese negli Stati Uniti d'America per allestire uno spazio all'Esposizione universale di New York. Avuta notizia dell'invasione della Francia da parte della Germania, decide di non rientrare. Rimarrà in America fino al 1953.

    Tornato in patria riprende la propria attività di pubblicitario e realizza lavori per importanti committenze quali Air France, Firestone e Larousse.
    È stato presidente dell'Alliance Graphique Internationale dal 1945 fino al 1956.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Gio 21 Dic 2017 - 16:19

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    Jean Carlu. Poster di propaganda della Seconda guerra mondiale per il governo federale degli Stati Uniti (1942).


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    Messaggio Da APUMA Ven 22 Dic 2017 - 10:45

    Cassandre
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    Adolphe Jean Marie Mouron, noto con lo pseudonimo di Cassandre (Charkiv, 24 gennaio 1901 – Parigi, 17 giugno 1968), è stato un pubblicitario, grafico, litografo, tipografo, decoratore e pittore francese, nato in Ucraina da genitori francesi.

    Artefice di uno stile pubblicitario originale, ispirato in generale alle correnti artistiche della prima metà del Novecento e riconducibile in particolare all'Art Decò, è stato uno dei più importanti cartellonisti pubblicitari francesi.

    Biografia
    L'infanzia tra Charkiv e Parigi
    Adolphe Mouron nasce a Charkiv, nell'Impero russo (attuale Ucraina), da una famiglia borghese originaria di Bordeaux in Francia. Il padre, Georges, è un uomo d'affari nato a Libourne e trasferitosi quand'era diciottenne in Ucraina per lavorare nella ditta dello zio che commerciava vini a livello internazionale. La madre, Eléonore Poque, proviene da una famiglia benestante: il padre è di origine francese anch'egli migrato nell'Impero russo, la madre invece è di origini baltiche. La coppia ha cinque figli, Adolphe è il più giovane.

    Gli anni dell'infanzia di Adolphe sono caratterizzati da frequenti viaggi tra Ucraina e Francia. Il padre, fortemente attaccato alla cultura della propria terra d'origine, fa studiare i propri figli a Parigi mentre fa passare loro le vacanze scolastiche a Charkiv. Ciò fino allo scoppio della Prima guerra mondiale: il fratello più anziano di Adolphe, Henri, muore in battaglia quasi subito. Il padre decide quindi di far rimanere definitivamente la famiglia a Parigi, mentre egli resta nell'Impero russo nella speranza di poter riuscire a curare i propri affari al meglio nonostante le ristrettezze della guerra. Le sue speranze si infrangeranno all'indomani della Rivoluzione bolscevica.

    Il primo periodo francese
    Nel 1918 Adolphe Mouron, una volta diplomatosi al liceo, decide di intraprendere la carriera dell'artista. Inizia a studiare pittura prima presso l'atelier di Lucien Simon e successivamente all'Académie de la Grande Chaumière e all'Académie Julian di Parigi.

    Nel 1919 fa la sua prima esperienza da "pubblicitario": partecipa ad un concorso per il restyling dell'Omino della Michelin. Si classificherà terzo. Sempre a partire dal 1919 inizia ad interessarsi alla Bauhaus. Appena terminati gli studi inizia a lavorare come grafico presso la tipografia Hachard & Cie. Nel 1922 adotta lo pseudonimo di Cassandre, che inizialmente userà solo per firmare le opere pubblicitarie. Durante gli anni venti si impone come uno degli esponenti di spicco della grafica pubblicitaria francese, assieme a Charles Loupot, Jean Carlu, Paul Colin, e all'italiano Sepo.

    Gli elementi di partenza di Cassandre sono rappresentati: sul piano concettuale da quanto teorizzato dalla Gestalt relativamente alla percezione visiva; sul piano formale da un ibrido tra la grande tradizione cartellonistica francese, che aveva come capo-fila il livornese Leonetto Cappiello, e il costruttivismo, in particolare quello di El Lissitzky e László Moholy-Nagy. Sul versante dell'estetica, tuttavia, Cassandre si aprirà ben presto al Cubismo, al Purismo (in particolare quello di Amédée Ozenfant e del Le Corbusier pittore) e al Secondo Futurismo italiano (Fortunato Depero). Il risultato è rappresentato da uno stile molto grafico: sintetico, bidimensionale, geometrico, con forti contrasti cromatici. E da una significativa componente simbolica sul piano comunicativo.

