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    IL VOLO DELLA FENICE (1965)

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    Messaggio Da APUMA Dom Feb 09, 2014 9:35 am

    Il Volo della Fenice
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    Il volo della fenice (The Flight of the Phoenix) è un film del 1965 diretto da Robert Aldrich.
    Interpretato da un cast interamente maschile (l'unica donna in tutta la pellicola, la ballerina Farida, appare come "miraggio") il film riunisce un gruppo di persone normali che vengono poste in situazioni critiche straordinarie. Questo ne fa emergere il carattere ed i difetti.
    Nel 2004 ne è stato realizzato un remake che porta lo stesso titolo, Il volo della fenice.
    Della colonna sonora del film fa parte la canzone di Gino Paoli Senza fine, cantata (solo nella versione italiana) da Ornella Vanoni, che è trasmessa da una radiolina a transistor di uno dei passeggeri del volo.

    Trama
    Il film è ambientato durante gli anni sessanta nel Sahara libico dove, al termine della seconda guerra mondiale, gli interessi economici e petroliferi angloamericani si sono sostituiti al dominio coloniale italiano, presente in quella regione dal 1912 al 1942.
    Durante un volo di trasferimento l'aereo di una compagnia petrolifera statunitense, un bimotore da trasporto C-82A Packet, è condotto dal suo equipaggio, Frank Towns, un pilota veterano di guerra ormai in declino e afflitto dai rimorsi, ed il suo ufficiale di rotta alcolizzato Lew Moran, sulla rotta che lo conduce da una stazione estrattiva in pieno deserto verso la costa del Mediterraneo. A seguito di una violenta tempesta di sabbia, le cui raffiche intasano i filtri ingolfando i motori dell'aereo, il capitano Towns è costretto a un atterraggio di fortuna.
    Lo schianto sulla sabbia causa la morte di due passeggeri ed il grave ferimento di un terzo, un giovane italiano di nome Gabriele, lasciando illesi i due membri dell'equipaggio e gli altri passeggeri: il dottor Renaud, un medico francese; l'operaio petrolifero Trucker Cobb, appena licenziato perché affetto da turbe psichiche; il capitano Harris, un rigido militare dell'esercito britannico, e la sua "vittima" prediletta, il sergente Watson, Mike Bellamy, un prospettore petrolifero; Standish, un timido e devoto ragioniere; Ratbags Crow, un irriverente giornalista scozzese; Heinrich Dorfmann, tedesco che ha fatto visita al fratello, un lavorante messicano e la sua scimmietta.
    Dopo aver dato sepoltura ai passeggeri deceduti ed affidato il ferito alle cure del dottore, la situazione dei superstiti non appare compromessa, almeno inizialmente. La riserva d'acqua a disposizione, pur se a razione minima, si rivela sufficiente per le due settimane successive, mentre tra il carico contenuto nella stiva sono presenti quintali di datteri in scatola che consentiranno di sfamarsi in attesa dell'arrivo delle squadre di soccorso. Il gruppo difatti spera siano state allertate dalla compagnia petrolifera in seguito al mancato arrivo a destinazione dell'aereo.
    Per evitare la tempesta però Towns è stato costretto a deviare di quasi duecento chilometri dalla rotta dichiarata nel piano di volo e, dopo i primi giorni di attesa, la compagine si rassegna all'idea che i soccorritori devono avere ormai abbandonato le ricerche. Un primo tentativo di coprire a piedi la distanza che li separa dall'oasi più vicina si conclude con la morte del messicano e di Trucker Cobb, mentre le condizioni del ferito si fanno sempre più disperate, tanto che morirà pochi giorni più tardi. A questo punto Dorfmann, il passeggero tedesco, propone un'idea a prima vista pazzesca: smantellare il relitto dell'aeroplano, utilizzandone i componenti per realizzare un velivolo più piccolo, in grado di portare in salvo i superstiti.
    Dapprima oggetto di scherno e incredulità, la proposta appare via via l'unica speranza di salvezza, soprattutto alla luce delle misurazioni e dei calcoli elaborati dal suo ideatore, la cui professione è quella di ingegnere aeronautico. Dorfmann, con ingegnosi e adeguati stratagemmi, riesce ad ovviare alla mancanza di utensili e componenti. Per assurdo, colui che nel gruppo si dimostra più ostile al piano è proprio il pilota Frank Towns: egli, reduce dell'età "eroica" dell'aviazione, vede in cattiva luce la sicurezza e la rigidità del tedesco, giudicandolo un algido e anodino tecnocrate. Tuttavia, anche su insistenza del medico (che giudica l'impresa psicologicamente motivante), il gruppo si impegna a fondo nella difficile opera.
    L'ala di babordo viene smontata, fatta scivolare sopra la carlinga ed unita al gruppo motore di tribordo, i piani di coda orizzontali vengono ricavati dalle lamiere e assicurati al timone, mentre un ingegnoso sistema di putrelle saldate fornisce un carrello a slitta, con cui il velivolo dovrà scivolare sulla sabbia prima del decollo. A quel punto, in un avvallamento poco distante, l'ufficiale britannico scorge un gruppo di arabi che avanzano nel deserto con i loro cammelli; l'euforia si impadronisce dei superstiti, ma è presto smorzata dall'avvertimento che gli indigeni sono probabilmente predoni fuorilegge, perciò molto pericolosi. Il capitano inglese ed il medico, il quale conosce alcune parole in lingua araba, decidono di tentare un approccio, mentre Towns, che si unirebbe a loro, viene dissuaso: egli è l'unico del gruppo in grado di pilotare l'aereo ormai quasi completato. I peggiori sospetti si rivelano fondati quando i nomadi assassinano sia il medico che il capitano. Il sergente chiede al signor Towns se il capitano era vivo così viene colpito. Quando si siede vede un miraggio: Farida, una ballerina arabesca di danza del ventre, che aveva conosciuto in un locale a Bengasi.
    Rimasti in sette, i superstiti infondono le loro ultime energie nel completamento dell'aereo, ma Towns e il suo co-pilota rimangono scioccati quando scoprono casualmente che l'ingegnere tedesco è sì laureato in aeronautica, ma lavora per una ditta di aeromodelli, progettando aerei radiocomandati con motore a scoppio. Dorfmann replica loro che l'intera scienza aerodinamica si sviluppò a partire dalle esperienze condotte nel XIX secolo dai pionieri dell'aviazione che impiegavano modelli funzionanti e che, a parte le dimensioni, non esistono differenze concettuali fra gli apparecchi che lui progetta e quelli che Towns: "si compiace di definire veri" anzi non disponendo del pilota, essi necessitano di una progettazione ancor più accurata.
    In ultimo, dopo una tesissima sequenza in cui, con sole sette cartucce di accensione, Towns stenta ad avviare il motore, l'aeroplano di Dorfmann (battezzato "Phoenix" ("Fenice") da Standish, in quanto, come narrato nella mitologia, "risorto" dalla carcassa del vecchio C-82), riesce a decollare alla sesta cartuccia, usando la quinta per ripulire i condotti (una felice intuizione che solo un pilota esperto come lui poteva avere), portando in salvo tutti i superstiti ed atterrando felicemente in un'oasi dove avviene l'estrazione del petrolio. Per inciso Stewart fu realmente, durante la seconda guerra mondiale e già attore affermato, un pilota di B17 "fortezza volante", e le sue 20 missioni contro la Germania gli valsero il grado di generale di brigata.