    Altro elemento stilistico fondamentale di Cassandre è rappresentato dallo studio della parte scritta della pubblicità: la scelta del carattere tipografico, la collocazione di titolo e testo, il rapporto e l'equilibrio tra tutti gli elementi che vanno a costituire un manifesto. Cassandre tende a usare la componente tipografica in maniera decorativa e ritmata, prediligendo scritte compatte, armoniose, proporzionate e scegliendo spesso font monumentali e lapidari. Il tutto regolato da un forte senso architettonico. La passione di Cassandre per il lettering la si ritroverà evidenziata più tardi quando realizzerà manifesti di sole scritte, come ad esempio A la maison dorée (1926) o J'achète tout aux Galeries Lafayette (1928), ma soprattutto quando si cimenterà nella progettazione di caratteri tipografici.

    Il primo lavoro importante dell'artista francese è rappresentato dal manifesto per il negozio di mobili Au Bûcheron del 1923, che riceverà poi la medaglia d'oro all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne del 1925. Già in queste prime opere è possibile ravvisare alcuni criteri compositivi che caratterizzeranno diversa della sua produzione successiva: l'impiego di piani ortogonali su cui s'innestano piani obliqui e su cui si collocano elementi figurativi, in modo da ottenere un risultato dinamico.

    Nel 1924 Cassandre si sposa con Madeleine Cauvet, nipote di Georges Richard, uno dei pionieri dell'industria automobilistica francese (avranno un figlio che si chiamerà Henri, come lo zio morto in guerra). E sempre nel 1924 firma un contratto con la Hachard che s'impegnerà a stampare i manifesti di Cassandre fino al 1927. Nel 1925 realizza uno dei suoi poster più celebri, quello per il quotidiano L'Intransigeant. All'interno di un'area rettangolare e orizzontale (il lato lungo del rettangolo rappresenta la base, mentre il corto l'altezza) i fili di un telegrafo partono da un'estremità e convergono prospetticamente nell'orecchio della testa di un uomo raffigurata in silhouette. Il logotipo dell'Intransigeant è posto in diagonale sulla fronte dell'uomo ed esce al di fuori dell'area visiva del poster (è troncato!). Il tutto è su fondo nero ed è realizzato impiegando solo varianti del colore giallo. Questa soluzione grafica, sintetica e costruita su una rigorosa geometria, verrà poi adottata in qualità di marchio dal giornale stesso.

    Nel 1926 Cassandre lascia la Hachard e inizia a lavorare per quello che diventerà uno dei suoi amici più stretti: Maurice Moyrand, agente della tipografia Danel di Lilla. E sempre in questo periodo inizia a formulare le sue teorie sull'"arte della strada", e che in più di un'occasione verranno pubblicate su riviste di settore. Secondo Cassandre il cartellone pubblicitario deve essere in grado di risolvere al contempo le seguenti questioni:
    • Ottica. La visibilità di un manifesto dipende da un preciso rapporto tra i valori del campo, e non da un mero contrasto cromatico.
    • Grafica. L'immagine è un mezzo per esprimere il pensiero, ma è necessario che segua proprie regole grammaticali e sintattiche affinché risulti armonica. A sua volta ciò permette di esprimersi in maniera ideografica ed emblematica.
    • Poetica. Il messaggio trasmesso deve provocare nel destinatario una associazione di idee, una sensazione visuale fuggevole, un'emozione.

    Il cartellonista pubblicitario è solo un mezzo, un tramite che collega il commercio al possibile cliente. Cassandre usa la metafora del telegrafo: il cartellonista è come l'operatore: l'operatore non deve creare il messaggio, ma deve solo trasmetterlo. Non è richiesta la sua opinione, ci si aspetta solo che egli stabilisca una connessione: chiara, potente e precisa. Il lavoro del cartellonista pubblicitario richiede ad un pittore di rinunciare ad esprimere se stesso: anche se potrebbe farlo, non ne ha il diritto.

    Sul finire degli anni venti Cassandre realizza altri tra i suoi manifesti più celebri, quelli per i treni Etoile du Nord (1927), Nord Express (1927), LMS (1928), e Wagon-Bar (1932, ultimo del ciclo dedicato alle ferrovie) frutto delle sue sperimentazioni sullo spazio e sulla velocità in campo grafico. In particolare quello del Nord Express, ritenuto uno dei suoi capolavori, è giocato ancora una volta sull'innesto, su piani ortogonali, di rette oblique che convergono nei punti di fuga. In questo manifesto si vede una locomotiva a vapore ripresa all'altezza delle rotaie che corre verso l'orizzonte seguendo la linea elettrica del telegrafo e lasciando uno sbuffo bianco. L'esasperazione prospettica, la composizione e l'uso del colore sono tali da rendere un efficace effetto dinamico. Parallelamente alla serie di manifesti pubblicitari dedicati alle ferrovie, dal 1927 al 1935 Cassandre realizza anche una serie dedicata alle compagnie di navigazione marittima e alle crociere. Tra questi i manifesti più celebri resteranno quello per il transatlantico L'Atlantique (1931) e quello per il transatlantico Normandie (1935). Si cimenta inoltre nella progettazione dei caratteri tipografici Bifur (1929) e Acier (1930), realizzati poi dalla fonderia Deberny et Peignot.[2] E proprio per Deberny et Peignot realizza, nel 1929, uno dei suoi manifesti più emblematici tra quelli composti di sole scritte. Per quest'opera Cassandre in parte recupera un'idea già sperimentata in precedenza, quella delle scritte caratterizzate da una variazione cromatica e luminosa in grado di far "vibrare" la composizione, e in parte introduce una vista assonometrica di tipo speculare in modo da creare l'illusione ottica di una figura impossibile.

    Sempre in questo periodo Cassandre inizia a lavorare anche per alcune committenze straniere: McCorquodale & Co. di Londra, Bemrose & Sons di Derby e Nijgh en Van Ditmar di Rotterdam.

    Più in generale, tuttavia, gli anni trenta sono caratterizzati da un'intensa attività. Nel 1930 Cassandre aderisce alla UAM (Union des Artistes Modernes). Sempre a partire dall'anno 1930 partecipa con Charles Loupot all'effimero progetto di Marcel Moyrand: l'Alliance Graphique (il progetto consisteva in linea di massima nel far lavorare i due artisti su un medesimo soggetto, sebbene la maggior parte di tali lavori rimase allo stadio di bozzetto). Il progetto si dissolverà all'indomani dell'improvvisa morte di Moyrant, avvenuta nel 1934.

    Parallelamente all'attività svolta per l'Alliance Graphique, Cassandre cura le pubblicazioni della Nicolas in qualità di responsabile dei layout e porta avanti il lavoro di pubblicitario. Nel 1932 realizza quella che resterà probabilmente la sua opera più famosa, il trittico di manifesti per il vermouth Dubonnet. I tre manifesti sono strettamente correlati tra loro e vanno letti in sequenza: nel primo manifesto si vede la silhouette bianca di un omino seduto ad un tavolino che alza un calice perplesso (solo il braccio che tiene in mano il Dubonnet e il volto sono colorati, e solo le lettere D-U-B-O della scritta in calce sono colorate); nel secondo manifesto lo stesso omino assaggia il contenuto del calice (adesso è colorato fino alla pancia, e le lettere colorate sono D-U-B-O-N); nel terzo manifesto l'omino si versa un altro bicchiere (finalmente è tutto colorato, così come le lettere D-U-B-O-N-N-E-T). Questa trovata pubblicitaria ebbe una grande presa sul pubblico e segnò in qualche modo l'inizio di una nuova fase nella carriera di Cassandre.