    Produzione
    Location
    Le riprese principali iniziarono il 26 aprile 1965 presso i 20th Century Fox Studios ed il 20th Century Fox Ranch, in California. Le azioni svoltesi nel deserto furono riprese nella Buttercup Valley, Contea di Yuma, in Arizona e Pilot Knob Mesa, Winterhaven, in California. Le sequenze di volo vennero tutte girate a Pilot Knob Mesa vicino Winterhaven, che si trova nell'Imperial Valley, California, a nord di Yuma.

    Velivoli utilizzati
    Nel 2005, lo storico dell'aviazione Hollywoodiana Simon Beck riuscì ad individuare gli esemplari utilizzati nelle sequenze del film:
    • Fairchild C-82A Packet, N6887C - riprese aeree.
    • Fairchild C-82A Packet, N4833V - riprese esterne del relitto.
    • Fairchild C-82A Packet, N53228 - riprese in studio del relitto.
    • Fairchild R4Q-1 Flying Boxcar (la variante del C-119C in dotazione all'United States Marine Corps), BuNo. 126580 - dettagli dell'elica e motore del "Phoenix" non in volo.
    • Tallmantz Phoenix P-1, N93082 - primo "Phoenix" utilizzato nelle sequenze di volo a fine film e perso in un incidente.
    • North American O-47A, N4725V - secondo "Phoenix" utilizzato nelle sequenze di volo a fine film.


    Fonte: WIKIPEDIA


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