    Nel 1933 viene nominato professore di grafica pubblicitaria prima all'École nationale supérieure des arts décoratifs e successivamente all'École supérieure d'arts graphiques. Tra i suoi allievi annovera Raymond Savignac, Bernard Villemot e André François. Sempre nel 1933, su invito di Louis Jouvet, fa la sua prima esperienza nel mondo del teatro in qualità di decoratore. E nel 1934 crea le scenografie e i costumi per l'opera Amphytryon 38 di Jean Giraudoux. Nel 1935 firma un contratto in esclusiva con la Draeger per le edizioni francesi dei propri manifesti. Ma realizza, soprattutto, uno dei suoi lavori più particolari e sperimentali, il poster per il produttore di vini Nicolas, giocato sulla raffigurazione di bande concentriche e colorate che s'irradiano dall'interno verso l'esterno, e sul contrasto tra toni caldi e toni freddi. Se da un lato questo lavoro appare come evidentemente influenzato dal Futurismo (in particolare quello di Severini e Depero), dall'altro offre l'occasione per sottolineare il fatto che è rischioso tentare di categorizzare un artista eclettico come Cassandre, perché spesso egli non solo è in grado di passare da uno stile all'altro ma è anche in grado di proporre differenti interpretazioni all'interno di una medesima opera.

    La stagione americana
    Nel 1936, in seguito ad un'esposizione delle sue opere presso il Museum of Modern Art di New York, a Cassandre viene proposto di firmare un contratto con la rivista Harper's Bazaar per la realizzazione di alcuni lavori. L'artista francese si trasferisce così negli Stati Uniti d'America. Vi rimarrà, in maniera discontinua, per un paio d'anni.

    Nel 1937 progetta il carattere Peignot, ispirandosi alla scrittura onciale e semionciale (dove alcune lettere minuscole sono realizzate impiegando lettere maiuscole rimpicciolite a misura delle minuscole). Il font è dedicato all'amico, collega e patron della fonderia francese con la quale aveva collaborato tanti anni: Charles Peignot, conosciuto in occasione dell'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne del 1925.

    Oltre a progettare alcune copertine per la rivista Harper's Bazaar (su invito di Alexey Brodovitch), Cassandre collabora con la N. W. Ayer & Son, all'epoca una delle agenzie pubblicitarie più importanti del mondo. Tra i manifesti creati su commissione della Ayer è possibile citare quelli per il succo d'ananas hawaiiano Dole e per la Container Corporation of America. Ma il più celebre resterà il poster del 1937 per la Ford V8: in questo poster non si vede l'automobile reclamizzata, bensì l'occhio che guarda tale automobile. Inscritto nella pupilla vi è il marchio "V8", mentre lo slogan sotto recita «Guarda passare le Ford».

    Nonostante una brillante carriera, che proprio in questi anni andava assumendo fama internazionale, Cassandre decide di abbandonare il mondo della pubblicità. È probabile che di base vi sia stata un'insoddisfazione nei confronti del poster design così com'era concepito negli Stati Uniti. Si ricorda, per inciso, che in quegli anni la pubblicità in America era in una fase di transizione e si stava passando dall'impiego dell'illustrazione realistica a quello della fotografia: i dipinti d'ispirazione cubista di Cassandre, in questo senso, rappresentarono una vera e propria eccezione. Ma è probabile che anche altri eventi più specifici abbiano contribuito a far maturare tale decisione: da un lato la ferita mai rimarginata dovuta alla tragica morte dell'amico e collega Marcel Moyrand, avvenuta pochi anni prima; dall'altro il crescente interesse per altre forme espressive che non fossero la grafica pubblicitaria.

    Il secondo periodo francese
    Ritornato in Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale Cassandre divorzia dalla moglie. E, dopo aver assolto ad un breve periodo di ferma militare, inizia a dedicarsi alla pittura e al teatro. Nel 1942 espone i propri dipinti alla galleria Rene Drouin di Parigi. Nello stesso periodo, sebbene la pittura rappresenti la sua principale attività, realizza decorazioni, scenografie e costumi per l'Opéra e il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e per l'Opéra di Monte Carlo. Da notare il fatto che lo stile del secondo periodo francese di Cassandre è del tutto opposto allo stile del primo periodo: il sintetico rigore geometrico dei suoi manifesti Art Decò lascia infatti spazio ad un lirico e riccamente ornato Romanticismo.

    Nell'immediato dopoguerra riprende anche l'attività di grafico realizzando pubblicità, copertine, illustrazioni, carte da gioco, eccetera. Nel 1947 si sposa in seconde nozze con Nadine Robinson, una stilista di moda che all'epoca collaborava con Lucien Lelong. Nel 1948 si trasferisce in Italia per un periodo di sei mesi. Qui realizza alcuni manifesti per l'editore milanese Augusto Coen (Calcografia e Cartevalori) e compie alcuni esperimenti d'incisione sulle lastre di rame solitamente impiegate per la stampa delle banconote. Continua parallelamente la sua attività dedicata al teatro realizzando i bozzetti per le scenografie del Monsieur de Pourceaugnac di Molière, che andrà in scena a Parigi alla fine dello stesso anno.

    Appena ritornato in Francia, nell'inverno del 1948, Cassandre viene cooptato dal comitato organizzatore del festival internazionale di musica di Aix-en-Provence e gli viene commissionato un palcoscenico all'aperto da situare nel cortile del palazzo del arcivescovado e da disegnare in stile "italiano". Gli viene inoltre chiesto di realizzare decorazioni e costumi per l'opera che andrà rappresentata in tale struttura, il Don Giovanni di Mozart. Il lavoro ottiene un successo con risonanza a livello internazionale, e Cassandre, ormai noto anche come designer teatrale, viene premiato con la Legion d'onore.

    Nel 1950 viene organizzata una retrospettiva al Museo delle Arti Decorative che riassume un quarto di secolo di lavori. Nel 1954 divorzia dalla sua seconda moglie. Durante la seconda metà degli anni cinquanta realizza le scenografie per la Comédie-Française, per il Maggio Musicale Fiorentino, per la Bayerische Staatsoper di Monaco e per il Festival de l'oeuvre du XXe Siecle di Parigi. Disegna inoltre scenografie e costumi per la rappresentazione delle tragedie di Racine (sempre Comédie-Française).

    Durante la seconda metà degli anni cinquanta porta avanti, inoltre, la propria attività di grafico, tipografo e pittore. Da citare, in particolare, la progettazione dei caratteri per le macchine da scrivere dell'Olivetti.

    Nel 1962 Cassandre viene elevato al grado di Ufficiale della Legione d'onore francese. Nel 1963 disegna il logotipo della maison di Yves Saint Laurent. Più in generale, tuttavia, la prima metà degli anni sessanta è caratterizzata da vari cambi di residenza. Lasciato lo storico studio di Rue de BeIlechasse di Parigi, dove aveva vissuto per circa un ventennio, Cassandre si trasferisce dapprima nei pressi di Place Malesherbes, e successivamente si ritira in campagna, vicino Belley (Bugey, regione orientale di Lione, dove già viveva il suo amico François Michel). Qui inizia a lavorare al progetto di fondare un istituto d'arte internazionale, e porta avanti l'idea per un paio d'anni ma resosi conti dell'impossibilità di realizzare tale progetto fa ritorno a Parigi, sconfortato, nel 1965.

    Tornato nella capitale inizia a selezionare i propri manifesti pubblicitari per organizzare alcune retrospettive che si terranno nel 1966 alla galleria Motte di Ginevra e alla galleria Janine Hao di Parigi, e nel 1967 alla Rijksakademie di Amsterdam. Inizia a lavorare inoltre a vari dipinti ma, fatta eccezione per una tela raffigurante un paesaggio di Bugey eseguito a memoria, non ne completerà nemmeno uno. Riesce invece a progettare il suo ultimo carattere tipografico, appositamente ideato per la fotocomposizione, ma che verrà reso pubblico postumo.

    Cassandre muore suicida nell'estate del '68.

    Principali riconoscimenti
    [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine] Ufficiale della Legion d'Onore
    Nel 1925 Adolphe Jean Marie Mouron, in arte Cassandre, ha vinto la medaglia d'oro all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi.
    Nel 1962 è stato insignito del grado di Ufficiale della Legione d'Onore francese (nel 1948 era già stato insignito del titolo di Cavaliere).
    Nel 1972 è stato annoverato, postumo, nella Art Directors Club Hall of Fame.
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    Messaggio Da APUMA Ven 22 Dic 2017 - 10:47

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    Messaggio Da APUMA Mer 27 Dic 2017 - 15:51

    Pierre Chareau

    Pierre Chareau (Bordeaux, 4 agosto 1883 – New York, 24 agosto 1950) è stato un architetto e designer francese, autore della celebre Casa di vetro.

    Biografia
    Studiò all'Ecole des Beaux-Arts a Parigi dal 1900 al 1908. Prima di mettersi in proprio nel 1919, aveva lavorato nella sede parigina della ditta inglese Waring and Gillow.

    Nel 1925 partecipò all'Esposizione internazionale delle Arti decorative dove presenta il famoso ufficio-biblioteca per un ambasciatore. Presente a La Sarraz nel 1928, partecipò alla fondazione dei Congrès Internationaux d'Architecture Moderne (CIAM) e, due anni dopo, fu anche membro fondatore dell'Union des Artistes Modernes (UAM). Partecipò anche alla creazione della rivista Architecture d'Aujourd'hui nel 1930 e fu membro del comitato di redazione.

    La casa di vetro, che si trova a Parigi in rue Saint-Guillaume (VII arrondissement), è l'unica sua opera di architettura che sia rimasta.
    Chareau partecipò anche alla creazione di scenografie per i film di Marcel L'Herbier, L'Inhumaine (1924), Le Vertige (1927) e L'Argent (1928).
    Nel 1940 lasciò la Francia per New York, dove rimase fino alla sua morte. Nel 1947 realizzò la casa-studio per il pittore Robert Motherwell a East Hampton.

    Nei suoi mobili ha adoperato forme semplici e sobrie, realizzate con materiali nobili (palissandro, mogano, noce, pero) e finiture perfette.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Mer 27 Dic 2017 - 15:53

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    Bureau-bibliothèque di Pierre Chareau, Musée des Arts Décoratifs, Paris.


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    Messaggio Da APUMA Mer 27 Dic 2017 - 16:34

    Paul Colin

    Paul Colin (Nancy, 27 giugno 1892 – Nogent-sur-Marne, 18 giugno 1985) è stato un pubblicitario e grafico francese.

    Assieme a Cassandre, Jean Carlu e Charles Loupot (soprannominati "I moschettieri") è stato uno dei più importanti cartellonisti pubblicitari francesi del primo dopoguerra. Con uno stile influenzato in generale da Cubismo, Futurismo e Purismo, e più in particolare riconducibile all'Art Decò, si contraddistinse all'epoca per il peculiare rigore compositivo dei propri manifesti. In genere i cartelloni pubblicitari di Colin (ma spesso anche le copertine o altri lavori grafici) presentavano una figura centrale e un testo posizionato al di sopra o al di sotto dell'immagine, in modo che i due elementi non si invadessero a vicenda, e in maniera tale da permettere una doppia lettura.

    Artista prolifico arrivò a produrre nell'arco della propria carriera oltre un migliaio di manifesti e oltre ottocento copertine per varie pubblicazioni. Tra i suoi manifesti più celebri è possibile citare Revue nègre (1925) reclamizzante uno spettacolo di Joséphine Baker, Libération (1944), e la locandina per il film Diario di un curato di campagna (1950).

    Aderì all'Union des Artistes Modernes. Nel 1964 partecipò all'esposizione internazionale Documenta 3, in Germania.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Mer 27 Dic 2017 - 16:35

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    Paul Colin. Revue Negre. 1924.


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    Messaggio Da APUMA Gio 28 Dic 2017 - 16:09

    Romain de Tirtoff

    Romain de Tirtoff, in russo Роман Петрович Тыртов, detto Erté (San Pietroburgo, 23 novembre 1892 – Parigi, 21 aprile 1990), è stato un pittore, scultore, costumista e scenografo teatrale russo naturalizzato francese.

    Fu uno dei massimi rappresentanti dell'art déco. Fu scultore, designer e disegnatore di moda, apprezzato anche come disegnatore di gioielli, figurinista, costumista teatrale, scenografo e illustratore di riviste.

    Biografia
    Russo di nascita si trasferì a Parigi nel 1912, a soli 19 anni. Esordì per le sue capacità nel 1915, quando cominciò a disegnare la copertina per Harper's Bazar.
    A Parigi collabora con i maggiori spettacoli del music-hall, creando i costumi di scena per Mistinguett e Marion Davies. Nel 1969 illustrò un volume dei Beatles.
    Ciò che di lui è più noto, sono le raffinate produzioni in stile art déco: i soggetti preferiti delle sue opere sono figure femminili, eleganti e altissime.
    Fonte: Wikipedia


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    Messaggio Da APUMA Gio 28 Dic 2017 - 16:11

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    Erté cover for Harper's Bazar February 1922.


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